Il blu delle sere d'estate, quando il sole cala ma la luna non è ancora alta, è quello delle giornate che si allungano, quando si sta fuori fino a tardi con i propri amici sui motorini sotto casa; quello dei cinema all'aperto e dei concerti al tramonto, della spensieratezza delle passeggiate fino a tardi. Mariasole Pollio prova a raccontarci l'emozione della sua stagione preferita e ci riesce, partendo da un evento, il Love Mi del 27 giugno, che per lei rappresenta una prima volta, nonostante sembri che il mondo dello spettacolo non abbia più segreti in serbo per il suo giovane talento. Non è così, come è normale che sia, vista la giovanissima età e un mondo ancora da scoprire. Ne abbiamo parlato con Mariasole chiacchierando della sua infanzia a Napoli, dei prossimi progetti, dell'emozione di calcare il palco insieme ai più grandi della musica italiana e del desiderio di non smettere mai di imparare. Perché quest'estate, nella stagione che più di tutte la rappresenta, la voglia di mettersi in gioco è più forte che mai.

mariasole pollio è la nostra cover extra di cosmopolitan abito sportmax, mua and hair cotril, styling mimina cornacchia, assistente stylist maria attardipinterest
Alberto Alicata
Mariasole Pollio è la nostra cover Extra di Cosmopolitan. Abito Sportmax, Mua and hair Cotril, Styling Mimina Cornacchia, Assistente stylist Maria Attardi

Il 27 giugno con Max Angioni condurrai Love Mi in piazza Duomo, sei pronta?

«Io sono prontissima. Non vedo l'ora di stare su quel palco che è una location tanto speciale perché è piazza Duomo e per me significa molto poter rappresentare una causa così importante nella città che mi ha accolta sin da bambina. A Milano ho legato moltissimi ricordi sia personali che professionali. È anche la prima volta che conduco un programma su Italia 1, quindi sono molto felice perché se guardo indietro e poi vedo questa esperienza e mi rendo conto da un lato di quanto sono fortunata, e dall'altro di quanto sacrificio e costanza alla fine ti ripagano. Poi il mio compagno di squadra è eccezionale, Max Angioni, quindi non vedo l'ora anche di divertirmi e regalare a Milano una serata di festa».

Il Love Mi ha uno scopo ben preciso e non è il primo progetto a cui partecipi che ha un obiettivo sociale.

«Vogliamo sostenere l’Associazione Andrea Tudisco che dal 1997 offre accoglienza e assistenza ospedaliera nei reparti specializzati di Roma a bambini che non riescono trovare altrove cure adeguate, e alle loro famiglie. Non è il primo e unico progetto benefico a cui partecipo. Con la Bambola di Pezza (il corto Rai presentato al Festival di Venezia nel 2022 per allertare i giovani sul fenomeno dell'adescamento online) siamo riusciti a far luce su una questione allarmante di cui in molti sembrano non accorgersi. Io non ho la presunzione di farmi paladina di nulla, però il mio obiettivo è sempre quello di lasciare un bel messaggio, utilizzando la mia posizione di grande visibilità per fare più bene possibile. E sono molto grata di poterlo fare attraverso progetti lavorativi, mi rendo conto che non è scontato. Con il corto Bambola di Pezza ho sentito il bello di avere la responsabilità di parlare ai giovani dei pericoli del web, che è uno strumento molto prezioso, ma che può nascondere anche delle insidie. Il cinema ti parla piano, ma va dritto al punto».

A proposito di vita sul web, come gestisci l'equilibrio tra vita social e vita reale?

«Sui social cerco di portare dei pezzetti della mia vita reale. Cerco di non creare distacco con la mia community. Sono una persona molto riservata su tanti aspetti, proprio per evitare problemi poi difficili da gestire, ma quando condivido parti di me cerco di essere più spontanea e vera possibile, quindi mostro il dietro del backstage nel tv e nel cinema e poi i miei pensieri, con box di domande dove i miei follower possono chiedermi quello che vogliono. Così posso conoscere chi ho di fronte, per quanto sia possibile da uno schermo».

E che idea ti sei fatta della generazione a cui parli?

«È una generazione molto attenta, sai? Sanno distinguere benissimo ciò che è finto da ciò che è reale, cosa ha un messaggio di fondo e cosa è superficiale. Non è vero che sono, e che siamo, spettatori non attenti. Sanno che ho preso parte a più progetti sociali, capiscono che sono attenta a quell'ambito e mi chiedono di più rispetto alle cause che sposo, vogliono conoscere. Anche a causa della pandemia abbiamo avuto molto tempo per capire quali profili social seguire, cosa ci piace e cosa no, e a quel punto chi ti segue tendenzialmente è veramente interessato a quello che vede. Noi giovani siamo spettatori più attenti al contenuto che alla forma».

Come gestisci la tua popolarità?

«Senza cappellini e occhiali, in modo molto spontaneo. Quando incontro qualcuno per strada e mi guarda, tendo a essere la prima che si gira e sorride perché magari la persona si imbarazza a salutarmi. Il pubblico per me è speciale, è quello che mi dà la grinta in più. Se non avessi le persone che credono in me il mio mestiere sarebbe bello fino a un certo punto, perché con loro mi confronto, mi criticano e io cresco insieme a loro, è bello il confronto quando è sano».

Frequenti ancora gli amici della tua infanzia?

«Avevo 13 anni quando ho iniziato a fare tutto, a frequentare il mondo dello spettacolo, quindi in realtà non c'è mai stata una separazione tra il successo e gli amici di sempre, un prima e un dopo. Gli amici che mi sono fatta crescendo hanno fatto parte involontariamente del mio processo. E nel percorso le persone a cui ero legata prima sono le stesse cui sono legata oggi. Per esempio, la mia migliore amica con cui sono cresciuta, con cui sono nata praticamente, è ancora la persona a cui sono più legata. Lei praticamente nemmeno li usa i social, la devo pregare per fare una foto con me. Sono sempre rimasta legata a tutto ciò che è cresciuto con me».

Tra gli amici che frequenti oggi c'è anche qualcuno del mondo dello spettacolo?

«Inevitabilmente sono diventata amica di alcune persone con cui ho lavorato: tra i miei amici ci sono tanti artisti e quando ci incontriamo in alcuni casi le chiacchiere vanno ben aldilà del lavoro. Rocco Hunt, Ana Mena, Mr. Rain, sono persone con cui c'è una familiarità, c'è anche altro e ci facciamo una chiacchierata sincera. Anche con Carl Brave cerco di incontrarmi aldilà del lavoro, in altre occasioni, organizziamo delle cene. Poi io, non facendo musica, non sono nemmeno motivo di conflitto e competizione, quindi è bello».

Parlando di legami, come descriveresti l'amore per la tua città di nascita?

«Napoli è la mia casa, nelle mie vene scorre solo sangue napoletano. Forse non ho avuto ancora la possibilità di dimostrarlo tramite il mio lavoro, mi sarebbe molto piaciuto far parte di un progetto che raccontasse Napoli e spero prima o poi di farne parte. La sensazione di quando sono con la mia gente, a casa mia, è indescrivibile. Perché Napoli ha una cosa che ha sempre, sia nei momenti belli che nei momenti brutti, che è il cuore. Il cuore dei Napoletani è speciale e quando torno a casa ho bisogno di questa semplicità».

L'estate è iniziata, che programmi hai?

«È un'estate totalmente in musica con tutti questi show. Una volta che si sarà conclusa intorno alla fine di luglio spero di andare un pochino al mare. L'estate è la mia stagione, ho un'attitudine naturale a questo periodo, a dare il meglio di me, sarà che sono nata a luglio, mi dà una sensazione unica, mi fa sentire viva e non sono mai triste».

Com'erano le tue estati quando eri piccola?

«Quando vivevo a Napoli e arrivava il caldo si andava subito al mare, con i motorini facevamo il gruppone e si andava in spiaggia o sugli scogli a prendere il sole e stare insieme. Ci si svegliava la mattina, si guardava fuori dalla finestra e se c'era il sole si andava al mare, mangiavamo sulla spiaggia, rimanevamo fino a tardi. Poi si tornava a casa, doccia e magari si andava a qualche festa, si faceva una cena. A metà maggio noi siamo già al mare, quindi il concetto di estate da noi a Napoli è un po' diverso. E questa è una sensazione impagabile».

Progetti futuri?

«Non posso dire niente per scaramanzia, intanto facciamo finire questo periodo così intenso poi ne riparliamo. Anzi no, non voglio che finisca, me lo voglio godere fino in fondo. Ho un sogno, quello di condurre un programma tutto mio durante l'anno e sicuramente fare un film d'autore perché la mia carriera inizia con il cinema. In molti mi chiedono se ho abbandonato la recitazione, in realtà non è così, è che il cinema è un processo lunghissimo. E poi c'è il mio programma in radio, come sempre, la domenica, che da settembre mi vedrà sempre alla conduzione, magari con qualche piccola modifica e novità, ma non posso svelarvi niente».

Come ti vedi tra dieci anni?

«Sono un'eterna romantica, quindi spero sicuramente di avere già costruito un primo nucleo della mia famiglia. Mi vedo sicuramente con i risultati di oggi affermati. E in continua scoperta».