«Posso usare il tuo numero di telefono a scopo non propriamente professionale?». Così, con semplicità e spensieratezza, Giovanni quel giorno mi ha fatto dire sì, nonostante gli ingranaggi del mio cervello mi imponessero di rispettare il mio status di giovane donna impegnata. Quella mattina era evidentemente felice di vedermi (noi ragazze abbiamo un innato sesto senso: intuiamo sempre quando siamo apprezzate). Credo ci avesse messo del tempo e una gran dose di coraggio per riuscire ad invitarmi a prendere un caffè insieme. «Si certo! Mi sei simpatico!» ho risposto, ignorandoli.

Perché ho accettato? Per leggerezza. Perché desideravo che la sua leggerezza spazzasse via la pesantezza che in quel momento opprimeva la mia vita. Sei anni fa conducevo la mia esistenza con un certo equilibrio, (io equilibrata? Ah ah ah!), tra università, lavoro, mondanità e una relazione apatica che avevo imparato ad accettare. Ed ecco che un baldanzoso giovane bancario riccioluto, senza preavviso, aveva deciso di insegnarmi a volare. Era giugno, il mio mese dell’anno preferito, quando quel sorriso è irrotto nella mia quotidianità.

Giovanni ha scalfito il mio muro di tristezza e mi ha ricoperta di gioia. Ma stavo con un altro e ho avuto difficoltà nel gestire la situazione di “doppio gioco” che si era venuta a creare. Così mi sono presa una pausa da entrambi. Sono andata al mare con Michela, una cara amica, lontano da tutti, lontana dal mio fidanzato e lontana dal mio Amore. Poi un messaggio di Giovanni: «Questa situazione la affrontiamo insieme» e i dubbi sono svaniti!

Non l’avevo compreso immediatamente, ma col tempo ho capito che quest’ultima frase sarebbe divenuta il leit motiv della nostra storia d’amore: nel bene e nel male siamo sempre stati sempre presenti l’uno per l’altra, abbiamo affrontato tutto ciò che ci è capitato stando mano nella mano.

Solo una volta le nostre mani si sono lasciate. Lontani abbiamo sofferto profondamente e durante quella faticosissima prova ci siamo resi conto di essere fatti a modo nostro, un modo speciale che per noi funziona: discutiamo quasi quotidianamente, litighiamo, talvolta urliamo, ma raramente ci feriamo. Spesso piangiamo (ad essere sincera io piango), ma poi... scoppiamo a ridere come due pazzi e balliamo! Balliamo tra i mobili della piccola casa che abbiamo arredato insieme tre anni fa quando abbiamo deciso di vivere la vita insieme. Se esiste un segreto della nostra solidità sta nel desiderio assolutamente spontaneo di condividere.

Sei anni dopo quel messaggio, in una soleggiata mattina di giugno, ho sposato Giovanni! Da quell’indimenticabile, incantato 9 giugno 2012 vivo uno stato di serenità perenne. Sono felice!

Dopo esserci magicamente innamorati ci siamo amati ed è questo il vero miracolo! L’Amore va conquistato e per arrivarci bisogna percorrere una lunga strada, tanto lunga quanto la vita insieme. Certo, la nostra vita è lontanissima dall’essere esemplare: su una bilancia il piatto più pesante sarebbe quello dei problemi da risolvere e talvolta da combattere. Noi però affrontiamo tutto facendo leva sulla forza reciproca, tenendoci pe mano.