Finalmente possiamo sciogliere il riserbo. Il 15 aprile è arrivato e con lui la tanto attesa collezione Gucci moda autunno inverno 2021/2021, Aria, fuori dai calendari canonici, slegata dalle scadenze, pronta però a rivoluzionare il concetto di co-branding tra brand e stili diversi. Senza però rischiare troppo. Sì, Gucci e Balenciaga fanno parte della stessa famiglia, il gruppo Kering, polo del lusso di proprietà di Francois Henri Pinault. Strategia? Può darsi, ma intanto la sfilata Gucci, presentata come un film co-diretto da Floria Sigismondi e Alessandro Michele, arriva dritto al cuore della stagione e della questione tra pezzi culto del passato e new entry da corto circuito bellissimi. Quest'anno il marchio fiorentino guidato da Alessandro Michele compie i suoi primi cento anni e quale occasione migliore se non quella di omaggiare nella collezione il fondatore Guccio Gucci che proprio nel lontano 1921 fondò il brand di borse, valigeria e attrezzatura da viaggio ed equitazione sulla base di un motto favoloso? E che ancora oggi aiuta ad alleggerire le coscienze di tutti noi?
La qualità rimane e il prezzo, invece, col tempo si dimentica
Da liftboy al Savoy Hotel di Londra a imprenditore di successo è stata solo questione di una manciata di anni. Perché è davvero così che è andata. Allora Michele ha deciso di inscenare la sfilata autunno inverno 2021/2022 all'interno di un ipotetico Savoy Club, un po' segreto, un po' esclusivo, ma denso di luce neon in uno sfondamento onirico di ambienti diversi. Logo questo che ritorna sotto forma di ricamo sul retro di giacche e felpe di collezione. Praticamente già cult al seguito dei pezzi Gucci Orgasmique della primavera estate 2020. Scommettiamo?
Gucci e Balenciaga: come Alessandro Michele e Demna Gvasalia hanno unito le visioni
Alla mescolanza, alle transizioni, alle fratture e ai concatenamenti. Così la moda della sfilata Gucci autunno inverno si diverte a rimescolare le carte, a togliere i sigilli agli archivi storici, a riesumare loghi e capi che nel tempo hanno consolidato quell'estetica borghese ma bold fatta di dettagli così ricercati eppure così inutili da diventare essenziali. Il cap da equitazione è sì un cappello ma anche borsa a mano, mentre le briglie si prestano ad essere manipolate e indossate sul corpo, anche a pelle, come harness super sexy. Non mancano i vestiti Gucci romantici e decadenti in pizzo, trasparenti e impreziositi da gioielli ereditati da epoche passate. Septum incluso.
Michele sottolinea come sia avvenuto il recupero di estetiche solo in apparenza lontane del designer georgiano e dei suoi predecessori. "Nell’attraversare questa soglia ho saccheggiato il rigore anticonformista di Demna Gvasalia e la tensione seduttiva di Tom Ford; ho celebrato il mondo equestre di Gucci trasfigurandolo in una cosmogonia fetish; ho sublimato la silhouette di Marilyn Monroe e il glamour della vecchia Hollywood; ho manomesso il fascino discreto della borghesia e i codici della sartoria maschile."
La borsa Gucci su cui sognare: la minaudière a forma di cuore umano
C'erano una volta le Bamboo Bag, le Jackie O' e le GG Marmont. Oggi c'è un cuore umano ricoperto di cristalli luccicanti, una borsa gioiello pronta a diventare il tuo-nostro oggetto del desiderio. La tipica minaudière, borsa da sera pronta a confondere le idee visto che non conserva le forme tipiche della borsetta tradizionale per assumerne invece di più disparate ed eccentriche, si presenta come borsa a mano oppure con tracollina sottile per essere mostrata così, senza filtri, in un gesto diretto e onesto. Praticamente perfetta. Amarla subito moltissimo è d'obbligo.
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