Premessa: questa recensione non è obiettiva. Tutt'altro, perché noi pendiamo letteralmente dalle note (e dalle parole) degli artisti di cui vogliamo parlarvi.

Sono Francesco Bianconi, cantante dei Baustelle che proprio da domani è in libreria con il suo nuovo romanzo La resurrezione della carne (Mondadori Strade Blu, € 17), e Vinicio Capossela, artista che definire poliedrico è riduttivo e che quest'anno è tra i dodici finalisti del Premio Strega con Il paese dei coppoloni (Feltrinelli, € 18).

Francesco Bianconi ha pubblicato nel 2011 il bellissimo romanzo d'esordio Il regno animale e ora ci riprova, sempre per Mondadori, con un libro che ha il sapore delle liriche delle sue canzoni, a metà tra l'onirico e l'autobiografico. Anche La resurrezione della carne, come Il regno animale, è ambientato a Milano, e Ivan, il protagonista del nuovo romanzo, ricorda sulla carta il suo predecessore, Alberto: entrambi sono autori e scrittori che ambiscono a qualcosa di più di un effimero successo. La voglia di scoprire il perché di un tragico evento accomuna Ivan ad Alberto e alla sua insofferenza, altro punto di contatto tra i due libri. Il 10 e 11 giugno Francesco Bianconi presenta La resurrezione della carne a Firenze, presso la Balconata di Palazzo Strozzi, nell'ambito del Festival degli Scrittori.

Ma vogliamo parlare di Vinicio Capossela, l'istrione per eccellenza che come Re Mida fa' di tutto ciò che tocca un successo? Ora è la volta del suo romanzo Il paese dei coppoloni, edito da Feltrinelli che, in occasione del sessantesimo anniversario dalla sua fondazione, ha scelto di candidarlo al prestigioso Premio Strega. Il romanzo è la summa del lavoro di ricerca che Vinicio fa da tempo su miti e leggende nostrane. Argomento che lo affascina da sempre e che ha approfondito sia in musica sia a parole. Nel libro non mancano ovviamente riferimenti musicali, perché Capossela è ormai a tutti gli effetti uno scrittore ma ha la musica nel dna. Ci piace pensare che per lui, irpino doc ma nato ad Hannover, questo ritorno alle origini dopo anni di studi e ricerche deve essere stato come la quadratura del cerchio, un omaggio (neanche tanto celato) al suo e nostro passato.

C'è una morale in tutto questo, qualcosa in comune tra questi due musicisti prestati alla scrittura (o viceversa)? Azzardiamo: la poetica dei testi musicali può diventare creatività romanzesca ai massimi livelli, l'importante è che dietro ci sia un talento vero. E noi, da fan numero uno di entrambi, auguriamo loro tutto il successo che meritano.