Tre nuovi eroi, più che auto. Sono i protagonisti del futuro (prossimo) del marchio Cupra, presentati a una manciata di kilometri da Barcellona a inizio giugno, fra paesaggi mediterranei e viaggi nel metauniverso, Terramar* e Tavascan*, due suv, e UrbanRebel*, citycar elettrica. La loro promessa non è solo agli utenti, ma all'intero Pianeta: sono il primo passo per elettrificare progressivamente la gamma Cupra, che arriverà interamente a zero emissioni nel 2030. Per Cupra, si tratta di un nuovo capitolo tecnologico, ma anche estetico. A raccontarlo è Francesca Sangalli, italiana respondabile del Color&Trim e Concept&Strategy del Design Seat.

Che ruolo hanno i materiali per Cupra?

«Sono fondamentali, soprattutto per noi. La nostra brand identity nasce insieme al dipartimento di design: andiamo tutti nella stessa direzione. Nel visuale contano certamente le forme e le architetture, ma è il materiale che conferisce al prodotto finale l'intenzione e il feeling. In generale tutto l'aspetto sensoriale, il touch and feel, i colori».

A proposito di colori, oggi durante la presentazione si è parlato di emozioni, e colori ed emozioni sono molto connessi. Immagino che il discorso delle palette per le macchine sia piuttosto complesso, come funziona?

«In questo ambito è una questione di marketing, ci sono dei colori che le persone comprano di più. Il lavoro parte quindi dalle esigenze dell'utente, ma con Cupra stiamo avendo un approccio radicale: rispetto ad altri brand mainstream che hanno una gamma ampia di toni (rosso, giallo, arancione), in Cupra attuiamo una selezione attenta. I nostri colori hanno tutti una stessa natura, scegliamo colori neutri ma con un twist, concentrandoci su mix e texture, l'effetto materico del colore. Abbiamo una strategia basata sui colori mat che riprendono tinte naturali, come quelle della pietra, delle rocce. Oppure colorazioni "a uno strato solo" con solo un po' di lucentezza, e poi colori oily e fluidi».

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Infatti durante la presentazione hai parlato di digital color. Di che cosa si tratta?

«Un uso del colore unico di Cupra. Anziché cromatizzare il pezzo fisico, come il sedile, scegliamo dei neutri bellissimi e poi usiamo la luce per dare un aspetto digitale, la luce diventa un extra layer che cromatizza l'auto è una scelta molto innovativa. Anche il colore della Urban Rebel che abbiamo creato è iridescente che a sua volta conferisce un effetto digitale. È un colore che cambia, però restando delicato ed elegante. E per tornare ai materiali, facciamo un discorso simile: se guardi sempre nelle auto di altri brand mainstream, si cerca sempre di ricreare i materiali nobili, come il metallo, la pelle. Il mio approccio è diverso: se usi la plastica, la fai vedere, per un discorso di autenticità; si possono dei materiali bio-based, per esempio plastica riciclata, che arrivano con magari all'interno delle polveri di metalli che conferiscono un aspetto più interessante. Il 3D parametric design permette di conferire valore a questo genere di materiali: è una tecnologia innovativa, molto popolare anche nella moda».

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In definitiva, qual è il segreto di Cupra per ottenere una sinergia vincente tra tecnologia e creatività?

«Il nostro design è interamente focalizzato sulla tecnologia, che sia la tecnologia digitale che mixa gaming e driving culture, e in questo c'è moltissimo studio proprio sulla tecnologia. Sia nel discorso dei materiali che raccontavo. L'estetica viene dalla tecnologia. Si tratta di un approccio che nasce in realtà nell'architettura, e se applicato alle superfici si tratta proprio dell'unione di tecnologia e design che risultano in un'estetica nuova».

Una parola per descrivere l'estetica di questo nuovo capitolo di Cupra.

«Autentico».