È uno dei momenti più attesi dell'anno per gli appassionati di musica in Spagna e in Europa, una delle manifestazioni più seguite con più di 100 artisti che si esibiranno al Parc del Fòrum di Barcellona e in molte venue diffuse per la capitale catalana. Dal 29 al 2 giugno, il Primavera Festival porterà alcune delle voci più conosciute del mondo a poche ore di volo dall'Italia, per un'esperienza che ogni anno si rivela un importante momento di cultura e divertimento (i biglietti, ancora pochi, si trovano qui). C'è chi lo considera un appuntamento fisso, un regalo che ogni anno si fa, c'è chi decide di andare da solo (è impossibile poi non farsi nuovi amici sotto palco) e chi organizza veri e propri pullman di trasferte dalla propria città, chi lo considera un appuntamento romantico e chi si sposta con il proprio gruppo di fan. A due passi dal mare, il Primavera sta per iniziare. È tutto pronto, come ci racconta Marta Pallarés, responsabile della comunicazione per l'evento.

Qui i biglietti.

Sei pronta per questa nuova edizione del Primavera?

«Sì, sì, sì, sono prontissima. È un'edizione molto speciale per me perché sono diventata mamma il 31 dicembre del 2022, quindi l'anno scorso non ci sono stata. Ho molta voglia di tornare e in generale, dentro l'azienda, credo che ci sia una buona atmosfera per l'edizione 2024. Siamo molto soddisfatti della line-up di quest'anno, con qualche modifica: nel Parc del Fòrum siamo tornati a un formato più compatto, più piccolo, perché sia più comodo anche attraversarlo».

Il modello festival è un modello vincente?

«Sì al 100%, lo ha dimostrato la reazione del pubblico al Covid, per cui le persone hanno risposto con grandissimo entusiasmo alla prima edizione post pandemia, quando tutti volevano venire a sentire gli artisti che in Pandemia avevano pubblicato i loro album. Penso che ci sia una sorta di magia, c'è molto più spazio per l'inaspettato: se perdi i tuoi amici nella calca è molto facile conoscere persone nuove, o rimanere ad ascoltare l'esibizione di un artista che non conoscevi e lasciarti sorprendere. Quindi sì, la gente aveva molta voglia di tornare ai festival, nonostante la fatica di una serie di eventi che non sono sopravvissuti alla pandemia, che non hanno più potuto pagare tutte le persone che lavoravano nel dietro le quinte. Noi ce l'abbiamo fatta e il nostro entusiasmo e sollievo di esserci ancora si vede ogni anno».

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Qual è il ruolo delle artiste femminili all'interno del Primavera Festival?

«Dal 2019 abbiamo preso una precisa linea editoriale, l'abbiamo chiamata The New Normal, per cui da quel momento in poi la nostra line-up prevede sempre una presenza paritaria tra artisti uomini e donne. Mi piacerebbe dire che in generale stiamo assistendo ad un miglioramento, ma la realtà è che siamo ancora lontani dal vedere un'industria unitaria. Penso che sia evidente dal fatto che il Parlamento Britannico abbia invitato noi, un festival spagnolo, a parlare di una ricerca sulla parità di genere nell'industria musicale, e non un ente britannico, fa pensare. Le donne della musica si stanno prendendo tutto: basta vedere Taylor Swift o Karol G, che a Madrid riempie quattro date al Bernabeu, è un momento altissimo per tutte le donne della musica. E ogni artista ha il suo cachet, tra cui molte donne che guadagnano anche più degli uomini. Che tu sia donna o uomo non conta, se sei headliner verrai pagato di più».

Qual è l'artista della line-up di quest'anno che secondo te ci sorprenderà di più?

«Penso che ci sia tantissima voglia di sentire Liberato, perché è un artista misterioso, perché non si mostra così spesso. In azienda da noi ho scoperto che ci sono moltissimi fan di Liberato, a Barcellona la comunità italiana e napoletana è molto forte. Sarà bellissimo. Lo stesso riguarda il K-pop e J-pop, che sono fenomeni che non si vedono così spesso in Europa, come Atarashii Gakko!, Balming Tiger, Silica Gel. E credo che sarà molto interessante vedere cosa succederà. Un'altra artista super attesa è Lana del Rey, che il pubblico ci richiede da tantissimo tempo, da quando l'abbiamo annunciato nel 2020 e che abbiamo dovuto cancellare perché abbiamo annullato l'evento causa Covid.

Siete già al lavoro sugli ospiti dell'anno prossimo?

«Diciamo che stiamo già bloccando gli ospiti per il 2026 (ride, ndr). Gli head liner si devono chiudere con moltissimo anticipo. In ogni caso non posso dirti proprio niente».

Se potessi fare un trailer del Primavera Sound, quale sarebbe la sua storia?

«Nasce tutto da un gruppo di amici che volevano vedere artisti che da Barcellona non passavano mai. Poi con il tempo si aggiunge sempre più gente che come loro condivide la passione per la musica, così tanta che il parco in cui erano diventa sempre più piccolo, si sta sempre più stretti, e nel 2005 il Primavera si trasferisce al mare, dov'è ora, per ospitare alcuni degli artisti più attesi del mondo e la folla che li vuole vedere dal vivo. Ma la missione è sempre la stessa: combinare una fotografia di ciò che sta accadendo oggi con lo sguardo al futuro e senza dimenticare i gruppi e gli artisti che lo hanno reso il Festival che è oggi. Siamo un po' nostalgici, ogni anno in palinsesto c'è sempre qualche artista degli inizi: parliamo dei Pulp, con noi fin dalle prime edizioni. Quest'anno avremo i Phoenix, i Justice, c'è tantissimo hype. Noi siamo pronti».