«Voglio disperatamente fare sesso con altri uomini, oltre al mio ragazzo», è un messaggio che ho inviato alla mia migliore amica alla fine dello scorso aprile. «Penso di avere davvero bisogno di una relazione aperta».

Non è stata una grande sorpresa, né per me né per la mia migliore amica. Fin dall'inizio avevo avuto dei dubbi sulla mia storia, soprattutto sulla monogamia. Ero felicemente single da quattro anni quando ho incontrato il mio fidanzato di allora, e stavo beatamente godendomi i vent'anni con chi mi pareva. Ma non si può scegliere di innamorarsi, tantomeno di non farlo. E a me è capitato di imbattermi in un romantico di vecchio stampo, che preferisce la monogamia nonostante abbia già due divorzi alle spalle.

Inoltre, non avevo una relazione tradizionale e monogama dai tempi dell'università. Sapevo che, a un certo punto, l'apertura della nostra relazione sarebbe stata un'opzione che avrei voluto esplorare. L'ho fatto presente più volte al mio ragazzo, soprattutto all'inizio della nostra storia, ma con risultati il più delle volte negativi. A quel tempo, però, ero pronta a sperimentare un po' di monogamia.

A poco meno di un anno dall'inizio della nostra relazione, però, l'idea è tornata sotto forma di bisogno. Andare con altre persone mi era mancata fin dall'inizio. Ma ora, all'improvviso, come se si fosse acceso un interruttore, guardavo chiunque con la voglia di saltargli addosso: gli sconosciuti sexy sul treno e quelli non sexy che ci provavano con me nei bar, il numero sconvolgente di vecchie fiamme che ho iniziato a incontrare casualmente per strada, gente con cui ero uscita che si rifaceva viva nei DM: insomma, una sorta di segno dell'universo mi spingeva a ritornare alle mie radici non monogame.

Così, l'ho fatto. Quella sera, davanti a vino e sushi in uno dei nostri ristoranti preferiti, ho chiesto al mio ragazzo di avere una relazione aperta e lui ha accettato.

Due settimane dopo ci siamo lasciati. E io ero un po' sollevata, a dire il vero. Quando il benessere ha continuato a prevalere sul dolore nelle settimane successive alla rottura, sono stata costretta a confrontarmi con una verità scomoda, da cui sapevo di essermi nascosta per un po': non volevo una relazione aperta. Quello che volevo era essere single. La poligamia consensuale non avrebbe mai risolto i problemi della mia relazione, perché il problema principale era che non la volevo, o almeno non abbastanza.

In teoria, una relazione aperta sembrava la soluzione perfetta, il modo ideale per mantenere tutte le cose belle della monogamia e allo stesso tempo soddisfare il mio bisogno di novità sessuale. Ma ciò che mi mancava dell'atto fisico con altre persone, e che desideravo più della mia relazione, era l'assoluta libertà di andare con chi volevo e di non dover rendere conto a nessuno. Una relazione aperta non me l'avrebbe mai data. Sarebbe stato solo un palliativo temporaneo al vero problema: non volevo più stare nella mia relazione. Non abbastanza, comunque, o almeno non più di quanto volessi essere single.

Sospetto di non essere l'unica persona ad aver commesso questo errore. Con la crescente visibilità della poligamia consensuale, credo che ci sia stata una crescente tendenza a considerare le relazioni aperte come una panacea per tutti i problemi relazionali, in particolare quando questi problemi riguardano il desiderio di sesso al di fuori di tali relazioni. Secondo la terapista sessuale Zhana Vrangalova, docente di Sessualità Umana all'Università di New York, questo è un problema piuttosto comune. I dati di una recente collaborazione tra YouGov e Ashley Madison suggeriscono che il 60% dei partner americani ha fantasticato su altre persone e quasi la metà non è molto soddisfatta degli aspetti sessuali delle proprie relazioni.

«Molte, moltissime persone fantasticano o desiderano fare sesso con altre persone oltre al loro attuale partner», afferma la coach relazionale Elisabeth "Eli" Sheff. In molti casi, aggiunge la Sheff, questo non è un segno di allarme, di per sé, ma indica soltanto che siete esseri umani, quindi allosessuali.

È logico che molte delle persone che hanno un rapporto di coppia e desiderano fare sesso al di fuori della loro relazione possano guardare alla non-monogamia consensuale come risposta, anche perché può assolutamente esserlo.

«Aprirsi ad altri partner sessuali è una buona alternativa per le coppie che nel complesso sono relativamente felici della loro relazione e il motivo principale di insoddisfazione deriva dalla natura monogama della stessa», afferma Vrangalova.

Detto questo, le relazioni aperte non sono affatto facili da gestire. Per prima cosa, l'energia emotiva e la comunicazione che si impiegano per mantenerne una devono essere forti e costanti. Introdurre la non-monogamia in una relazione in crisi nel tentativo di salvarla è una scelta kamikaze. Consideratela la versione moderna dell'avere un bambino per salvare il matrimonio. Può essere una distrazione temporanea, ma probabilmente a lungo andare farà più male che bene.

«Se le cose non vanno bene, se i partner si disprezzano a vicenda, se litigano continuamente, se non riescono a risolvere i problemi senza che qualcuno si arrenda e covi un risentimento continuo, allora è un momento terribile per tentare di aprire la relazione», dice Sheff. «Tutti questi problemi irrisolti saranno ancora presenti e verranno fuori in tutta la loro forza quando cercherete di bilanciare le esigenze di più partner».

Se il desiderio di fare sesso con altre persone è perfettamente umano, poiché non sempre esiste la monogamia in natura, potrebbe in alcuni casi essere sintomo di problemi più grandi all'interno della relazione, che l'apertura della relazione probabilmente non risolverà e che potrebbe addirittura esacerbare.

«Se le persone sono felici l'una con l'altra e vogliono esplorare sessualmente o espandere i loro orizzonti, allora una relazione aperta può funzionare benissimo e persino ravvivare il loro legame sessuale esistente», dice Sheff. «Al contrario, questo non accade quando le persone sono infelici o non riescono a soddisfare i loro bisogni nella relazione sentimentale e vogliono uscirne, ma, allo stesso tempo, sono riluttanti a stare da sole».

Come ho imparato in prima persona, però, è più difficile di quanto sembri capire se aprirsi è una mossa sana che rafforzerà la vostra relazione o un palliativo ai problemi che preferireste semplicemente ignorare. Come si fa a sapere lo si sta facendo per le giuste ragioni o se si sta solo prolungando un'inevitabile rottura?

Non esiste una formula magica, né altro che possa confermare che voi e il vostro partner siate effettivamente portati per le relazioni aperte. Detto questo, ci sono alcuni modi per capire qual è, tra le due, la cosa migliore da fare. Ecco, quindi, che gli esperti condividono alcuni consigli per andare a fondo dei propri desideri: è più difficile di quanto si possa pensare.

Controllate lo stato di salute generale della vostra relazione

«L'apertura della coppia non è una buona opzione per chi affronta conflitti nella relazione che non sono legati alla monogamia», dice Vrangalova. Ovvero quando, ad esempio, il vostro rapporto soffre di mancanza d'amore o di fiducia, scarsa comunicazione e capacità di risolvere i conflitti, risentimento, comportamenti abusivi o manipolatori, obiettivi di vita incompatibili, ecc.

«Alcune coppie ricorrono all'apertura per risolvere questi problemi non correlati alla monogamia, e questo finisce quasi sempre per portare alla rottura. In questi casi, però, è più probabile che la rottura sia dura perché resa più complicata dall'introduzione di altre persone e di tutte le emozioni difficili che ne derivano», dice Vrangalova.

Per aiutare a rispondere alla domanda delle domande: «La mia relazione funziona davvero?», Vrangalova suggerisce di identificare i vostri principali bisogni relazionali, quindi di classificare il vostro attuale livello di soddisfazione in ciascuna di queste aree su una scala da uno a cinque.

«Se ci sono molti più uno o tre rispetto a quattro e cinque, allora è un buon indicatore del fatto che la vostra relazione è in difficoltà e che è improbabile che l'apertura possa risolverla», dice Vrangalova.

Chiedetevi se ci sono altri modi per affrontare i problemi che affliggono la vostra relazione

Anche se avete stabilito che la vostra relazione è sana e che il fattore principale che vi spinge ad aprirvi è il desiderio di novità sessuale, può valere la pena di esplorare altri modi per soddisfare questi bisogni.

«Uno dei rischi maggiori che le coppie corrono è quello di buttarsi nella non-monogamia in fretta, senza dare a sé stessi e all'altro il tempo necessario per essere curiosi sulle proprie motivazioni o sul processo di apertura della relazione», dice la psicologa e terapista sessuale Kate Balestrieri.

Aprirsi o lasciarsi non è una decisione che si deve prendere da un giorno all'altro, e non sono nemmeno le uniche opzioni.

«Ci sono molte coppie per le quali l'apertura potrebbe essere una buona soluzione, ma che potrebbero non essere ancora pronte a introdurre altre persone», dice Vrangalova. «In questo caso, potrebbero comunque aumentare il loro livello di soddisfazione sessuale comunicando tra loro le loro fantasie sessuali e incorporandone alcune nella loro vita sessuale».

Questo potrebbe significare sperimentare il dirty talk, guardare un porno insieme, partecipare a feste erotiche ma solo con l'altro, ecc. In breve, ci sono modi per migliorare la vostra vita sessuale senza aprirla agli altri, e può valere la pena esplorarli prima di fare il salto nella non-monogamia.

Considerate i pro e i contro

Vrangalova consiglia di chiedersi se i benefici dell'apertura siano superiori ai potenziali rischi e alle sfide. Questo è il momento di fare chiarezza, con voi stessi e con il vostro partner, su quali potrebbero essere, su come pensate di affrontarli e se siete effettivamente disposti a farlo.

«Se si ha la sensazione che ci siano altri rischi che renderebbero la relazione più difficile che gratificante, potrebbe essere il momento di separarsi», dice Balestrieri. «Aprire la relazione può accelerare o prolungare l'inevitabile».

Assicuratevi che sia qualcosa che desiderate entrambi

Da quando ho iniziato a frequentare il mio ex, ho continuato a proporre l'idea di una relazione aperta, anche se lui ha sempre chiarito di volere la monogamia. Con il senno di poi, questa cosa non è stata molto carina da parte mia. Poiché ho la fastidiosa tendenza a considerarmi «sessualmente illuminata» e quindi superiore, mi sentivo in diritto di predicare la buona parola della non-monogamia sulla base del fatto che la ritengo una pratica più evoluta. In verità, forse lo penso ancora, ma non era mio compito cercare di convincere qualcuno che non dovrebbe volere ciò che vuole.

«Se una persona sta assillando, facendo pressione o spingendo il proprio partner verso una non-monogamia consensuale, allora non è davvero consensuale e molto probabilmente si ritorcerà contro di loro», dice Sheff.

DaCosmopolitan US