Affrontare un lutto è un processo lungo, travagliato, doloroso. Affrontarlo con in braccio quella piccola creatura nata da un amore intenso, coraggioso e travolgente, lo è ancora di più. E così, Francesca Fioretti rimasta senza il suo Davide (Davide Astori) il 4 marzo 2018, si abbandona a un inno d’amore nelle pagine del suo libro Io sono più amore, un’eredità per la piccola Vittoria, un forte messaggio per trasformare la morte in un pensiero forte e luminoso.

“Ho imparato ad abitare il caos e a farne la mia pace, ho imparato a liberare la morte dalle concezioni con cui cresciamo sin da bambini, a farne un pensiero il più possibile luminoso, privo di compatimenti, di morbosità, di timori”, scrive Fioretti nelle pagine del suo libro edito da La Nave di Teseo. Trovarsi improvvisamente faccia a faccia con la morte, talvolta, ti mette davanti a quella consapevolezza di una fine e di un inizio. Quando ti trovi a doverla fronteggiare ti armi di quella corazza propria di un impavido guerriero, la guardi dritta negli occhi e ti rendi conto di non averne più così timore come un tempo.

io sono più amore, il libro di francesca fiorettipinterest
La Nave di Teseo

La compagna di Davide Astori, a distanza di tre anni, è pronta a parlare di quel dolore, per raccontare come quella vita composta da amore, gioia, viaggi, soddisfazioni, sia ormai contenuta in uno scrigno del passato. Ora quegli attimi di gioia hanno fatto posto a delle costanti e, racconta, essere stato l’amore di sua figlia, Vittoria, oggi 5 anni, a tenerla aggrappata alla realtà. “Il lutto mi aveva reso un animale difficile da avvicinare”, racconta nel suo libro, un testo composto da pagine intrise di racconti, ma anche riflessioni sul suo passato e sul suo presente. C’è l’incontro con Davide, ci sono i viaggi, c’è la gioia nella scoperta di aspettare una figlia. Un bimba a cui mai è stato nascosto nulla, fin dal principio. “Il nostro legame è una bellissima forma di interdipendenza, esprime la forza di un metallo saldato, eppure tra le nostre pareti si respira moltissima aria: imparare a separarmi da lei, da tre anni a oggi, è stata anche la precondizione per cui io potessi coltivare uno spazio di cura, di sollievo e sfogo senza il quale avrei rischiato di investirla con la mia sofferenza, il lutto e la rabbia”.

Ho imparato a liberare la morte dalle concezioni con cui cresciamo sin da bambini

Francesca Fioretti ci pone davanti all’amore, ma anche al lutto, a come l’animo umano affronta eventi di tale portata. “Un altro giorno sono scesa al negozio di tabacchi sotto casa per inviare un fax. Il ragazzo che mi stava aiutando mi ha chiesto la data di nascita di Vittoria e ho avuto un piccolo black-out, non ricordavo più se fosse il 16 o il 17 febbraio. Ho provato un senso di smarrimento fortissimo, unito alla vergogna, alla sensazione di essere nuda, esposta, fragilissima al cospetto di un cedimento che credevo impossibile”. Le sue sono parole che arrivano dritte al cuore creando una significativa empatia con ogni donna. Con ogni mamma.

Il suo dolore non sarebbe mai stato solo suo, l’avremmo per sempre diviso a metà

“Io sono più amore” sono 133 pagine di un inno a una storia d’amore, alla forza di una donna che ha combattuto per sua figlia e che legge i segni lasciati da Davide nella vita di ogni giorno: “Le mie epifanie d’amore non sono fuochi d’artificio e nemmeno miracoli, sono abbracci alle spalle su strade scoscese, coperte su freddi inestinguibili, polari, piccole pietre limpide che l’asfalto non ha mangiato, piccole pietre limpide su cui voglio inciampare”. Qui troviamo la trasformazione di una donna, di una mamma. È un viaggio pieno di incomprensioni e dolori che, oggi, per Francesca hanno un nuovo colore. Più luminoso e consapevole. Perché alle domande di Vittoria sul "nostro papà”, Francesca potesse rispondere in modo sempre più sereno. “Ho sempre voluto chiamarlo così con lei, il nostro papà, non solo il suo, perché sapesse, perché sentisse, che il suo dolore non sarebbe mai stato solo suo, che l’avremmo per sempre diviso a metà”.