preview for Venezia 76 look bianco di  Alessandra Mastronardi

La sua prima volta come madrina è stata indubbiamente uno dei momenti maggiormente intensi dell’inaugurazione della 76esima edizione della Mostra Internazionale Cinematografica di Venezia, «un nuovo inizio», dice, da cui poter ripartire più forti di prima: è così che Alessandra Mastronardi si consacra tra le donne, e volti, da continuare a osservare e Venezia 2019 è una conferma. Nessuna paura dunque, semmai la grinta di chi la vita se l’è conquistata gradualmente, senza sconti, superando semmai tanti pregiudizi.

I risultati, però, dopo 20 anni carriera, l’hanno ripagata in affetto e riconoscimenti, divisa tra serie televisive di successo, I Medici, o il recente Master of None, cinema italiano e internazionale (diretta tra gli altri da Woody Allen e Anton Corbjin), facendola diventare una delle poche attrici chiamate a rappresentarci fuori dal nostro paese, nonostante sia “emigrata” da qualche tempo a Londra.

La mia vera qualità? L’onestà nel guardare il futuro, ma senza dimenticare da dove provengo.
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Alessandra Mastronardi sul Red Carpet che ha aperto Venezia 76.

In questi giorni intorno a te c’era davvero affetto vero, come ci si sente?

"Di prime volte ce ne sono molte, sono sincera, non me l’aspettavo tanto calore. Essere arrivata qui, davanti ad una platea del genere, è il traguardo inseguito, ma nello stesso tempo coincide con un taglio del nastro, come entrare in una era della vita e carriera rinnovata, così pensando alla mia femminilità, nell'essere donna. Non ho mai amato parlare per massimi sistemi, la chiave l’ho trovata rivolgendo parole semplici, concrete, che potessero riflettere quella che sono io".

Se parti dagli inizi, cosa ti viene in mente?

"Cominciando molto presto ho imparato tutto sul campo, quindi paradossalmente c’ho messo più tempo, accettando i miei limiti, debolezze, fragilità, gli ostacoli che alla fine ognuno di noi tende, desidera, superare per se stesso, per crescere. La sensazione, oggi, è come quando dopo l’università, termini uno stage importante, ti affacci ad altro, ora vorrei buttarmi nel mondo degli adulti (ride, ndr). Mi viene in mente però l’Alessandra che a 13 anni scopriva l’amore del cinema andando a vedere Jurassic Park, o per La Dolce Vita di Fellini, il preferito di mia madre, così per Fronte del Porto, con Marlon Brando, la pellicola legata a papà. In fondo non è sbagliato guardarsi indietro".

Quanto è stato difficile trovare il percorso giusto, te lo sei mai chiesto?

"La sfida quotidiana è molto complicata, mantenere l’equilibrio tra il tuo paese d’origine, chi sei, la tua identità e le ambizioni, non ho mai creduto ai confini, ai muri, un attore lo è sempre, anche in altre lingue".

Da qualche anno, infatti, hai deciso di vivere all'estero.

"Lì avevo seguito un amore, poi sono rimasta per seguire me stessa".

Tante incognite?

"Inizialmente, ma se mantieni lucidità e i tuoi punti fermi non crolli".

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Alessandra Mastronardi a Venezia 76 il 29 agosto 2019. Blusa in denim con ampie rouge e profili in passamaneria di pizzo firmata Kristina Ti.

Quali sono i tuoi?

"La famiglia, gli amici, mi fanno tenere i piedi per terra, non mi nascondono nulla, dicono soprattutto la verità e sono realistici. Il modo migliore di condividere è trovare una consapevolezza maggiore nel dove potermi spingere, si cade spesso in questo lavoro, il bello sta nel rialzarsi!".

A proposito di legami, sul tuo profilo Instagram ricorrono le foto di tua sorella, che rapporto vi lega?

"Abbiamo cinque anni di differenza, la considero però il mio rovescio. Siamo molto complici, simili, eppure diverse, è come il concetto di yin e yang, bianco e nero, quello che io non ho di mio padre, lei ce l’ha".

Ad esempio?

"È un uomo molto cervellotico, un po’ filosofo, un po’ psicologo, e amante del cinema, mi sento malinconica come lui, da mia madre c’è l’energia, pura luce, mia sorella è così, due parti della stessa medaglia".

Torniamo al lavoro, nel 2020 (uscirà ad ottobre, ndr) tornerai nei panni, per la terza stagione, de I Medici.

"Il mio personaggio sarà meno presente, questo per dare maggior spazio alla famiglia, di fatto ero un elemento di disturbo (sorride, ndr), ma la scommessa con Netflix è stata sorprendente. La serie ha preso sempre più vigore, saremo tutti più invecchiati, cupi, austeri, bellezza e decadenza insomma torneranno a giocare un ruolo fortissimo".

Hai tempo, dall’altra parte, di seguirne?

"Ne sono malata! C’è La casa di carta, ma in particolare The Crown, adoro quelle in costume, storiche, o Broadchurch, This Is Us, oppure crime action tipo Now You See Me".

Al cinema invece (uscirà a ottobre, ndr) ti vedremo in Si muore solo da vivi, chi sarai?

"Il nesso tra passato e futuro del protagonista, interpretato da Alessandro Roja. Nonostante lo sfondo, il post terremoto dell’Emilia avvenuto nel, è una piccola storia d’amicizia in cui ritrovarsi, anche nelle responsabilità".

Qui a Venezia passeranno tante altre attrici, c’è qualcuna in particolare che attendi con ansia?

"Prendere le distanze da ciò che attrae è la cosa maggiormente complessa, però credo di aver fatto mie molte emozioni trapelate nelle donne ammirate, spero di poter, un domani, mostrare sul campo che qualcosa c’è, oltre a quello che si è visto".

Un nome me lo dai?

"Facile, Meryl Streep, se riuscissi solo a fermarla... la amo da sempre ne La scelta di Sophie, strappa l’anima".

E a chi ti identifica, invece, come punto di riferimento, come rispondi?

"Con orgoglio e imbarazzo, ma gli dico di non farlo, la cosa importante è seguire se stessi".

In copertina Alessandra Manstronardi con il vestito Gucci sul red carpet della seconda serata di Venezia 76.