Sai come dicevano i latini? "Mens sana in corpore sano", quante volte l'hai sentito dire? Eh già: per stare bene davvero bisogna prendersi cura del corpo e della mente, ma questo vuol dire anche essere attente alle proprie emozioni. Il vero benessere, infatti, è quello che ci riguarda a 360 gradi. L'hanno pensata così Nadia Padigada ed Elisa Bartoccioni, life coach e personal trainer, quando hanno deciso di dare il via al progetto My Emotional Training, un percorso che aiuta a prenderti cura del tuo fisico con il fitness e della sfera emotiva grazie al coaching. 

Nadia ed Elisa sono anche le nostre guide nella sfida della #CosmoRunCrew che coinvolge la redazione di Cosmo ma anche te: se vuoi correre con noi puoi farlo ogni martedì a Milano, oppure seguire i nostri racconti e i consigli delle esperte. 

Il progetto My Emotional Training è partito lo scorso autunno, ma c'è voluto un po' di tempo perché prendesse forma. Se il lavoro di Nadia ed Elisa ti incuriosisce, ecco che cosa ci hanno raccontato di loro. 

Com'è nata l'idea di lavorare insieme unendo fitness e coaching?Elisa: «Io ero già una personal trainer mentre Nadia si occupava di Risorse Umane. Ci eravamo conosciute da poco ed eravamo in India per un viaggio quando abbiamo riflettuto sui nostri rispettivi lavori: entrambe infatti ci occupiamo delle persone, io per quanto riguarda il fisico e Nadia per la parte legata al lavoro e all'arricchimento personale. Si è trattato di un pensiero e per anni non ci siamo più tornate sopra. Nel frattempo io continuavo a sentirmi insoddisfatta lavorando in azienda come fitness manager. Credo tanto in quello che faccio e mi piace l'empatia che si crea con le persone, ma non amo le logiche aziendali. Ho sempre voluto aiutare le persone ma a modo mio».

Nadia: «Piano piano abbiamo sperimentato insieme quello che significa prendersi cura di se stesse, del proprio corpo e della propria emotività. Ha iniziato prima Elisa a lavorare come libera professionista poi ho cominciato anch'io a sentire il desiderio di fare qualcosa di mio, di uscire dall'ufficio per poter esprimere le mie idee». 

Quali sono stati i passaggi che avete fatto prima di arrivare alla formula coaching + fitness?Elisa: «La molla che ci ha spinto a trovare un lavoro in cui essere libere ed essere noi stesse è stata la consapevolezza che finalmente eravamo protagoniste della nostra vita privata, ma per almeno otto ore al giorno dovevo privarci di questa sensazione di libertà. Però, naturalmente non sono mancate le difficoltà e abbiamo impiegato quattro anni prima di capire in che modo entrambe potevamo fare qualcosa che ci rendesse felici anche nella professione». 

Nadia: «Durante questo tempo abbiamo fatto alcuni tentativi prima di arrivare al mio amore per il coaching e a capire che potesse essere pratico e divertente proprio come il fitness. Ho conosciuto il coaching in azienda. Mi è piaciuto moltissimo perché vedevo dei miglioramenti nelle performance delle persone. Sono rimasta stupita delle potenzialità di questo strumento così ho lasciato il lavoro da dipendente e ho iniziato il master per diventare coach certificata. Nel frattempo in Accademia della Felicità abbiamo preso parte a una giornata chiamata Da sogno a progetto. In quell'occasione abbiamo parlato della nostra idea, trovando molte persone entusiaste che ci hanno spinto a fare il primo passo. Abbiamo cercato di capire come potevamo renderlo realtà. Da quel momento abbiamo cominciato a crederci». 

Siete partite seguendo un business plan?Nadia: «Poiché era chiaro che non saremmo riuscite a fare il classico business plan, ci siamo affidate a una pianificazione creativa. Ci siamo prese un anno per valutare e studiare l'andamento del nostro lavoro. Abbiamo iniziato con i consigli del libro The right - brain Business Plan di Jennifer Lee. Grazie a questo manuale abbiamo scoperto che cosa ci serviva, per esempio un sito, la newsletter, un profilo social e ci ha dato una direzione per iniziare la nostra nuova impresa». 

Qual è stato l'aspetto più impegnativo?Nadia: «Il sito è stato il progetto principale, lo abbiamo presentato a maggio ma siamo operative da settembre 2015. Siamo due professioniste ognuna con partita iva, lavoriamo insieme e potremmo collaborare con tante altre figure professionali. Si tratta di un progetto aperto».

Avete anche fatto un investimento economico?Elisa: «A parte le spese mensili della palestra, abbiamo speso poco meno di dieci mila euro, ma abbiamo cercato qualcuno che ci aiutasse per il sito, per la comunicazione sui social network e abbiamo chiamato anche un fotografo. Per costruire un sogno arriva il punto in cui ti rendi conto che devi allungare la mano e chiedere aiuto. Una visione esterna ti aiuta a vedere meglio il tuo obiettivo».

Come siete riuscite invece a collaborare tra voi?Nadia: «Ci dividiamo i compiti in base a quello che è più adatto a noi, per esempio se c'è un evento in cui è importante coinvolgere le persone interviene Elisa, se c'è un progetto da seguire per la parte organizzativa ci penso io».

Elisa: «Si lavora bene con qualcuno quando impari ad accettare che non puoi fare tutto. Bisognerebbe fare una mappa per individuare i propri talenti, ma anche i propri limiti. Una volta che sei consapevole di questo sei molto più disponibile a donare il tuo talento a chi ti è a fianco e con molta umiltà capisci che quello che ti dice l'altro non è una critica, ma qualcosa che ti può arricchire».

Qual è la caratteristica del vostro lavoro?Elisa: «Ideiamo un percorso personalizzato nel quale sei sempre tu la protagonista, seguiamo le tue esigenze e in base a queste stabiliamo gli incontri. L'obiettivo è fare in modo che chi viene da noi acquisisca dal primo giorno la consapevolezza del proprio corpo e delle proprie emozioni e impari la capacità di motivarsi continuando nel tempo a non smettere mai di prendersi cura di sé». 

Sei curiosa di provare il loro metodo? Il 20 febbraio Nadia ed Elisa organizzano un workshop My Emotional Time (a Milano al prezzo di 40 euro). 

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