Quando penso all'inizio della mia storia mi viene da ridere, sembra un film... Era il 18 febbraio 2012 e nella mia città c'era l'emergenza neve. Diventata la situazione incontrollabile, il sindaco decide di chiedere l'aiuto dell'Esercito.

Io abito in una strada principale della città e i militari vengono ad operare proprio sotto la mia casa. Vivo con mia nonna e un giorno lei mi chiede di andare a fargli la spesa. Senza voglia, infreddolita, vestita tipo eschimese con sette maglie, otto paia di calzini e addirittura i doposci, scendo per raggiungere il supermercato a piedi e mi sento dire da una voce «Buongiorno signorina»...

Era un soldato, alto, moro, bello come il sole. Passano i giorni e i nostri sguardi, i nostri saluti si incontrano sempre. Poi lui riparte, continuiamo a scriverci, e dopo una settimana mi scrive «Domani sono da te». Si presenta con la divisa elegante. Ho un tuffo al cuore...

Da quel giorno, ogni mattina ho il più bel buongiorno che io possa desiderare. Nonostante le difficoltà, nonostante la distanza, nonostante forse un'imminente missione che lo porterà via da me. Amo lui, come uomo e come soldato.