È una delle autrici più adorate dalle Cosmogirls di tutto il mondo: se non fosse per la fantasia di Candace Bushnell, infatti, Carrie, Samantha, Charlotte e Miranda non esisterebbero... e come si fa a immaginare un mondo senza Sex and the City?

Candace ovviamente ha scritto, oltre al suo più famoso, molti altri libri (Lipstick Jungle e One Fifth Avenue, per esempio) e ora torna in libreria con Golden Girl (Piemme, € 19,50).

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È sempre una storia ambientata a NY. Pandy è una scrittrice diventata famosa per avere inventato Monica, un personaggio di cui il pubblico, il cinema e la pubblicità sono pazzi. Monica è bella, stilosa, fortunata in amore e felice. E Pandy, che ha appena divorziato, non la sopporta più. Vorrebbe farla fuori (infatti il titolo originale del libro è Killing Monica) e non scrivere più di lei, ma nessuno (tanto meno l'industria cinematografica e l'attrice che impersona Monica sullo schermo) sono disposti a perdere milioni di dollari... Riuscirà Pandy a imporsi e riprendere in mano la propria vita?

Questo lo scoprirete leggendo il libro. Intanto, noi abbiamo fatto a Candace 3 domande sul libro. Ecco cosa ci ha risposto.

Sulla copertina italiana del tuo libro si legge questa frase: «Le brave ragazze vanno in paradiso; le ragazze d'oro vanno a Manhattan». Sembra una citazione di Helen Gurley Brown (mitico direttore di Cosmo Usa, ndr) che diceva: «Le brave ragazze vanno in paradiso, le cattive ragazze vanno dappertutto». Helen ha mai ispirato i tuoi libri e pensi che il suo e il tuo lavoro abbiano un impatto similare sulle donne?

«È il mio editore italiano ad aver scelto quella frase. Ad ogni modo, io ero una grande ammiratrice di Helen Gurley Brown e la conoscevo anche personalmente: era una donna eccezionale. È riuscita a portare un grande pubblico di donne verso una forma non radicale di femminismo. Se il mio lavoro ha un impatto simile al suo? Impossibile per me dirlo: lo devono giudicare gli altri!».

Pandy è una scrittrice che ha inventato un personaggio diventato piuttosto "ingombrante" per lei. Per questo vorrebbe metterla da parte e cominciare una nuova vita. Sembrerebbe una trama piuttosto autobiografica, visto che Carrie Bradshaw è uno dei personaggi letterari (e televisivi) più amati del mondo. È così?

«Ho scritto otto romanzi e la prima domanda che mi fanno è sempre: "Sono storie autobiografiche?". E qualche volta vorrei che lo fossero, perché significherebbe che la mia vita è piena di avventure pazze e incredibili! La verità è che si tratta solo di fiction. Se la trama di Golden Girl è pura invenzione letteraria, l'idea che c'è dietro - ovvero che tutti ci creiamo un'immagine "migliore" di noi stessi che presentiamo al mondo e che poi finisce per diventare uno stereotipo - è abbastanza universale».

Nel libro si legge: «Pandy aveva iniziato una serie intitolata Il mondo senza uomini ma poi aveva scoperto i ragazzi». Sembra una posizione un po' sessista. Qual è il tuo rapporto con il femminismo?

«Pandy non è sessista, quella frase è da intendersi in senso ironico. Per quel che mi riguarda, sono una femminista da quando ho memoria. Anche a otto anni, ero una specie di Gloria Steinem (storica femminista americana, ndr) in miniatura!».