Mentre in Italia non riuscivamo a distogliere lo sguardo e l'attenzione da Sanremo, New York ha inaugurato un nuovo mese della moda. Ad andare in scena nella Grande Mela, dal 10 al 15 febbraio, quando Luar ha chiuso il calendario con quello che Rachel Tashjian ha definito il «Gran finale» della settimana, sono state le collezioni dedicate alla prossima stagione autunno inverno 2023 2024. Attesissime, tra tutte, le prime volte di Heron Preston e Palomo Spain, per non parlare del grande ritorno di Thom Browne che, neo-eletto presidente del CFDA, ha deciso di rappresentare la propria versione de Il Piccolo Principe. Immancabili, come sempre, le presentazioni di Rodarte, Gabriela Hearst, Proenza Schouler, Tory Burch e Michael Kors. E mentre Maryam Nassir Zadeh, che la scorsa stagione aveva rubato il cuore a molti addetti al settore, ha scelto di saltare l'appuntamento semestrale insieme a Peter Do, Tom Ford e Tommy Hilfiger, label come Collina Strada, AREA, Puppets & Puppets ed Elena Velez non hanno perso occasione di attirare l'attenzione, tra cause planet-care e ispirazioni surrealiste determinate a riscrivere le regole. Con oltre 70 appuntamenti in totale, non sono mancate emozioni e sorprese - vi diciamo solo che Emily Ratajkowski era ovunque e che Chloë Sevigny è tornata a calcare le passerelle su una colonna sonora registrata con la sua voce. Di seguito, un elenco dei momenti che hanno reso questa NYFW memorabile.

La collezione di Rodarte

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Un po' Winx e un po' Wednesday, le uscite della nuova collezione invernale di Rodarte comprendono mantelle gotiche e cascate di glitter, lunghi abiti scuri e cappotti paillette, slip dress e grandi ali fatate, in un perfetto mix di gothcore e fairytale. Il risultato, come evidenziato da Cathy Horyn su The CUT, è il tipo di artificio (cinematografico) che produce «intrigo e mistero», trasmettendo «la sensazione che non tutto sia bello e carino come appare in superficie».

Le teste animali di Collina Strada

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Isidore Montag//LAUNCHMETRICS SPOTLIGHT

Pensando a questa settimana della moda di New York, la prima cosa che viene in mente è senza dubbio la presentazione di Collina Strada, il cui titolo, Please Don't Eat My Friends, dice tutto sull'intento di Hillary Taymour. A pochi giorni dal dibattito nato attorno alle belve dantesche di Schiaparelli, il brand americano ha mandato in scena un cast di modelli e modelle che indossavano musi da cinghiale, becchi da pappagallo, denti da coniglio, chele di granchio, orecchie appuntite e corna da rettile. Il tutto mentre trasportavano teste animali sotto il braccio o mostravano capi con la stampa di un cane o il verso di un lupo ricamato. L'ispirazione, come ricordato anche da Vogue, arriva da Alexander McQueen e dalla collezione AI 1997 It's a jungle out there. Prosegue, tramite quattro uscite realizzate con gli speciali tessuti rigenerativi Doomboh, anche la collaborazione con Vitelli.

Chloë Sevigny da Proenza Schouler

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Jonas Gustavsson / Courtesy of PROENZA SCHOULER//LAUNCHMETRICS SPOTLIGHT

Sono passati esattamente 20 anni da quando Proenza Schouler ha presentato la prima collezione alla New York Fashion Week. Per celebrare l'anniversario, Jack McCollough e Lazaro Hernandez hanno invitato Chloë Sevigny in passerella. «La sua continua spinta a sperimentare artisticamente e a superare i propri confini personali e professionali è sempre stata, per noi, una profonda fonte di ispirazione», hanno dichiarato nella nota stampa. Aperta la sfilata in camicia bianca, giacca con cintura in vita e combo gonna al ginocchio con stivali di pelle nera, l'attrice di Gummo e Bones and All ha prestato la sua voce alla colonna sonora.

La frutta di AREA

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Filippo Fior//LAUNCHMETRICS SPOTLIGHT

Area ha presentato una (coloratissima) collezione primavera estate 2023 popolata da abiti anguria e capi creati a partire da caschi di banana. Una scelta, questa, data dalla «bellezza», ma anche dal «significato simbolico» della frutta, in quanto, come ha raccontato Piotrek Panszczyk a Vogue, può rappresentare «qualcosa di fresco, un nuovo inizio, ma quando inizia a marcire diventa emblema della mortalità». A rispecchiare l'idea, un cast inclusivo e diversificato, composto da corpi di tutte le taglie ed età.

Greg di The White Lotus da Eckhaus Latta

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Meglio conosciuto come Greg di The White Lotus, Jon Gries è stato il primo volto di una serie TV ad apparire sulle passerelle dedicate alla prossima stagione invernale. Maglione verde muschio, pantaloni di lino bianco sporco e stivali plateau, l'attore ha raccontato al New York Times di aver sfilato come se stesse ascoltando le cuffie per le strade di New York, viaggiando con la mente.

I copricapezzoli di Puppets & Puppets

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Daniele Oberrauch//LAUNCHMETRICS SPOTLIGHT

Piccole rose rosse, ma anche uova a occhio di bue. Sono queste le immagini scelte da Carly Mark per coordinare la nuova collezione autunno inverno di Puppets & Puppets, le stesse ispirate ad American Psycho che hanno scandito il suo debutto nel 2020. «Le rose o le uova sul seno, a coprire i capezzoli, sono molto suggestive», ha rivelato a Vogue, «Trovo siano femminili, legate alla sessualità, ed esprimono una conversazione con me stessa come donna Alpha in un mondo, e in un mercato, dominato dagli uomini».

Emily Ratajkowski da Simkhai (e non solo)

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Per la serie «Underwear is the new outerwear», ha chiuso la presentazione di Jonathan Simkhai indossando unicamente combat boot e giacca black and white. Tra le protagoniste indiscusse della settimana della moda newyorkese, la top model autrice di My Body ha calcato anche la passerella di Tory Burch.

Si scopre qui.

Il Piccolo Principe di Thom Browne

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Per celebrare la sua elezione come presidente del Council of Fashion Designers of America, Thom Browne è tornato a presentare la sua collezione invernale nella Grande Mela. Come ispirazione, ha scelto Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupery. Vi diciamo solo che sul set dell'evento, all'interno dello Shed di New York, è precipitato un aereo. Proprio come nel libro, è l'inizio di un viaggio tra abiti e pianeti alla scoperta del tempo, dell'amore e di tutto ciò che è essenziale e per questo «invisibile agli occhi». Tranne a quelli dei bambini.