E se “uno per tutti, tutti per uno” fosse un motto al maschile visto da uno sguardo femminile? Da questa domanda nasce il film I tre moschettieri – Milady, un rifacimento made in France del romanzo di Alexandre Dumas.

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Lei, la donna più pericolosa e manipolatrice della sua era (attualmente al cinema) hail volto di Eva Green, ormai abituata ai ruoli di femme fatale (chi si ricorda Dark Shadows con Johnny Depp?).

La signorina deWinter usa l’arte di seduzione classica per raggirare la preda e raggiungere l’obiettivo. E, in fondo in fondo, sa essere anche umana e soffrire per un cuore a pezzi.

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«Trovo interessante questo aspetto – spiega l’attrice – anche suggerito dai costumi. Milady mette in scena la sua femminilità, con abiti e parrucche che nascondono i capelli corti e pantaloni elasticizzati adatti a un combattimento se le cose dovessero peggiorare. Questo le conferisce una dimensione virile e pratica, in una visione sorprendente di Milady, in netto contrasto con altri adattamenti del romanzo».

Anna D’Austria ha invece il volto di Vicky Krieps che qualcuno ricorderà nella versione più controversa e rivoluzionaria della storia della principessa Sissi al cinema (Il corsetto dell’imperatrice).

Tornando a questo secondo capitolo (il primo era dedicato a D’Artagnan-Francois Civil) si può confermare il ritorno dei più amati tra gli attori francesi, come Vincent Cassel (Athos), Romain Duris (Aramis) e Louis Garrel (Luigi XIII).

A dirigere la storia è Martin Bourboulon ha confermato che «l’amore è sempre un potente motore»eanticipa che «nel corso del film emergerà una seconda storia d’amore».

Anche se il tono è più tragico del primo film, l’essenza di Milady resta intatta: «Ha conosciuto la disillusione – continua ilregista - Questo la rende lucida nei confronti del destino e sul progresso del mondo. È lacerata dentro, ma riesce comunque ad andare avanti».

Un period drama, certo, ma modernissimo e assolutamente seducente.