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Predisponiti a una settimana ricca di emozioni. L'incipit di Memorie di una geisha di Arthur Golden ci ha ispirato riflessioni e consigli. Leggi qui!

Immaginiamo di essere seduti, voi e io, in una stanza silenziosa affacciata su un giardino, a parlare del più e del meno e a sorseggiare una tazza di tè verde, e che il discorso cada su un fatto avvenuto tanto tempo prima e che io vi dica: «Il pomeriggio in cui incontrai quell'uomo... fu il più bello della mia vita, e anche il più brutto». Sono convinta che mettereste giù la vostra tazza e replichereste: «Be', com'è possibile? Era il più bello o il più brutto? Una cosa esclude l'altra!». Di solito riderei di me stessa, dichiarandomi d'accordo con voi, ma la verità è che il pomeriggio in cui incontrai il signor Tanaka fu al tempo stesso il migliore e il peggiore della mia vita.
Memorie di una geisha, Arthur Golden (Tea, traduzione di Donatella Cerutti Pini)

Forse anche tu, davanti a una tazza di tè verde, porresti la stessa domanda alla geisha Sayuri. Magari l'hai anche fatta a una tua amica quando, pochi giorni dopo essere stata mollata dal fidanzato, ti ha detto, tra un singhiozzo e l'altro, circondata da fazzoletti di carta umidi e stropicciati: «Lo odio, lo vorrei vedere morto!», e 30 secondi dopo: «Lo amo ancora, vorrei tornare con lui!». I sentimenti ambivalenti sono un superclassico delle storie d'amore appena finite. Odiamo per il dolore che ci è stato inferto. Amiamo perché è passato troppo poco tempo e per far sbiadire i sentimenti ci vogliono mesi, a volte anni. In alcuni casi rimaniamo attaccate a un uomo perché ci ricordiamo solo delle cose belle vissute insieme, dimenticando le incomprensioni e le incompatibilità caratteriali. In altri, invece, la rabbia è così tanta che ci fa concentrare solo sugli aspetti negativi della relazione (a partire dal modo in cui è finita), cancellando tutto il bello che c'è stato. Ma, come afferma la geisha Sayuri, la vita è spesso fatta di esperienze al tempo stesso bellissime e bruttissime. E se ci ostiniamo a giudicarle in maniera assolutista (o tutto positivo o tutto negativo) stare male è inevitabile.
Se in questo periodo hai un'amica che si dibatte tra odio e amore, quindi, il favore più grande che puoi farle (oltre a fornirle i Kleenex e un paio di cocktail) è quello di aiutarla a guardare la situazione nel suo complesso. La sua storia è finita, e pure malamente? Ricordale che, finché è durata, lei è stata comunque felice. E che quella felicità tornerà, e magari sarà anche più grande. Con un altro uomo.

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