In tour promozionale per raccontare la sua prossima fatica televisiva, ovvero la seconda stagione di Cuori in arrivo a ottobre su Rai Uno, Pilar Fogliati ha aperto un dibattito molto interessante per parlare di relazioni, pregiudizi sui sentimenti e limiti emotivi. Il suo personaggio nella serie, la cardiologa Delia Brunello, già nella prima stagione si è ritrovata al centro di un triangolo, divisa tra i colleghi interpretati da Daniele Pecci e Matteo Martari. Il secondo capitolo non sarà meno intenso a livello sentimentale, con l'arrivo di un nuovo dottore (Alessandro Tersigni) che contribuirà a mandare Delia ancora di più in confusione. Come ha raccontato Pilar Fogliati in un'intervista col Messaggero, la situazione della sua Delia non è poi così inedita.

«Ho amato due uomini contemporaneamente ma non l'ho accettato», ha rivelato l'attrice, «perché una situazione del genere non fa parte del nostro vocabolario culturale ed emotivo». La passione che gli spettatori hanno riservato al triangolo di Cuori, però, la dice lunga sul fatto che «questo tipo di casini sentimentali permette di identificarsi col personaggio». Insomma, i triangoli amorosi piacciono perché accadono tanto sul set quanto nella vita vera.

La psicologia ci dice che Pilar Fogliati ha ragione: amare due persone contemporaneamente è possibile, eccome

Solo che non lo accettiamo. Secondo un approfondimento di Psychology Today, tra i motivi che ci spingono a guardare con diffidenza qualcuno che ammette di essere coinvolto emotivamente da due persone allo stesso tempo sono prettamente culturali, religiose e sociali. Le aspettative esterne che ci impongono di trovare un partner e, se siamo fortunati, trascorrerci tutta la vita, ci spingono anche a convincerci che amare due persone contemporaneamente vada contro una regola granitica. A differenza delle relazioni aperte o poliamorose, in cui tutti i partner sono consapevoli del loro ruolo e delle loro opportunità all'interno dei confini della coppia (e ovviamente anche fuori), innamorarsi di qualcuno mentre si è innamorati già di qualcun altro implica far subire al partner "ufficiale" un dolore che spesso non si è disposti a infliggere. Anche a costo di sacrificare un sentimento che, in senso assoluto, avrebbe pari dignità dell'altro.

Un'altra ragione che ci porta a rigettare l'amore per due persone è che il triangolo, a differenza di quanto accade nelle fiction come Cuori, non è sostenibile a lungo termine. Proprio in virtù di quell'accordo che non c'è nella coppia ufficiale - in cui c'è qualcuno che ama l'altro e basta, e l'altro che ricambia ma prova dei sentimenti per un terzo partner - il dolore, la frustrazione, la gelosia e il senso di possesso potrebbero scandire una delle due relazioni, portandola in ogni caso al collasso.

Nel libro In the Name of Love: Romantic Ideology and Its Victims di Aaron Ben–Zeéz, si legge anche una terza ragione, forse la più controversa: ovvero che spesso, il secondo amore si configura come complementare al primo, ovvero restituisce cose che l'altro partner non dà. La difficoltà più grande, in questo caso, sta nel capire se si è ancora convinti di voler rimanere in coppia o se quelle mancanze colmate altrove sono un segnale inequivocabile del fatto che quella relazione non sia più abbastanza. Guardare al di là del finestrino, insomma, in questo caso è più sintomo di insoddisfazione che il segnale di un amore che si sdoppia.

Una dinamica, questa, che può funzionare solo su un copione, dove i sentimenti non sono reali e il dilemma si risolve entro i titoli di coda. O, al massimo, nella nuova stagione.