«Non sono mai stato sicuro di molte cose nella mia vita, ma di questa sì: se mi avessero detto che il mio nome sarebbe finito in un discorso alla Camera dei deputati non ci avrei creduto, mai e poi mai». Rosa Chemical, all’anagrafe Manuel Franco Rocati, 25 anni, piemontese, ha dovuto ricredersi. A citarlo è stata la deputata Maddalena Morgante di Fratelli D’Italia dicendosi preoccupata per il suo voler portare «la rivoluzione fluida sul palco dell’Ariston». Rosa Chemical ha replicato con ironia «mando un sorriso, un bacio e una preghiera», e su quel palco ci è salito con un altro obiettivo: conquistarlo. E adesso che Sanremo 2023 si avvia verso la fine, Rosa - arrivato a Sanremo con il suo camper rosa dopo il successo di Polka, manifesto artistico diviso in tre parti e con collaborazione di Gué ed Ernia - si gode la parte alta della classifica con la sua Made in Italy: «È una canzone sull'amore libero. Non voglio provocare, ma solo lanciare un messaggio contro ogni forma di discriminazione».

Che cosa significa per te amore libero?

«Diverso non è sbagliato, è solo diverso. Non esiste una verità assoluta, e con questa canzone vorrei mettere tutti di fronte ad altre possibilità che io vivo in prima persona. Canto, quindi, di poliamore, di sesso che è ancora un tabù. Ma anche di italianità, di Vasco Rossi, Celentano, Leonardo da Vinci e poi di cibo».

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ABC
Rosa Chemical Foto di Simone Biavati Moda di Simone Folli Make-up e hair Alessandra Dini Fashion assistant Nadia Mistri Jacket and vest Canadian Hat Kiska Lab Rings and earrings Deville Leather pants and boots Moschino

Perché ti definisci artista e non cantante?

«Sono autodidatta. Preferisco definirmi artista perché sono una persona con una visione, non so se so cantare. Ho incontrato la musica durante il mio periodo a Londra. Avevo 19 anni. La mia musica oggi nasce seduto in studio, nasce sotto la doccia, nasce dopo il sesso. Dipende dalle situazioni. In questo momento non riesco a dormire. Ieri sera mi sono messo nella mia brandina, ma non ce l’ho fatta. Soffro di insonnia, non è piacevole, ormai ho imparato a conoscermi e so che quando sono sotto stress non riesco a dormire. Va così dall’asilo, quando scappavo alle maestre per non dormire».

Perché non dormivi?

«Perché volevo fare altro, sono un tornado di creatività».

In che cosa il sesso è oggi ancora tabù?

«Il sesso per me è un atto fisico e un problema».

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SIMONE BIAVATI
Rosa Chemical

Perché è un problema?

«Perché siamo in una società in cui non puoi fare sesso quando vuoi, con chi vuoi, come vuoi. Ovviamente deve esserci sempre il consenso da entrambe le parti. Ma quando mi trovo a parlare di sesso anche con sconosciuti, per strada, soprattutto adesso, sento che non c’è piena libertà di esprimersi. Io dico mi piace il sesso anale, che la donna come l’uomo deve poter parlare di sesso e di piacere e questo vale anche per la masturbazione. Quando parlo di queste cose, a volte vedo negli occhi delle persone un pregiudizio, quando invece tutto questo dovrebbe essere normalizzato, ma non è ancora così, purtroppo».

«Io sono un essere umano, identità è sentirmi libero di essere ciò che sono».

Non credi che in questi ultimi anni ci sia stato un cambiamento?

«Non nel giudizio e nella morale. Siamo una generazione che o sei famoso e puoi dire la tua oppure anche se sei giovane non puoi allargare le tue vedute come vorresti. Perché se ancora chi ci rappresenta vede la partecipazione a un Festival di un artista che vuole cantare di amore come un pericolo non ne usciremo mai».

A voler usare le parole di Morgante, il pericolo sarebbe per la «rivoluzione gender fluid».

«Essere fluido significa non riconoscersi biologicamente nel sesso maschile o in quello femminile, e questo è quello che provo io. Io sono un essere umano, identità è sentirmi libero di essere ciò che sono. All’onorevole vorrei però fare una domanda: perché bisognerebbe ribellarsi al gender fluid? Devo ribellarmi per ottenere il diritto di scegliere come sentirmi? È una cosa che non esiste, è una polemica senza senso ma io rispondo con l’amore».

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SIMONE BIAVATI
Rosa Chemical

Sesso e amore per te posso coincidere?

«Possono coincidere, ma anche non coincidere. Ci è stato insegnato che devono coincidere, ma la mia canzone dice che possono anche non farlo. Posso amare una persona, farci del sesso ma avere delle pulsioni anche verso qualcun altro».

Nella tua vita ora coincidono?

«Sì e no. Sono in una relazione aperta, ho una ragazza, faccio sesso con lei, ma mi tengo aperte le porte delle mie voglie sessuali. Se ho voglia di fare sesso con un’altra persona, mi sento libero di farlo. L’importante è che la cosa sia reciproca. Nel rispetto e nella fiducia che ho per la mia partner».

Che cosa significa innamorarsi?

«Dedicarsi completamente a qualcosa o a qualcuno, scegliere di darsi completamente.

E famiglia?

«Il significato di famiglia è diverso per ognuno di noi. Parlo magari con un mio amico e mi dice che per lui “famiglia” sono mamma e papà, per un altro invece “famiglia” è lui stesso perché mamma e papà non li ha mai avuti, per altri ancora “famiglia” sono due mamme o due papà, o un solo genitore. Per me famiglia è mia madre, e significa sentirsi a casa e sentirsi amato da qualcuno a prescindere da chi sia, dal sesso, dall’etnia, da qualsiasi cosa».

«Posso amare una persona, farci del sesso ma avere delle pulsioni anche verso qualcun altro».

A fine Sanremo sarai soddisfatto se?

«Se la mia canzone viene capita e non passo solo per quello strano che canta di cose utopiche».

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SIMONE BIAVATI
Rosa Chemical

Sul palco canti «ti piace che sono perverso e non mi giudichi. Se metterò il rossetto in ufficio lunedì». L’ultima volta che ti sei sentito giudicato?

«Molto spesso da sempre. Accade quotidianamente che mi senta giudicato, poi il fatto che la cosa non mi tocchi più è solo perché ho le spalle larghe. Mi è piaciuto che anche Amadeus sul palco abbia parlato di amore universale e di diversità che non esistono».

«La mia parte femminile sono io»

Morgante ha detto di essere preoccupata per i bambini che ti vedranno sul palco. Tu cosa diresti a quei bambini?

«Ho 25 anni, non so bene come parlare a un bambino (ride, ndr). Ma mi sento di dire che un bambino non si spaventa dal fatto che possa esistere una cosa e anche un’altra. Il bambino si spaventa quando un genitore dice “o mio Sio non guardare quello, perché quello è…”. Io sono cresciuto con mia madre che mi ha educato a non giudicare mai quello che non conosco. Mi ha educato a comprendere, a capire, a dire “ok, è diverso da me, che cos’ho da imparare da lui”? Dal momento in cui un bambino cresce con questo tipo di educazione credo che possa salire qualsiasi persona sul palco e il problema non persiste».

I tuoi look cosa raccontano?

«Vanno di pari passo con la mia musica. Nel 2023 la musica non si ascolta e basta. Si ascolta e si vive. Ormai gli artisti sono super raggiungibili, puoi parlare con i tuoi idoli, vedere cosa fanno, ci sono i social. Il look è parte integrante della mia arte, è il mio modo di comunicare, trasmette le stesse cose che dico attraverso la mia canzone. Mi piace giocare. Metto in evidenza anche la mia parte femminile perché la mia parte femminile sono io».