Con un piccolo sforzo di fantasia devi immaginare chi scrive seduto in auto, a piangere come una matta mentre parla al telefono con sua madre. Succedeva un anno fa: prima che il mondo cambiasse, che una pandemia mondiale si mettesse di mezzo tra noi e la vita che conoscevamo. Piangevo - così credevo - perché mi sentivo sopraffatta: dal carico mentale (ovvero quella sensazione di fare tutto per tutti, di avere mille pensieri e di non ricevere nulla in cambio), dallo stress personale, dalle piccole cose della vita che si accumulano da qualche parte nella testa e fanno un mucchietto difficile da spazzare. E dall'ansia, la mia old friend.

Non pensavo che sarei finita da uno psicoterapeuta, ma un certo punto, mentre frignavo con mia madre, mi è venuta un'illuminazione. Hai presente quella famosa lucina che si accende dove prima c'era buio totale? Sbam, accecante. Dal nulla - io che ho sempre pensato di conoscermi stra-bene e di essere lucida, razionale, equilibrata - ho capito che la mia strada poteva (e doveva) essere fare terapia.

Il tempismo, per una volta, ha regalato #unagioia: ho trovato una psicoterapeuta prima che il Covid-19, il lockdown e tutto quello che è successo nella primavera 2020 mi corrodesse lo stomaco dall'ansia e dal panico. Come è successo a tutti, a troppi. Prima di persona, poi su Skype, settimana dopo settimana: un lungo, metodico "unisci i puntini".

Hai presente quelli dell'enigmistica? Io ho capito che la terapia fa proprio questo: ti aiuta a mettere insieme un puzzle, a trovare quel malefico pezzo rimasto capovolto sotto tutti gli altri e a metterlo al posto giusto. Non ti svolta la vita, te la alleggerisce.

Ti aiuta a vederci chiaro. Non è che sei matta se vai dallo psicologo o dallo psicoterapeuta, anche se lo stigma c'è ancora: in tanti pensano che parlare con qualcuno sia sintomo di debolezza.

perché parlare con uno psicologo fa benepinterest
Klaus Vedfelt//Getty Images
Perché parlare con qualcuno ti fa bene. Sempre.

Altri si dicono (lo facevo anche io): ho amiche, amici, un partner, genitori fantastici con cui parlare e che mi ascoltano. Basterà. Ma no, a volte non basta. Un'altra remora sull'andare dallo psicologo per avere sostegno o dallo psicoterapeuta per iniziare una vera e propria terapia è che ci debbano andare solo quelli con disturbi mentali seri e patologici, ma minimizzare le proprie emozioni e i propri stati d'animo non serve a niente: non è una gara a chi sta peggio, c'è solo come ti senti tu, in quel momento preciso della tua vita.

A cosa serve lo psicologo o la psicoterapia? A unire i puntini (e vederci chiaro)

Digiuna di terapia com'ero, quando ho realizzato di voler iniziare ho chiesto aiuto a un'amica che fa appunto la psicoterapeuta: mi ha indirizzato lei verso l'approccio giusto per come mi sentivo (il mio è il sistemico-relazionale, che analizza il tuo mondo in base alle tue relazioni).

Certe corde non vanno toccate, perché ti tengono in equilibrio: quindi non solo scegliere la persona giusta con cui parlare e che non ti fa sentire giudicat* è importante, ma anche trovare un approccio terapeutico adatto lo è.

A livello di psicoterapia di derive ce ne sono un'infinità - come l'EMDR che fa anche Chiara Ferragni, la comportamentale, la transazionale - e tutte hanno un modo di scavare differente. Provare diversi approcci in sedute conoscitive iniziali è un modo per capire se quel "vestito" calza bene, o se ci vuole una taglia diversa o addirittura un modello diverso. Senza arrivare alla terapia, puoi anche partire da un consulto con uno psicologo: può essere altrettanto importante e utile, soprattutto se sei a caccia di un sostegno o un piccolo consulto.

La pandemia ha cambiato anche la terapia: non immaginarti lettini e tende socchiuse come nei film, ma il tuo schermo del computer e una videochiamata. Forse non è il massimo iniziare un rapporto così intenso in questa modalità, ma senza mascherine a coprire le tua espressioni e la mimica facciale (e anche quella di chi ti sta davanti) guadagni in trasparenza e fiducia. Paradossalmente, fissare un consulto con lo psicologo o fare terapia su Skype è anche un modo per tenere le distanze, almeno inizialmente, se un professionista non ti convince (e ci può stare).

A distanza di schermo ho imparato persino a praticare il training autogeno, con la voce della mia psic che mi guidava in cuffia: pensavo di non farcela, invece ci adattiamo a tutto, pure a fare meditazione e respirare profondamente quando fuori impazza la bufera.

Tutti abbiamo bisogno di uno psic: non c'è mica da avere paura

In quest'anno di terapia, ho capito una cosa: quando decidi di voler stare bene, sei già a metà strada.

Ignorare la possibilità della terapia o del supporto psicologico per il proprio benessere mentale è un po' come tenersi un forte mal di testa quando sai benissimo che esistono rimedi di ogni tipo per farselo passare.

E non è neanche una questione economica: così come si risparmia per una borsa, si può mettere da parte un budget salva-testa e investirne un po' per sentirti meglio. Sono i soldi meglio spesi, garantito. Puoi sbarazzarti di ciò che non ti fa stare bene, o almeno capire come gestire quelle emozioni quando ti prendono alla pancia, al petto, alla gola.

L'ansia, la paura, la frustrazione che con la pandemia in alcune persone si sono solo acuite, non sono mica come la mascherina anti-Covid: non è obbligatorio portarsele sempre dietro, sai?