È passato più di un anno da quanto abbiamo cominciato a rinunciare a un sacco di cose, piccoli mattoncini della nostra vita che prima davamo per scontati e ora non più. Incontrare gli amici e tirar tardi in un locale. Andare all'università. Baciare qualcuno solo perché ci va. Fare sesso con una persona che non si conosce bene. Svegliarsi la mattina dopo e decidere di volerci provare, a costruire una storia, perché magari ne vale la pena.

Oltre ad aver congelato progetti e viaggi, ambizioni e sogni, la pandemia sta anche bloccando quella voglia innata di conoscere persone e costruire relazioni. E trovare l'amore ai tempi del Covid sta diventando una sfida non indifferente, un'impossibilità che si estende anche alle storie puramente sessuali. La paura del contagio, la diffidenza generalizzata e - ultima, ma non ultima - la distanza fisica e sociale che si allarga e si restringe a seconda della gravità della situazione, non aiutano a tenere viva la finestra delle relazioni. Amplificando, di fatto, una specie di angoscia diffusa di rimanere soli (che nel linguaggio scientifico si chiama anuptaphobia) e spingendo alcune persone a spegnere l'interruttore delle pulsioni "perché tanto non ne vale la pena". Di queste e di altre sensazioni abbiamo parlato con la psicologa e sessuologa Sara Rosato.

AAA cercasi amore e sesso durante la pandemia. Ma lasciarsi andare è difficile (lo sappiamo)

Il Covid ci lascerà in eredità frustrazione e diffidenza, oltre che un sacco di abitudini nuove e di priorità riviste e capovolte. La rivista scientifica Nature, già alla fine del 2020, provava a fotografare le ripercussioni sulle relazioni di ogni tipo dopo lo scoppio della pandemia, analizzando non solo quelle tra familiari, amici o coinquilini ma anche tra partner occasionali, impossibilitati anche solo dall'incontrarsi fisicamente. Risultato: siamo tutti bloccati, congelati, fermi. E questo può intensificare l'ansia, la paura, la sensazione di sconfitta e mancanza di prospettiva.

Nonostante le evidenze scientifiche dicano che non ci si può passare il Covid con un rapporto sessuale ma solo tramite droplets e contatto diretto o indiretto sulle superfici contaminate, è chiaro che lasciarsi andare con chi non si conosce bene non è certo una cosa facile. Secondo la sessuologa Sara Rosato che abbiamo sentito per approfondire il tema, quest'ultimo anno ci ha "disabituati a salutare persino i nostri cari con un abbraccio o un bacio come eravamo soliti fare". Figuriamoci il resto del mondo.

essere single in pandemia è un gran casinopinterest
Klaus Vedfelt//Getty Images
La paura di rimanere soli in linguaggio tecnico si chiama anuptaphobia.
L'interruzione improvvisa di tutte quelle opportunità sociali per incontrare persone nuove ci ha spostati tutti online: prima ci vedevamo nei locali, a scuola, nei parchi. Oggi, a seconda delle restrizioni, ci incontriamo raramente, il più delle volte virtualmente. E questo brusco cambiamento ha portato inevitabilmente all’isolamento di tutti quelli che non si ritrovano in questa modalità, innescando così un meccanismo di solitudine e conseguenti blocchi comportamentali.

L'altra grande paura è, ovviamente, quella di contagiare o essere contagiati, innescando una catena che si amplifica anche in famiglia. E quindi, secondo la sessuologa, "abbiamo in qualche modo sviluppato una diffidenza generata sicuramente dal timore di entrare in contatto con il virus e di contagiare ulteriormente le persone che ci circondano".

A lungo andare, tutto questo può innescare un circolo vizioso di isolamento, ma anche provocare sensazioni di ansia e angoscia. E tutto questo non solo è normale, è umano e soprattutto non è eterno. Puoi scommetterci.

Il distanziamento sociale ha ucciso il sesso occasionale?

Il sesso, in questo quadro, è ancora più complicato. Forse, dopo la sfera del benessere mentale, è questo l'aspetto della vita delle persone più colpito in assoluto. Considera che anche chi ha una relazione stabile, soprattutto in periodi di lockdown (come dice questa ricerca), ha perso la voglia di stare col partner e di avere con lui o lei un rapporto intimo. Quindi si tratta proprio di una sorta di abbassamento della libido generalizzato.

La difficoltà ad instaurare relazioni ruota intorno alla capacità di accogliere le nostre emozioni senza respingerle: noia, rabbia, mancanza di fiducia, paura sono tutte facce della stessa medaglia. La soluzione per uscire dall'impasse? Provare a creare un rapporto diverso con la sessualità, anche se mai sperimentato in precedenza. Dare spazio a fantasie, stimoli olfattivi o visivi, aiutarsi con i sex toys o sfruttare il sexting in attesa dell'incontro vero e proprio sono ottimi modi per amplificare e imparare a riconoscere ciò che proviamo.

"Ho perso la voglia di fare sesso. Perché mi sento così?"

Un calo del desiderio sessuale in questo periodo può essere legato non solo alla prolungata assenza di rapporti sessuali, ma anche a tutta una serie di altri fattori correlati alla pandemia: le lezioni a distanza, i ritmi di lavoro stravolti, l’eventuale perdita di persone care, le preoccupazioni legate a problemi economici, la paura del contagio sono tutte cause dirette. Questo scenario è emerso già nella fase del primo lockdown e si è esteso anche nei periodi successivi.

Il grande errore che facciamo, secondo la sessuologa, è slegare la sessualità dagli altri aspetti della nostra vita personale. In realtà è tutto legato da una catena invisibile, che quando si sposta fa oscillare gli altri elementi - autostima, resilienza, capacità di adattamento, paure - come su un'altalena.

Non fare sesso per lunghi periodi, insieme al mix di fattori contingenti alla pandemia, può generare una perdita di interesse dalla durata variabile. Nel momento in cui si sperimenta questo calo del desiderio diventa fondamentale prima di tutto non allarmarsi e, allo stesso tempo provare coltivare una serie di attività legate al piacere in generale, prendersi del tempo per sé da dedicare esclusivamente agli interessi e passioni personali.

Non soltanto nella sfera sessuale, ma anche in quella del self-care.

Il sesso e l'amore virtuale hanno soppiantato le relazioni personali?

    I rapporti sociali online si sono intensificati in questo periodo. E non ci sarebbe nulla di male, se poi passassero dal virtuale al reale. Solo che, spesso, non si può.

    App di dating e social sono come una piazza, in cui si ha la possibilità di incontrare persone. Si può scegliere di aprire un canale comunicativo con chi ci piace, sfruttando i plus di questi mezzi di comunicazione che probabilmente avremmo più difficoltà a mettere in atto dal vivo.

    Ok, ma quindi rimarrò single per sempre?

    La sensazione di essere diversi dal resto del mondo, soli e soprattutto "diversi", può spingere a pensare di essere destinato alla solitudine. Non è così.

    Il modo in cui viviamo le relazioni è fortemente influenzato da fattori culturali: in questo caso non essere impegnati in una relazione (sentimentale o sessuale) può incidere negativamente sull’autostima. E questa sensazione di disagio può crescere ulteriormente se nella vita precedente la pandemia si era abituati ad avere una vita sessuale o sentimentale normale e attiva.

    Insomma, sei single ora e questo pesa. E non fai sesso per tutti i motivi (comprensibili) legati alla pandemia e al trend globale di diffidenza e paura. Anche questo non è il massimo. Però se ti senti triste e in mood #foreveralone sappi che non è una sensazione così strana, piuttosto è veicolata (e amplificata) dalla situazione. E le difficoltà oggettive nell'instaurare legami di ogni tipo - o consolidarne altri - ti fanno rimanere in questo loop.

    Secondo l'esperta Sara Rosati però devi concentrarti sulla parola "periodo". Questo della pandemia è, appunto, un periodo nella vita. Non sarà la nostra vita per sempre.

    Bisogna vivere questo momento come un momento, che, così come è iniziato, sicuramente avrà un termine. Anche se ci sentiamo stanchi, abbiamo perso la speranza e soprattutto non vediamo vicina la parola fine.

    E questo vuol dire che devi considerare queste emozioni come contingenti, non come universali ed eterne. Insomma, se la vedi così è sicuro che andrà meglio: siamo esseri umani, il nostro "lavoro" principale è adattarci emotivamente e fisicamente alle situazioni. Calibrando ciò che proviamo al qui e all'ora rimaniamo ancorati alla realtà senza proiettarci troppo in quel futuro che ci fa paura. Ed è questa la nostra arma più potente, non abbiamo dubbi.

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    Giovanna Gallo

    Da un decennio, per lavoro, scrivo di famiglie reali, psicologia, attualità e cultura pop, oscillando tra il web e la carta stampata. Il destino vuole che la mia professione coincida con una passione, quella per il giornalismo di costume, nata quando avevo sei anni, che male non fa. Quando non scrivo chiacchiero molto, guardo serie tv, mi sposto tra la Calabria (dove sono nata) e Torino (dove vivo) e ripenso nostalgica agli anni Novanta.