Non sta mai in silenzio, è un raggio di sole nella vita degli altri, trova sempre un senso anche quando la vita un senso sembra non averlo più: come Billie nel Fabbricante di Lacrime, che nel film (e nel libro) è la migliore amica della protagonista Caterina Ferioli, anche la sua interprete Niki Passarella si considera una persona che vive per gli altri.

Giovane content creator e attrice, quando la chiamo per intervistarla è appena tornata dal Giappone: «È il viaggio che ho regalato alla mia migliore amica per la sua laurea, è stato bellissimo», afferma. Che bello sarebbe avere un'amica così. Ce lo diciamo noi, se lo dice anche Nica, protagonista del film dal 4 aprile su Netflix, nei momenti di difficoltà, fin dai primi tempi in orfanotrofio, dove sono entrambe cresciute.

Dopo aver pubblicato la cover digitale con la giovanissima Caterina Ferioli, in occasione dell'uscita del film tratto dal più grande fenomeno del #BookTok del 2022, pubblicato da Erin Doom, abbiamo intervistato Nicky Passarella, che dopo aver raggiunto il successo come creator su Instagram e TikTok con oltre 700 mila follower, oggi è al suo esordio da attrice. Noi le abbiamo fatto qualche domanda sulla sua esperienza sul set in attesa di vederla dal vivo domani, 3 aprile, al fan evento organizzato da Netflix a Milano, dove alcuni fortunati avranno l'occasione di incontrare i protagonisti e la misteriosa autrice del romanzo.

È la prima volta che ti trovi sul set di un film?

«Di un film di questa portata? Sì».

E com'è stato?

«In realtà inizialmente quando mi era stato detto che ero stata presa ho iniziato a saltellare, poi ho realizzato di doverlo farlo veramente. Ero ero già stata su dei set, ma erano completamente diversi: ho recitato nei programmi per bambini, dove conta più l'improvvisazione. Quando ho ricevuto il copione, e io sono molto precisa, mi sono impegnata per farlo veramente al mio meglio. Per una serie di coincidenze poi, il primo giorno di riprese non dovevo fare battute, era solo una comparsa, ho avuto il modo di masticare la situazione, che mi è piaciuta subito tantissimo, ho fatto amicizia con tutti quanti e poi vabbè io mi metto a parlare anche con i muri e quando ho visto che c'era un bell'ambiente mi sono subito tranquillizzata».

Cosa ti ricordi della prima scena che hai girato?

«Era la scena girata in un tribunale, ero così agitata che mi mangiavo le unghie e poi è arrivato il regista che mi ha detto che andava bene, che il mio personaggio era nervoso, che dovevo continuare a mangiarmele, manco a farlo apposta. Mi sono sentita molto brava in quel momento anche se l'aveva fatto completamente a caso».

Qual è stato il momento più bello durante le registrazioni un momento sulla scena o anche di backstage che ti ricordi con felicità?

«In realtà ci sono bei ricordi sia all'interno delle scene che fuori. C'è stato un weekend, però, che non dimenticherò facilmente. Dopo le riprese abbiamo deciso di rimanere a Roma e mi ricordo che siamo andati in un fiume io e un altro ragazzo, Antonio, che faceva anche lui parte del cast, e che poi è stato effettivamente il mio coinquilino dopo il film. Abbiamo noleggiato una barchetta e siamo andati a remare nel Tevere, con il tramonto. È stato bellissimo. Mentre dentro al set penso che i momenti più belli siano legati al clima leggeor che si respirava anche con il regista. Di solito li ho sempre pensati severi, dei maestri che stanno sempre un piano sopra di te, invece abbiamo riso e scherzato molto spesso tra di noi, è un ambiente molto pulito, abbiamo riso tantissimo, nessuna pressione addosso e questo ha permesso a tutti di lavorare al meglio».

Sei più una persona che davanti ad un'esperienza nuova prova adrenalina o che piuttosto che fare un passo avanti ne fa uno indietro per timidezza, per senso di inadeguatezza?

«Sono in grado di prendere, di fare quel passo in più, di buttarmi anche perché io sono molto istintiva, mi piace fare cose nuove. Ho il terrore della noia e faccio sempre qualcosa che non annoi me, ma ancora di più che non annoi gli altri. Faccio un passo indietro, invece, se è una cosa che avrebbe senso soltanto per me e se non mi sento all'altezza. Ad esempio mi era arrivato un provino in cui sentivo che il personaggio che dovevo interpretare era molto lontano da me. Ho avuto il coraggio e l'onestà di dire di no. Mentre per il Fabbricante, in cui il personaggio era super vicino a me, non ho mai dubitato di prendere in carico il lavoro. È anche un fattore di tempo: ne ho sempre meno e vorrei incanalarlo nel modo giusto. Quindi se so già che un progetto mi occuperebbe energie per fare una cosa di cui poi non sono fiera al 100%, lascio perdere. Se avessi tempo infinito proverei a fare qualsiasi cosa».

E del personaggio di Billy cos'è che ti è piaciuto di più quando hai letto il copione?

«Lei è pazzesca, mi sembrava di leggere un'autobiografia. Billy è un sole, veramente energia è pura e mi sono tanto rivista in questo personaggio perché appunto è una storia molto travagliata, a volte anche un po' triste, ma lei porta la luce. Siamo quello che decidiamo di essere, la vita ci mette di fronte delle situazioni e noi decidiamo di affrontarle in un modo o in un altro. Penso che Billie abbia affrontato un po' tutta la sua vita nello stesso modo in cui lo farei io. Mi sento molto vicina al personaggio, l'apprezzo tanto, questo significa quindi che apprezzo anche me stessa. È stata un'occasione di conoscersi meglio e prendere consapevolezza di quanto valgo, che forse mi piacerebbe avere una me nella mia vita».

Il Fabbricante di lacrime è uno dei primi grandi fenomeni BookTok in Italia e anche ovviamente internazionali. Ti sei mai interfacciata come utente a questo hashtag, a questo tipo di video?

«Se aprissi il mio TikTok troveresti solo cagnolini e scimmiette, diciamo che ho kl'algoritmo un po' fuori fase (ride, ndr). Nonn ho mai guardato i video che fanno parte della sezione BookTok, finchè non ho iniziato a leggere il libro per prepararmi al film. Ma nella vita e per lavoro ho conosciuto molte ragazze e ragazzi che fanno parte appunto di questa scuola. È stata una ventata di aria fresca, è importante confrontarsi con persone che hanno interssi diversi, è stimolante».

Qual è il tuo rapporto con i libri?

«Vorrei leggere di più, vorrei tanto leggere di più. Quando ero piccolina leggevo moltissimo, poi ho avuto un'esperienza abbastanza traumatica, a dirlo mi fa anche sorridere am mi ha cambiata. Sai quando leggi qualcosa e ti aspetti che vada a finire in un modo, no? Una notte ho letto questo libro che finiva come mi aspettavo, non finiva neanche male, ma è stata una grande delusione. Al punto che non ho più letto, fino al Fabbricante di lacrime. E non ci crederai, ma da quel momento, prima di leggere un libro o guardare un film, guardo il finale e poi nel caso, se mi piace, leggo la storia. Non voglio più rimanere delusa, è un mio modo per difendermi».