Nel 2021, dopo essere stato inserito dal Guardian tra i migliori 100 film del 21esimo secolo, Paddington 2 superò anche Quarto potere su RottenTomatoes, diventando il film migliore di tutti i tempi. Convinti di avere più gusto di un freddo sito-aggregatore di recensioni (eppure omertosamente legati al delizioso orsetto angloperuviano), all’epoca abbiamo avuto l’ennesima prova – ci raccontavamo – di quanto fallaci, assolutamente soggettive, devianti, irragionevoli, polarizzanti e insensate possano essere spesso le nostre recensioni. Eppure a pochi giorni di distanza dall’avvio del nuovo anno, ci siamo cascati di nuovo. È accaduto con M3gan, il primo film horror dell’anno che pareva l’ennesimo film horror sui pericoli della vita nell’epoca di Internet e che a quattro giorni dall’uscita nelle sale ha inaspettatamente ottenuto il 98 per cento di giudizi positivi su RottenTomatoes ed elogi unanimi da parte della critica di tutto il mondo. L’ho guardato chiedendomi come fosse possibile che un film su un androide che da versione IA di Emiglio della Giochi Preziosi a un certo punto si trasforma in Terminator potesse galvanizzare così ampiamente utenti ed esperti, e il segreto è che M3gan non è un film horror, ma piuttosto una commedia satirica sul tropo classico della bambola assassina. Priva di sequenze di suspence troppo elaborate, che ci compiace senza terrorizzarci, che attinge solo con brevissimi accenni al commento sociale su come i genitori moderni usino la tecnologia per sgravarsi dalla genitorialità, e tutto questo senza mai prendersi troppo sul serio.

Se avete visto il trailer di M3gan, conoscete la trama. Gemma (interpretata dalla fidanzata pazza di Get-Out, Allison Williams), un’ingegnera robotica che lavora per un’azienda che costruisce giocattoli, si ritrova a fare da tutrice legale alla nipote di 9 anni, Cady, rimasta orfana a causa di un incidente d’auto che ha ammazzato i suoi genitori. Proprio per questo, completamente incapace di relazionarsi ai bambini nonostante lavori per loro, dopo aver già creato una specie di Furby immortale che sostituisca il proprio animale domestico (e infatti si chiama “Perpetual Pet”, sì) decide di accelerare la realizzazione di un nuovo giocattolo: “Model 3 Generative Android”, M3gan appunto, un androide divertente e ovviamente malvagio guidato dall’Intelligenza artificiale che si adatta al bambino sostituendosi al ruolo di sorella maggiore, migliore amica e madre, ideato per proteggere i suoi piccoli utenti “emotivamente e fisicamente”, ma chiaramente più interessato all’omicidio. Un robot che ha bisogno di un essere umano che gli insegni le cose e un essere umano che ha bisogno di un robot che se ne prenda cura, cosa potrebbe mai andare storto in tutto questo?

Diversamente dagli esempi dell’"horror intelligente" degli ultimi anni (come se non lo fosse mai stato) dovuti quasi in totalità alle produzioni A24 dove l’ambizione e il virtuosismo narrativo sempre connaturati all’horror contemporaneo lo hanno reso il genere più capace di scoperchiare paure e intemperanze sociali (non ultimo Nope di Jordan Peele), M3gan gioca apparentemente un campionato diverso, basandosi su una narrazione volutamente stupida e ingenua. Tra qualche buco nella storia e la frettolosità con cui gli eventi precipitano, con una storyline che procede da manuale (inizio da manuale, finale da manuale) anche nei momenti più spaventosi non ci spaventeremo mai, e quando staremo per farlo, interverrà proprio M3gan cantando una versione neomelodica di “Titanium” di David Guetta.

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Lontani da Chucky che nel 1988 torturava psicologicamente Andy senza riuscire a ucciderlo mai, tanto che hanno dovuto fare qualche sequel per dargli nuove possibilità di completare l’opera (a breve avrà anche una serie perché comunque non c’è mai riuscito), da Annabelle con i suoi retroscena reali sulle sette sataniche, dai fantasmi di Poltergeist o dal fantoccio di The Boy dove per giustificare il sovrannaturale la giovane americana protagonista fuggiva in un remoto villaggio inglese sottosviluppato, il regista Gerard Johnstone e il produttore e sceneggiatore James Wan (Insidious, Saw, Dead Silence) che ha portato il suo amore per le bambole raccapriccianti nell’era dell’IA, hanno realizzato il film perfetto per questi tempi: che proprio questi tempi ridicolizza.

La stessa M3gan è una meraviglia. Creata con una combinazione di animatronica, burattini, VFX e un’attrice umana (Amie Donald, con la voce di Jenna Davis che secondo Nylon è pronta a diventare la nostra nuova it-girl), è difficile dire quando è reale, quando è finta e quando è una combinazione di questi elementi, sembrandoci umana e allo stesso tempo uno dei mostri inquietanti generati digitalmente da profili Instagram come @mrmonstersauce o dalla creator @joooo.ann.

In un film che non è perfetto ma è giusto, Johnstone e Wan legano la stravaganza di un mondo impazzito per tutto ciò che potrebbe essere visto come un'innovazione tecnologica con la nostra incapacità di metabolizzare la morte, in una ridicola ed esagerata ipertutela della psiche che è il cuore anche di White Noise, l’adattamento del romanzo omonimo di Don DeLillo uscito negli stessi giorni su Netflix sul modo in cui cerchiamo di vivere difendendoci non dalla morte ma dal pensiero della stessa. Così che all’inizio di un anno che si preannuncia come quello dei film dell’orrore (tra cui Bussano alla porta di M. Night Shyamalan e Renfield con Nicolas Cage versione Dracula), M3gan potrebbe già diventare il nostro mostro ideale, entrando definitivamente nel pantheon delle bambole assassine. Senza che il film abbia una svolta, un colpo di scena, senza essere tradizionalmente spaventoso ma in qualche modo rimanendolo. Donandoci una bambola che in un mondo in cui scenari robotici come questo ci appaiono possibili, a un certo punto si mette anche a twerkare, come a ricordarci che spesso la cosa migliore che possiamo fare è prenderci per il culo almeno un po’.