Mio nonno era del 1923, aveva vissuto la Seconda Guerra Mondiale. Quando mi raccontava della sua generazione diceva che il conflitto li aveva spaventati ma non piegati all’idea di futuro migliore. Noi invece siamo cresciuti come già arresi, con frasi come: «Chissà che mondo vi lasceremo», «Chissà che ne sarà di voi». Questo ha generato delle ansie, il pensiero di non potercela fare, il timore del fallimento. Eccolo il punto debole della nostra generazione. Ma neanche noi ci pieghiamo a lui. Abbiamo una fortuna che chi ci ha preceduto no, non aveva: la libertà di parola e di pensiero, ci sentiamo tranquilli nell’esprimere le nostre forze e cadute.

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Cristina Sinella
Stylist Francesco Vavallo; Clara indossa Juicy Couture. Assistenti styling Mattia Marcassa e ⁠Chiara Tarantino.

È vero, sembriamo indecisi e fragili. Forse lo siamo, chi più chi meno, ma possiamo dire, e diciamo, la nostra. Siamo propensi al cambiamento, ci battiamo per essere chi e come vogliamo, ci esponiamo sui social e in piazza. Abbiamo più paure ma anche meno tabù. Io arrivo da un paesino molto piccolo (Travedona Monate, in provincia di Varese, ndr), ho iniziato a lavorare a Milano a 16 anni. Ho avuto il coraggio di uscire dalla mia bolla. Ancora oggi quando parlo con i miei amici ci confrontiamo sui nostri dubbi e sul timore di rischiare. Sono incertezze che avevo anche io quando ho deciso di trasferirmi e sono paure che ho tutt’ora. L’incertezza purtroppo spesso ci paralizza e ha tante forme: noi siamo quelli dei social con una soglia dell’attenzione sempre più bassa, soprattutto verso noi stessi. Per la solita paura buttiamo tutto un po’ a caso pensando che non cambierà mai nulla, che non ce la faremo. Invece dobbiamo essere i primi a crederci. In “Boulevard” (brano di Sanremo Giovani, ndr) canto che nessuno si salva da solo, ma il bisogno dell’altro ci avvicina, tendere una mano crea una catena umana. E in fondo come possiamo essere pieni di gioia se non abbiamo mai provato la tristezza, se non l’avessimo mai conosciuta come faremmo a sapere cos’è la felicità? È una considerazione che vale a ogni età.

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Cristina Sinelli
Tuta Genny; scarpe Paris Texas.

Ognuno di noi si chiede a che punto è, dove sta andando. “Diamanti grezzi” (la canzone portata al Festival di Sanremo 2024, ndr) descrive l’umanità alle prese con queste domande ed è anche un invito ad abbracciare le nostre fragilità che diventano una forza se ci aiutano a scoprire qualcosa di noi e degli altri. Anch’io sono fragile. Ma crescendo ho imparato ad accettare cose che prima non riuscivo a pronunciare, momenti di crisi legati alla scoperta del corpo, ai sentimenti. Sono maturata nelle relazioni. Perché diventare grandi vuol dire decifrare i segni, sciogliere nodi, prendersi delle responsabilità. E così fare del proprio meglio.

Nello scatto di copertina, Clara indossa Juicy Couture.

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Cristina Sinelli
Top Giuseppe Di Morabito; pantaloni Nike.
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Cristina Sinelli
Top Juicy Couture; pantaloni Msgm