Natale, tempo di pranzi e cene con le persone cui vogliamo bene. Ovvero quell'orda di parenti che, tradizionalmente riunita intorno a una tavola di prelibatezze, spesso si lascia andare a commenti inopportuni sulla vita privata di chi non ha una relazione durante le feste. Indelicatezza magari inconsapevole, ma capace di ferire. Si chiama single shaming: è la pratica di criticare e giudicare chi, per scelta o meno, non ha un partner accanto. Ovviamente questa pratica non è attuata solo a Natale ma durante tutto l'anno: lo stigma natalizio è legato al fatto che, sotto le feste, tutti si aspettano di vedere il prossimo felice, e per convenzione culturale dura a morire, si è felici solo se si è in coppia: un retaggio, questo, fortunatamente superato ma socialmente ancora molto sentito da alcune fasce d'età, che, a cascata, si riversa su chi riceve commenti o domande inopportune sulla propria vita sentimentale. Risultato: tra una fetta di cotechino e una di pandoro, il senso di colpa perché non siamo ciò che gli altri vorrebbero che fossimo dilaga.

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In realtà il Natale non solo non rende tutti felici, basta guardare una qualunque delle ricerche legate all'ansia sotto le feste per rendersi conto che fare Christmas shaming contro chi odia lucine e riunioni di famiglia, ma pure avere una relazione per sfoggiarla sotto l'albero, non è obbligatorio. La piaga del single shaming tocca soprattutto le donne, ree di contravvenire, a volte (sacrilegio!) per scelta, a ogni imposizione sociale, tra ci trovarsi un partner, sposarlo e farci dei figli. Come in un effetto boomerang, la pressione e le aspettative imposte dall'esterno spesso generano sentimenti contrari in chi è colpito da single shaming, come un senso di vergogna per ciò che non si ha. Secondo una ricerca di Bumble, app di dating in cui sono le donne a fare la prima mossa, più di una donna su 3 (35%) in Italia si è sentita giudicata per il fatto di essere single e la percentuale sale al 40% tra i GenZ. Questo perché in occasioni come il Natale e Capodanno la consapevolezza della propria condizione di single è ancora più sentita (spesso per colpa degli altri): sempre secondo il report di Bumble, per evitare la pressione dei genitori durante le cene o gli eventi familiari, quasi una donna italiana su 4 (23%) preferisce non partecipare.

Secondo la psicologa ed esperta di relazioni Valeria Locati, «le ragioni di questo presunto "stigma" sono ascrivibili a molteplici fattori - in primis le aspettative culturali e di genere radicate alla "necessità" di una relazione romantica - che generano talvolta situazioni di fortissima pressione psicologica, stress e ansia, arrivando ad impattare sull'autostima individuale». La buona notizia è che, tra i trend di dating del 2024, «le donne sono sempre più insofferenti a rispettare le "timeline" canoniche sul "sistemarsi" e trovare un partner entro una data stabilita. Stiamo riscoprendo una dimensione relazionale sempre più autentica, che mette al primo posto i bisogni e l'ascolto di sé stessi e dove la conferma del proprio status non proviene più in via prioritaria dall'essere parte di una coppia, ma dall'essere anzitutto "interi", e quindi realmente pronti per l'Altro». Insomma, in barba alle domande inopportune dei parenti, a vincere, a Natale, sarà la consapevolezza dell'individualità. In barba a ogni aspettativa sociale, contro ogni domanda inopportuna, oltre qualunque giudizio sulle proprie scelte sentimentali.