Stash, Alex e Dario sono i The Kolors, band nata nel 2009 e passata da Amici di Maria De Filippi nel 2015. È la loro seconda volta al Festival, l’ultima volta nel 2018 con “Frida” e Daniele al posto di Dario, e ci tornano con una nuova consapevolezza che passa un successo estivo che ha rimescolato tutte le carte della loro carriera. Dai dischi di platino a un momento di blocco, la band non si è mai fermata ed è bastata una canzone a riportarli in cima a tutte le classifiche. Dopo “Italodisco” arrivano a Sanremo con un altro tormentone dal groove funky e la cassa in quattro. Un brano martellante che entra in testa al primo ascolto e che parla di un incontro. “Un ragazzo Una ragazza” è la voglia di parlare d’amore, fuori dall’online, con tanta gratitudine e pensiero fisso al loro primo Forum il prossimo 3 aprile. Li abbiamo incontrati, parlando con Stash.

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Che emozione provate?

«Siamo felici. Abbiamo letto un po’ di recensioni sul primo ascolto del nostro brano e siamo felicissimi che si parli del “suono The Kolors”. Avere una propria identità sonora è il goal di ogni band».

Quando è nata "Un ragazzo Una ragazza"?

«Se "Italodisco" è nata one shot, in venti minuti, questo brano è invece stato scritto nel tempo. Ha vissuto mille versioni diverse. Più di un anno fa ci trovavamo in stazione con Davide Petrella, autore e fratello. Notiamo un ragazzo che stava cercando di rompere il ghiaccio con una ragazza. Ci siamo fermati a dare attenzione a quel momento, osservando la scena di un incontro fuori dall’online. Nell’era dei social siamo abituati a fare il primo approccio dietro a uno schermo. È nato il pensiero di un incontro fuori dal digitale. È stato lo spunto».

Avevate provato a partecipare a Sanremo anche l’anno scorso?

«Nel mondo del pop c’è chi ammette di voler fare Sanremo e chi mente. È l’albo d’oro della musica in questo momento, motivo per cui abbiamo sempre mandato qualcosa ad Amadeus, anche quando c’erano solo embrioni di pezzi. L’anno scorso gli avevamo inviato il germoglio di questo brano. Oggi è diversa»

Felici di esserci quest’anno?

«Amadeus ha già dimostrato di avere una visione di insieme globale, ha avuto ragione su tanti progetti. In questo momento per noi è la cosa più giusta. Voglio ringraziarlo per aver abbracciato il nostro progetto. Le cose accadono quando devono accadere».

Cosa c’è di diverso rispetto alla prima volta nel 2018 con “Frida”?

«Andiamo con più consapevolezza. Averlo già fatto ci dà la possibilità di goderci alcuni momenti pieni di ansia e preoccupazione. Ci rendiamo conto che è anche quello il bello. Sono passati sei anni, l’obiettivo è stare con i piedi per terra e riuscire a vivere al cento per cento quello che sta accadendo».

Potete dirci qualcosa della cover della serata dei duetti?

«Abbiamo dato molta importanza a voler raccontare un altro lato della nostra artisticità, mostriamo un’altra anima rimanendo coerenti al nostro racconto, toccando opere e capolavori che sono ancora oggi molto contemporanei, chiamando con noi un grande nome che amiamo da sempre, il nostro sogno, le interviste del passato potranno confermarlo!».

Il vostro progetto ha subito up & down. Come avete vissuto i momenti giù?

«Quel momento di down mi è servito a capire che la prossima volta me lo godrò. Il nostro progetto è frutto di anni di lavoro e di studio che ha vissuto momenti difficili dal punto di vista di riscontro del pubblico. Sono quei tempi ad aver reso ancora più spiazzante e enorme la forza di una singola canzone e, senza, forse non avremmo avuto la stessa convinzione di chiuderci in studio e provare a fare le cose gigantesche. "Italodisco" è arrivata nella vita delle persone ed è stato abbracciata nonostante sia stata presentata da una band che in quel momento non aveva alcun hype».

È una ripartenza?

«La formazione è nuova, anche se Dario è con noi sul palco dal 2016. Abbiamo anche cambiato casa discografica. È una ripartenza vera. Siamo felici di aver riposizionato il nostro progetto grazie a una canzone. Siamo felici della nostra identità sonora. Non sappiamo come andrà a Sanremo ma questa è già la nostra vittoria».

Sentite il peso delle aspettative?

«Non vogliamo ripetere "Italodisco", ma vogliamo continuare a far scorrere un flow naturale con la sincerità di raccontare i nostri stati d’animo».

Sapete di piacere tanto ai bambini?

«Ai bambini, e l’ho capito dalle mie figlie, arriva tutto ciò che è puro e sincero. Non parlo delle mie canzoni, ma in generale. C’è sempre un motivo per cui alcune canzoni arrivano a tutti e i bambini sono un grande segnale».

Sareste pronti per l’Eurovision?

«Siamo pronti tutti e trenta nel cast! Sarebbe la cosa più bella in assoluto da vivere».

Maria De Filippi la senti ancora?

«Maria è la vera mamma di questo progetto. Facevamo le serate alle Scimmie di Milano quando all’improvviso ci siamo ritrovati a fare un provino per Amici. Maria è stata la prima persona che ha creduto in noi, la prima a dirci di lanciarci, a dirci la che nostra diversità sarebbe stata la nostra forza. La sento spesso ed è sempre la prima persona a cui mi rivolgo quando ho bisogno di un consiglio».

Chiudiamo con quello che succederà nel vostro primo concerto al Forum?

«Avremmo potuto fare un tour nei palazzetti subito dopo Amici ma per fortuna non lo abbiamo fatto. Ora possiamo raccontare più fasi del nostro percorso. Stiamo preparando qualcosa di gigantesco».