Lisbona è azzurra. Come la luce del suo cielo, le piastrelle azulejo che ne ornano le facciate dei palazzi, le vie sinuose pervase dalla brezza profumata al tramonto. Lisbona è azzurra perché lo è ciò che la circonda, come l'acqua del fiume che ne lambisce i confini, prima di sfociare nell'oceano. Lisbona è azzurra e lo è anche in inverno. Lo si scopre se in un giorno di dicembre (o di gennaio, o di febbraio, o di marzo), si prende un aereo, e si vola a sud-ovest della penisola iberica, sul delta del Tago, per visitare una delle città europee più belle del mondo.

Si arriva di pomeriggio, accolti da un'atmosfera mite e luminosa che, nonostante la stagione fredda, promette di accompagnarci nei giorni seguenti alla scoperta della città portoghese. L'arco temporale di un weekend lungo è sufficiente per visitarne le attrazioni più celebri, godere della cucina speziata e appetitosa, camminare per i quartieri tipici che si inerpicano sui suoi sette colli. Ma è anche la durata perfetta per innamorarsi della sua lingua e degli abitanti che la parlano, per rendersi conto che da lì non si vorrebbe tornare più.

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A guidarci è Carmo, esperta della città che, insieme a Visit Lisboa, ha organizzato il soggiorno attraverso una selezione curatissima e molto speciale di luoghi e racconti che lasciano sorpresi anche chi Lisbona l'ha già visitata. È lei a raccontarci il passato di un luogo che ha imparato a ricostruirsi, dopo il 1755, quando un terremoto rase al suolo quasi interamente l'impianto medievale, e di un popolo che spesso si dimentica ha influenzato le culture di tutto il mondo. Mentre sorseggiamo té caldo - in portoghese chá, presso la pasticceria storica Confeitaria Nacional, a Santa Maria Maior, Carmo racconta che fu una principessa portoghese, Caterina di Braganza a introdurre il rito del tè in Inghilterra. Allo stesso modo le pietanze fritte, proprio come i dolci della tradizione, golosi e fruttati, per lo più di preparazione vegana, che mangiamo insieme al té al gelsomino, sono arrivate in Giappone dal Portogallo, dove anche la lingua neolatina ha lasciato la sua impronta: tempura dal latino tempora, "frittura", arigato, da obridago, "grazie".

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La merenda inaugura il nostro weekend lungo: ad attenderci ci sono escursioni panoramiche, visite artistiche in bilico fra modernità e tradizione, ristoranti locali per lasciarsi conquistare dalle pietanze tipiche, una gita in tram fra i quartieri più famosi, il negozio più antico per acquistare il té migliore d'Europa, locali dal design ricercato, hotel che sono una coccola di inizio e di fine giornata.

Con un viaggio in inverno a Lisbona, Cosmopolitan inaugura #FuoriStagione, la rubrica per scoprire cosa fare nei posti del mondo anche quando li si visita durante un periodo dell'anno non convenzionale. La prima puntata si scopre qui e vi offrirà spunti d'interesse per organizzare il vostro prossimo fine settimana all'estero.

Perché se Lisbona è azzurra in inverno, figuriamoci in primavera.

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Visitare Lisbona in 36 ore. Giorno #1

Tea time passato, è l'ora di lasciare le valigie in albergo. Fra le opzioni favorite c'è l'Hotel Lisboa Plaza, situato lungo la Avenida da Liberdade, nel cuore della città. Inaugurato nell'aprile del 1954 e ristrutturato nel 2015, questo hotel è da sempre gestito dalla stessa famiglia e forse per questo l'atmosfera familiare, rilassata fa sentire accolti e proprio agio.

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Ideale per chi ricerca un'atmosfera sofisticata e al tempo stesso fantasiosa è, sempre in centro, The Ivens, an Autograph Collection Hotel: caratterizzato dal design ricercato e un'estetica di ispirazione tropicale, The Ivens offre inoltre diverse esperienze gastronomiche, dal ristorante italiano Rocco, il Crudo Bar (qui una menzione d'onore alla collezione fotografica dedicata al mondo mediterraneo) e il Gastro Bar, per una selezione di drink inaspettati e vini pregiatissimi, il tutto completato da un dj set diverso per ogni giorno della settimana. Da valutare anche l'Heritage Avenida Liberdade, il cui palazzo dalla facciata blu era nell'Ottocento dedicato al commercio del té ed è stato oggi riconvertito ad albergo ma mantenendo la maggior parte degli arredi originari.

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Per il tramonto – e una delle viste migliori per comprendere la morfologia unica della città, imperdibile è l'Elevador de Santa Justa, che collega la parte bassa del centro, in particolare il quartiere di Baixa, con la zona superiore di Largo do Carmo. Una volta arrivati su, ci si ritrova davanti a un ex convento oggi diventato il Museu Arqueológico do Carmo. Da qui si può godere di una vista panoramica su Lisbona mozzafiato. A questo punto non resta che recarsi alla Casa Portuguesa del Pastel de Bacalhau per gustarsi un aperitivo a base del piatto tradizionale portoghese, fra cui le crocchette di baccalà fritte.

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Visitare Lisbona in 36 ore. Giorno #2

Si dedica la mattina del secondo giorno alla visita al Museo del Tesoro Reale e i Gioielli della Corona il quale, da quanto è stato aperto a giugno 2022 all’interno del Palazzo Nazionale di Ajuda, espone in modo permanente gran parte dei beni antichi dell’ex Casa Reale portoghese, opere appartenenti alla Corona e provenienti da ex collezioni private dei vari membri della famiglia reale portoghese. La collezione è costituita da gioielli preziosissimi, insegne, monete, pezzi di oreficeria civile e religiosa, fra cui la pepita d'oro ritenuta essere la seconda più grande del mondo.

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Dopo aver raggiunto in macchina la cattedrale di Santa Maria de Belem e la torre sul mare, si risale costeggiando il Tago verso la città, godendo della vista del ponte 25 Aprile che ne collega le due sponde e la cui architettura non può che richiamare all'occhio quella del Golden Gate di San Fransisco. Nei pressi nel ponte, vale la pena una tappa nel quartiere di Alcântara, un tempo sede di una delle più grandi zone industriali del paese e oggi convertita a hub creativo. Qui si trovano negozi di design e abbigliamento, gallerie d'arte, ristoranti e la Livraria Ler Devagar.

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Per raggiungere la cena, si consiglia una passeggiata nel centro della città fino a raggiungere il Chiado, quartiere caratteristico situato tra il Barrio Alto e la Baixa, fino a Rua Alecrim. Qui, con previa prenotazione, si potrà godere di un pasto di tradizione locale rivisitato attraverso chiave contemporanea nel ristorante del palazzo ottocentesco del Chiado, in una location unica, fra statue, soffitti affrescati e scalinate in pietra.
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Visitare Lisbona in 36 ore. Giorno #3

L'ultimo giorno è dedicato alla visita della Fondazione Gulbenkan, un complesso comprendente due sedi, il Museo Calouste Gulbenkian e José de Azeredo Perdigao Centro di Arte Moderna, oltre che una sala concerti e un parco pubblico caratterizzato da un'estetica brutalista. La Fondazione fu completata nel 1969 ed è una delle opere architettoniche più importanti del Portogallo la cui struttura fu progettata da Ruy Athouguia e Pedro Cid. L'esposizione permanente include opere che spaziano dall'arte egizia a quella islamica e cinese, passando per capolavori d'arte contemporanea fra cui si annoverano opere di Rubens, Turner, Manet e Monet, e la collezione di gioielli art nouveau di René Lalique, di cui Gulbenkian fu uno dei più grandi mecenati.

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Nelle ultime ore del pomeriggio resta il tempo per un giro nel centro di Lisbona sul mezzo di trasporto più caratteristico del luogo, il tram, che si arrampica sui colli della città offrendo un'esperienza panoramica irrinunciabile. Si chiude la terza giornata – e il fine settimana a Lisbona – sorseggiando un cocktail a cavallo fra storia e unicità al 18.86, in una cornice di design sorprendente ma sofisticato.