«Se non fai sesso in questa vacanza allora non lo farai mai!», dice Skye (Lara Peake) sedicenne un po' stronza che di rapporti sessuali sostiene di saperne parecchio,
«No, non posso morire vergine!» risponde con entusiasmo Tara (una sensazionale Mia McKenna-Bruce) prima che sullo schermo compaia il titolo del film: How to have sex. Come si fa sesso? Su un palco in discoteca davanti a una folla che ti incita e un tizio con un microfono fa la telecronaca? Forse. O magari su una spiaggia, ubriachi, con un tizio che nemmeno ti piace e non si preoccupa di vederti piangere? How to have sex, in uscita in Italia i primi di febbraio, non ha risposte e, a fine film, non siamo più certi nemmeno di cosa significhi esattamente fare sesso.

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Film4 Productions, Head Gear Films, Heretic, British Film Institute, mk2 Films, Wild Swim Films

Di sicuro non lo sanno Tara, Skye e Em (Enva Lewis), adolescenti britanniche in vacanza a Creta dopo la maturità. Sanno, però, che Tara non può rimanere vergine, è un'onta di cui deve liberarsi e, almeno secondo Skye, si trova nel posto giusto. Tra luci al neon, spiagge dove correre all'alba, piscine ricolme di ragazzi sudati e litri di birra e vodka, non dovrebbe essere difficile. Per la verità Tara, la più insicura delle tre, non sembra così interessata al sesso, vuole piuttosto a compiacere l'amica, essere all'altezza. Lei forse preferirebbe divertirsi e basta, cantare e scherzare con le amiche, ubriacarsi, ingozzarsi di patatine al formaggio e vomitare a turno. «Ma nessuna di noi scoperà se stiamo solo tra di noi» intima Skye e Tara è quasi rassegnata nel togliersi di torno il prima possibile un ritro di passaggio che sembra obbligato.

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Così, quando le amiche iniziano a uscire con dei ragazzi vicini di appartamento, Tara non si chiede se le piacciano o meno, nota appena che con Badger (Shaun Thomas), festaiolo tanto scemo quanto tenero, c'è una certa intesa, ma questo non sembra affatto un dettaglio rilevante nella missione per perdere la verginità. Skye - la cui amicizia è tutt'altro che limpida e piuttosto offuscata da invidia e rivalità - le suggerisce di puntare sull'amico, Paddy (Samuel Bottomley), che è molto più «in forma» e quando Tara finisce in spiaggia con lui non sa (o non vuole, o non può) tirarsi indietro. Da quella notte sulla sabbia cambia tutto e il film diventa, come fa notare Esquire «puro horror». Tutto è sfumato a partire dal consenso nell'era post #MeToo: Paddy si preoccupa che Tara dica il suo «Sì», il resto - le sue smorfie di dolore, il disagio, la totale, mancanza di alchimia, di divertimento e di piacere - viene ignorato. E che succede se dici sì e poi capisci che era tutto sbagliato? Il tuo corpo è in grado di perdonare o superare? Riesci a tornare in pista e ricominciare a ballare?

Il film d'esordio di Molly Manning Walker, come scrive il Guardian, «è ombroso, vivace e molto divertente, e allo stesso tempo inquietante e terribilmente triste». Non è mai didattico e sempre estremamente plausibile nel dipingere la giovinezza delle tre amiche, così sfrenata che è bello anche star male, vomitare e ricominciare da capo. Il disagio di Tara lo sentiamo sulla nostra pelle nelle sequenze in cui Mia McKenna-Bruce respira affannosamente tra le luci accecanti della discoteca o quando si guarda allo specchio e i ricordi arrivano come ondate nei suoi grandi occhi: la sabbia sulla sua pelle, i movimenti di Paddy, le lacrime trattenute. È così che si fa sesso? A tratti la sedicenne sembra rispondersi di sì e prova a far finta di niente, si sforza di festeggiare questa verginità finalmente buttata. Altre volte le lacrime finalmente sgorgano.

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How to have sex è un film sui rischi dell'analfabetismo sessuale ed emotivo. Le ragazze, ma anche i ragazzi. non hanno le parole per parlarne: «Ti ha presa in braccio, ti ha sbattuta qua e là e cose del genere?» chiede Skye che «vuole i dettagli». Tara non sa dire di no, non sa quando e come dirlo, non sa spiegare cosa desidera e forse non sa nemmeno cosa può volere e non volere. Non dice quello che le è successo, lo fa capire con lo sguardo a chi ha la pazienza di osservarla davvero. Anche così, però, rimangono i non detti: i silenzi della ragazza e Badger che intuisce, prova a starle vicino, le spiega impacciato che lui Paddy lo conosce fin da piccolo, come a dire «Alla fine è un bravo ragazzo». «Avresti dovuto dirci qualcosa», commenta Em quando capisce, ben troppo tardi, che qualcosa è andato storto, ma a Tara mancano le parole, nessuno si è preoccupato di insegnarle, di parlarle di piacere, dialogo e consenso, nessuno l'ha fatto co i ragazzi che ha incontrato, con Paddy che l'ha trattata come un oggetto. Si è preferito mantenere il rito di passaggio per come è, l'esperienza casuale che può andare bene e se va male, in fin dei conti è normale. Di ragazze che, come Tara, tornano dalle vacanze con un pesante ricordo sulla spiaggia ce ne sono sempre state.