Cose che ho imparato e non sapevo.

Non conoscevo il mio valore: era lì, ma io non lo vedevo. Spesso non si ha percezione del proprio valore. Non parlo del valore dato dallo status, dalle circostanze o in quanto “qualcuno”, ma del proprio valore assoluto come persona, essere umano, donna e giovane ragazza . Ho capito che non si acquisisce valore nel tempo, si è già di valore di per sé, già da bambine. Il tempo poi ci donerà esperienza ma il vero valore è accorgersene al più presto.

Stesso discorso vale per la bellezza. Ho imparato l’autonomia di valutazione: non sopravvalutarsi, né svalutarsi, ma incoraggiarsi e valorizzarsi.

Ho imparato che ho sempre il diritto di chiedere. Ho anche dei doveri, sì, ma prima di ogni cosa ho il diritto di sapere, chiedere, informarmi. Per questo devo stare in ascolto. Quando qualcosa mi spaventa, non la capisco, quando ho un dubbio, ho il diritto insindacabile di chiedere, e di pretendere risposte. I giovani devono cercare ma anche chiedere, per sapere quel che ancora non sanno su istruzione, sesso, sentimenti, strade, senza aspettarsi che qualcuno li informi.

Ho imparato ad essere pro-attiva nei confronti dei miei diritti. Nessuna domanda è banale e ho diritto che mi venga risposto, e se la risposta non è completa, ho il diritto di andare ancora più a fondo e di cambiare interlocutore, se quello che ho di fronte non sa, non vuole rispondere o peggio banalizza la mia domanda.

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Cosmopolitan
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Sempre in materia di diritti , ho imparato poi che si parla di diritti sempre in senso ampio, quando esistono diritti minimi che a prima pelle non percepisci. Per esempio il diritto di restituire gli sguardi, di non accettare e rimandare al mittente la vergogna altrui. Spesso l’altro ti mette sulle spalle il proprio zaino di problematiche, chiusure mentali, ansie. Io oggi le dirotto serenamente al mittente, “riprenditele grazie: sono un problema tuo e non mio”.

Abbiamo poi un diritto stupendo di cui spesso ci dimentichiamo : quello di fissare dei confini. Di dire «No, grazie!». Io ho diritto a non stare dentro una conversazione che mi mette a disagio, di non ascoltare la tua opinione su di me quando lesiva, di non accettare l’altro al di là della mia linea. Prendere distanze dall’amica che ti giudica, che pretende il tuo tempo o che chiama sempre e solo per raccontarti di quanto sta male, ma non ti chiama per andare a fare le cose belle fosse anche fare la posta sotto l’albergo dei Maneskin.

Ho imparato che nelle relazioni nessuno ha il compito di salvare nessuno.

Ho imparato che non c’è un’età per le cose . Com’è vero che puoi fare tutto sempre, è vero anche che l’energia che avevo a 30 anni e poi a 40, a quasi 50 non ce l’ho più. Oggi ho un’altra energia, che è un’energia minore, che doso meglio, che seleziona. A 20 e 30 anni, come è giusto che sia, vuoi e puoi assaggiare tutta la vita e ancora non ti viene mal di pancia. Essere consapevoli della propria età è una forma d’intelligenza, è importante avere chiaro che, per un milione di motivi, le cose che fai a 29 potresti non farle più a 49. Devi saper riconoscere cosa vuoi e cosa ti piace, e se non lo sai, allora scoprilo!

Non bisogna mai accontentarsi di un senso apparente, bisogna scendere ed ascoltarsi senza paura. Se ci si ferma un attimo si sente chiaramente la propria voce interiore. Magari non riesci a capirla tutta al primo colpo, però non ignorarla, prova ad ascoltarla. Sperimenta. Mal che vada, butti via.

Rispetto il mio corpo, oggi, e quello degli altri tutti, sia in termini materiali che espressivi. E qui torniamo al primo punto: prima capisci il tuo valore come persona unica su questa Terra, prima accetterai anche l’unicità di tutti gli altri . Vale allo stesso modo chi ha studiato tantissimo e chi è rimasto in superfice, chi si occupa e chi preoccupa, l’eroe e l’antagonista. Anzi l’antagonista è prezioso perché ti rompe i coglioni e mettendosi di traverso ti mostra quali sono le tue fragilità e i tuoi punti di deboli.

Poi c’è un diritto che perdiamo per strada al minuto uno. Il diritto di opporci al pensiero unico. Anche quello che abbiamo su noi stessi. Noi non siamo solo quello che siamo nel momento attuale, siamo la somma di tutte le nostre “io” e nessuna parte di noi muore mai. Non muore mai la bambina che siamo state, la preadolescente, la ragazza, la giovane donna, la prima quarantenne, la quasi cinquantenne di oggi . Nessuna delle nostre identità interiori morirà mai, coesisteranno sempre, impegnate dentro di noi in un dialogo costante. Prima ci si allena a essere empatici con loro, ad ascoltarle ed a conviverci, tanto più ne trarremo forza in una sorta di multiverso infinito di esperienze che vive nel presente.

Fondamentale, infine, oltre ad ascoltarsi, accettarsi e accogliersi. Quando stai scomoda, aggiusta la tua seduta. Dai una carezza alla bambina interiore, alla quasi cinquantenne, attiva il dialogo interiore con tutte le tue età perché ne hai bisogno. Non ho avuto figli, ma il dialogo interiore con le piccole me mi riporta a guardarmi con gli occhi di una madre “cosa farei se fosse mia figlia”. Io ho bisogno della mia teenager che mi tira per la giacca quando mi abisso e mi dice: “Oh, stiamo lavorando troppo, adesso scialla e andiamo a fare il bagno nel fango con Regina (il cane).”

La mia ragazza interiore mi ricorda che oggi posso smettere di avere paura di fare una telefonata, o di rimanere sola, perché quella è la sua paura, quella di allora, non la mia di adesso. Nessuna delle persone che siamo state sparisce ed impadronirsi di questa relazione ci libera nel presente . Quelle paure, quelle mancanza, quell’incidente, quella brutta notizia di quel giorno continua a stare lì dentro di te , ma non ha più senso che risuoni allo stesso modo nella tua vita di oggi. Di quante cose hai ancora paura oggi che invece sono là nel tuo passato ? Se ci pensi è incredibile come ci attacchiamo ad incubi vetusti e non a tutte le cose belle che abbiamo sperimentato dopo.

Ci vorrebbe ogni sera l’inventario personale della giornata : desideri, gratitudini, conquiste, fallimenti, risentimenti e paure che restano. Cosa tengo e cosa butto di oggi?. Se ci pensi lo facciamo per ogni cosa: l’armadio due volte l’anno per il cambio di stagione, la lista della spesa, il check della “to do list” a lavoro, gli insight del tuo profilo social. Ma su di noi mai che facciamo un bel cambio di stagione consapevole. “Paura di non riuscire? Quella di quando avevi 8 anni? Buttiamola, non serve più ora che di anni ne hai 49! “ Facendo spazio ti accorgerai di avere un sacco di roba buona dentro di te che non vedevi più.

Questo funziona anche con i pensieri al futuro!

Stamattina per esempio mi sono svegliata con al mood catastrofico di quando avevo 13 anni, e mi sono angosciata immaginando qualcosa che non vorrei accadesse ma che la mia testa dava per certo. Poi mi sono fermata e mi son detta : “ Ma sei fuori? Davvero sto modificando l’umore della mia giornata per qualcosa che non è ancora successo? Davvero sto lasciando così tanto spazio alla mia adolescente interiore con autostima zero che si è già proiettata sconfitta nel futuro?”. Prego, riprendere il controllo dell’oggi grazie, con l’aggiunta di un sano ottimismo. Farò del mio meglio e sarà quel che sarà , ma intano oggi vediamo di goderci il viaggio.

Testo raccolto da Lavinia Farnese.