preview for Lezioni di stile: Brad  Pitt

Lo spazio come sfondo estremo, in un viaggio dove, ad un certo punto, cercare di guardarsi dentro. Ad Astra, nuovo, atteso, film di James Gray (in Italia uscirà al cinema il 26 settembre 2019, distribuito dalla 20th Century Fox, ndr) irrompe nel concorso principale alla Mostra del Cinema di Venezia 2019, in tutta la sua silenziosa spettacolarità, portando il primo vero divo, Brad Pitt.

Ad Astra, la trama del film con Brad Pitt

Il film racconta la storia di un astronauta, Roy McBride, spedito dalla Terra a Marte, e poi fino a Nettuno, alla ricerca del padre, creduto da anni morto, comandante della spedizione precedente. E lì sperduto..

Una missione rischiosa, piena di imprevisti e misteri, che ad un certo, però, prende una "rotta" diversa. Lasciando da parte tutti i grandi riferimenti cinematografici, da Cuore di tenebra di Konrad, libro - ispirazione per Apocalypse Now, alla fantascienza filosofica di Kubrick (2001 Odissea nello Spazio).

Brad Pitt e il il lato (finalmente) vulnerabile della mascolinità

La cosa interessante della pellicola, è ancora la capacità di mettere a confronto due grandi realtà del nostro vivere, e sentire. Da una parte la sfera più personale, intima, umana, confrontata ad un universo, è il caso di dirlo, talvolta più grande di noi, a cui cerchiamo di aggrapparci, nonostante sia troppo immenso.

Brad Pitt, in Ad Astra anche nelle vesti di produttore, diventa così un assoluto protagonista, papabile chissà di una possibile nomination all'Oscar, muscolare, generoso, onesto, ma nello stesso tempo, paradossalmente vulnerabile, quasi sovversivo nel mostrare certe fragilità.

"Scelgo storie complesse e che possano toccarmi, ha detto, così spero lo facciano con le anime degli altri. Dalla nostra infanzia provengono certe ferite, il ruolo dell’attore è cercare di utilizzare anche quei sentimenti, se io non sono sincero, lo spettatore lo capirà".

"Senza dare etichette alle cose", continua Brad, "ci siamo concentrati sulla mascolinità. Proveniamo da un’epoca dove si parla della forza naturale, del dover essere rispettati, ci sono dei valori, nel momento cui si entra nel mondo, e ci si deve difendere, al contempo si creano barriere. Abbracciamo emozioni immaginate, o sentite, il dolore, la vergogna, che poi dopo neghiamo. La domanda, quindi, da porci è: c’è una maggiore apertura nella creazione di un rapporto migliore con coloro che amiamo, figli, genitori, noi stessi? Beh dovremmo ripartire da lì secondo me".