Questo esordio letterario è un viaggio tra presente e passato.
Sullo sfondo, una Sardegna assolata, ventosa, selvaggia, bellissima e spaventosa. La protagonista ha lasciato l'isola da tempo. E non vi torna volentieri, perché i ricordi belli prendono spesso il sopravvento sugli altri.
Eppure ora è costretta a rientrarvi: da quando la madre è morta, il padre si comporta in maniera strana. E alla figlia andata via a ricostruirsi una vita, tocca il compito di tornare e vegliare su di lui.
Il romanzo inizia nel presente, con la protagonista e il fratello, affannati dopo una corsa, sotto il sole.
Da lì parte il racconto che cuce insieme gli episodi più significativi di una epopea familiare: dall'infanzia del padre Antonello vissuta all'Asinara, al suo matrimonio con una donna del Continente, alla nascita dei figli tra cui Mario, un bambino i cui problemi mentali, in una Sardegna antica, chiusa, piena di pregiudizi, non possono essere ammessi. Mario, infatti, viene cresciuto come gli altri. Anche se non lo è.
Un'ipocrisia miope che avrà un prezzo alto. E lo pagherà tutta la famiglia.
Anche per questo la protagonista è andata via.
Ma non può dimenticare la sua terra, le zolle aride sulle quali correva da bambina, il bagliore del mare che la stregava.
Perché, ammette: «Laggiù ritrovo una parte di me, quella più lontana e sbiadita».