Budapest, la capitale dell'Ungheria, l’assaggio per la prima volta di pomeriggio. L’autista del mio taxi dall’aeroporto in centro sta mangiando con gusto un kurtoskalacs, dolce tipico ungherese dalla pasta dolce e profumata simile a una brioche, ma a forma di cilindro cavo. Sono appena scesa dall’aereo e ho saltato il pranzo, l’acquolina è istantanea.

Gli chiedo cosa sia prima ancora di domandargli quanto costa arrivare in centro città e risponde che mi porterà nel miglior chiosco di Budapest lungo la strada verso la mia meta. Non me lo faccio ripetere due volte! Il kurtoskalacs è squisito – e grosso quanto un braccio! – e lo servono anche farcito con panna, cioccolato o gelato. Prova quello di Molnár, in pieno centro. Qui puoi consumarlo anche al tavolo anche se tradizionalmente è street-food.

Due chiacchiere con un local della capitale ungherese lo rendono più delizioso perché è condito dalle storie di Gergely sulla città. In due minuti ha capito quanto sono golosa e mi elenca tutti i dolci da provare assolutamente in Ungheria. Mi scrive i nomi sul retro della carta d’imbarco che conserverò come una reliquia: somloi galuska, dobostorte, kremes, praticamente una mappa per le mie papille.

Mentre guida, Gergely mi insegna qualche parola in ungherese. In città i più giovani parlano l’inglese ma tutti apprezzano lo sforzo di usare la lingua locale, una delle più difficili al mondo. Con un semplice jó reggelt (che si pronuncia iùregghelt) o un informale szervusz (da pronunciare sérvus) ti guadagnerai un sorriso entrando in un negozio, mi assicura.

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La città mi accoglie con il sole che accende i palazzi, un cielo da collezione e il sorriso di Gábor che saluto con uno smagliante szia! Alloggerò a casa sua per tutta la settimana e mi darà un mucchio di dritte su cosa vedere a Budapest e su dove mangiare evitando i locali spenna-turisti. Le vie giuste per godersi la nightlife magiara? Sono Dob utca e Kyrali utca, nel quartiere ebraico, zeppe di localini per bere, mangiare e incontrare i locals.

Il quartiere più trendy si trova a Pest, sulla sponda opposta rispetto a Buda – la città è divisa in due parti dal fiume. Al tramonto d’improvviso si anima e si trasforma, il via vai di turisti lascia il posto a ungheresi ed expats che vivono in città e nella bella stagione si ritrovano nei kertek, giardini con tavolini all’aperto dove bere una birra e scambiare due ciarle in tutte le lingue.

Ma per fare follie dove non ti aspetteresti mai devi partecipare ad uno sparty, mi spiega Gábor. È un pool party organizzato nelle piscine delle terme in città. Di giorno sonnolenti centri termali, di notte discoteche a cielo aperto per ballare in acqua sotto le stelle, tra il vapore e i laser multicolore che creano un’atmosfera onirica. Non dimenticare di infilare in valigia il bikini anche se è inverno e fiocca la neve perché l’acqua è caldissima!

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Allo sparty incontro un’italiana che vive a Budapest. Si chiama Gaia, è arrivata come studentessa Erasmus e si è innamorata della città. Il giorno dopo mi porta in un ruin pub, una vera istituzione a Budapest. Sono letteralmente pub in rovina allestiti in aree dismesse o in vecchi edifici abbandonati e sono supercool.

Alcuni sono ormai classici, come il famoso Szimpla Kert, ma cambiano spesso location e ne sorgono continuamente di nuovi. Chiedi in giro e aguzza la vista, la maggior parte si trova a Pest nella zona più hot della nightlife.

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