Parole di lui & parole di lei Facci caso, i maschi dicono «Ho comprato», le femmine «Ho preso». In pratica, secondo voi il negoziante non vende le cose: le tiene lì in attesa che le legittime proprietarie passino a prenderle. Sentirsi dire da un'amica: «Facciamo shopping?», poi, vi causa un'eccitazione analoga alla proposta: «Facciamo sesso?» da parte di un uomo. Eppure, le stesse parole rivolte a un maschio (etero) rischiano conseguenze davvero devastanti: sofferenza, senso di smarrimento, crisi di nervi, panico.
Il sondaggio La società americana di marketing Yankelovich ha chiesto a volontari di entrambi i sessi di descrivere come vivono lo shopping. Ebbene, per il 67% delle donne è un'esperienza rilassante ed eccitante. La pensa così solo il 37% tra i maschi. Che diventano ancora meno (29%) se l'obiettivo sono capi d'abbigliamento (so che ti stai chiedendo: «Perché, cos'altro poteva essere?»).
Facciamo chiarezza Aver qualcosa di nuovo e stiloso da mettere piace anche a noi. Ma ci sono alcuni problemi fondamentali. Il primo è che viviamo il negozio di abbigliamento come un territorio nemico. Abbiamo la paranoia di essere giudicati per ciò che sceglieremo, e poi disapprovati dai nostri simili casomai ci presentassimo con qualcosa di "troppo fighetto". E poi, ai capi esposti mancano dettagli quantitativi per noi fondamentali: quella giacca, per esempio, quanta memoria ha? Cosa consuma in litri? Qual è la gradazione alcolica?
Scarpe, scarpe, scarpe! Sigmund Freud si è chiesto per anni come funzionasse la mente femminile. Be', pure noi. C'è una parte del nostro cervello che gira a vuoto da secoli, quella preposta a capire come mai una donna, vedendo in vetrina un paio di scarpe comode, basse e nere, entri nel negozio per uscirne un'ora dopo con sandali verdi tacco 12 e un inalterato fabbisogno calzaturiero. Per lui, infatti, i sandali hanno preso il posto delle scarpe nere, e dunque per oggi con le calzature il discorso sarebbe chiuso. Errore! Nella mente di lei persiste il modello basso & comodo come un ideale supremo cui tendere. Già, nel negozio a 300 metri più in là.
Limiti maschili Il più grande è non capire che maggiore è la ressa nello store, e più una donna ci DEVE entrare. L'altro è pensare che lei provi i vestiti con l'idea di acquistarli. Che ingenuità. E il bello è che non ci arriviamo nemmeno dopo ore di attesa ai camerini. A quel punto, lui si guarderà in giro desolato, cercando di ricordare come è finito lì. Sa vagamente di essere uscito con una donna, ma poi, che cosa sarà successo? Ogni tanto una porta si spalanca e una ragazza lo interroga: «Di' la verità: mi fa il sedere grosso?». A lui pare di ricordare quel volto, dai tratti più o meno familiari, ma è passato troppo tempo e non è più sicuro di niente.
La soluzione Se vuoi fare shopping in modo felice con il tuo uomo, dunque, ti conviene tenere conto di alcune priorità. Il tuo primo obiettivo sarà tagliare corto. Quindi, piazzerai strategicamente lungo il percorso alcune pause che lo facciano uscire dal coma. Cruciali un paio di tappe in store di telefoni oppure videogiochi (potrebbe esserne uscito uno nuovo con zombie da crivellare). Da non sottovalutare, poi, i prodotti per il corpo: si sa, l'uso maschile di spray e creme
è in crescita, rispetto al passato. Certo, tra flaconi e vasetti, la differenza di categoria viene fuori come nel pugilato: tu sei Rocky, lui Topo Gigio. Perciò è anche il caso di tenerlo buono piazzandolo davanti ai tester o chiedendo campioni gratuiti pour homme. È una subdola tecnica simile a quella usata per i bambini: gli piazzi in mano il giocattolo e ottieni 5 minuti di quiete.