«Questo è un capolavoro neorealisa di rap italiano che nasce in mezzo a milioni di difficoltà», scrive Paola Zukar, punto di riferimento del rap italiano e manager di Marracash, Madame e Fabri Fibra, nella lettera di presentazione de L’angelo del Male, il nuovo disco di Baby Gang, artista da sempre al centro delle polemiche per i suoi problemi con la legge che nell’ultimo mese è diventato l’italiano più streammato, battendo il record di Sfera Ebbasta.

«Un album ricco e completo per mille motivi. 1) Per necessità, perché Baby Gang ha anche altre questioni di cui occuparsi oltre la musica in questo periodo; 2) Per volontà, perché circondarsi di alleati forti è una strategia militare vincente assoluta; 3) Per il mercato, perché quando molte delle tue canzoni le firmano anche i migliori della discografia rap italiana unita, il tuo urlo si sentirà ancora più forte. E allora sarà impossibile ignorarlo», continua. Un urlo per farsi ascoltare da chi lo segue dal primo giorno ma soprattutto da chi gira la testa dall’altra parte.

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Esce il 26 aprile e dà voce agli invisibili, a chi dà fastidio alla società, a chi vive problemi quotidiani e prova a farcela, non sempre riuscendoci. Zaccaria Mouhib, questo il suo vero nome, è uno di loro. Originario del Marocco a undici anni lascia la famiglia per non pesare sulla difficile situazione economica dei suoi genitori e cresce sulla strada. Finisce immediatamente nei giri sbagliati, senza punti di riferimento, piccolo in un mondo di grandi, e la storia che non ha neanche avuto il tempo di iniziare finisce male. Infrange la legge, viene rinchiuso al Beccaria di Milano. Eppure finisce anche bene, perché è in quelle difficoltà che trova la musica, incontra don Claudio Burgio dell’associazione Kayros che lo avvicina all’arte, impara a dire la sua attraverso le canzoni.

A 17 anni il suo primo brano “Street” ottiene un successo inaspettato. Oggi ne ha 22 e ha scalato ogni classifica. La sua è una storia che mescola il bene al male, i confini non sono definibili, ci sarà sempre chi lo criticherà e ne vedrà i lati negativi e chi lo osannerà. L’angelo del male è una chiara richiesta di sospendere il giudizio. «Chissà se gli indifferenti guardano solo i canali a loro dedicati, quelli dove il bene è il bene e il male è il male. Semplicemente», scrive ancora la signora del rap.

Il carcere ritorna. Ritorna la polizia, gli agenti, gli avvocati. È in ogni traccia, da quelle più rap a quelle che si mescolano con suoni più aperti, da "Guerra" a "Liberi", è pensiero del presente, quando gli arresti domiciliari ti tengono chiuso e l’unica valvola di sfogo, l’unico modo per vivere è cantare. Lo fa sperimentando suoni, ritmi, beat, da solo e con i tanti ospiti di questo disco: Sfera Ebbasta, Marracash, Geolier, Blanco, Lazza, Tedua, Ernia, Rkomi, Guè, Rocco Hunt, Emis Killa, Jake La Furia, Fabri Fibra, Gemitaiz, Madman, Paky, Simba La Rue, Niko Pandetta.

Sono i grandi nomi della scena del presente e del passato, come fosse una chiusura di un cerchio di un percorso iniziato in Italia che guarda ora oltre confine. Ognuno ci mette del suo in brani lavorati insieme, registrati in uno studio di Rogoredo o al Moysa per alcuni feat, sempre entro le 20 di sera, per l'obbligo di dimora, ma anche a distanza, quando sono finiti i permessi e si è passati agli arresti domiciliari dove il no alle uscite arriva anche quando si tratta di lavoro, come le interviste o i video da girare. Ognuno di loro ha qualcosa da dire, da aggiungere al racconto di Baby Gang che presenta la sua storia, le difficoltà del passato e del presente e la voglia di farcela, non per la fama né per i soldi che sono solo un mezzo.

Cantano la loro storia e la mescolano alla sua, Geolier porta il napoletano in "Miez A Via" ma chiede di esserci anche in "Non mi vedi" quando sente la traccia di Fibra, Ernia e Rkomi. Gemitaiz e Madman aggiungono un tassello alla loro narrativa in "Huracàn", Sfera mette la sua firma in "Madame". Il rap è il punto di unione, ognuno canta per sé, unendo le voci per un messaggio comune che chiama l’attenzione di chi ascolta. Ci sono i soldi, la strada, il lato oscuro, il disagio, le donne raccontati con una capacità lirica che segna un punto ferma nel panorama rap del momento e che lo porta ad essere l'italiano più ascoltato in Europa. Poco ma sicuro, il record di streaming rimarrà suo ancora per un bel po'. E a quel punto gli indifferenti di cui parla Paola Zukar forse inizieranno a fare attenzione.

La tracklist

Guerra
Bloods & Crips
Gangster feat Paky
Adrenalina feat Blanco, Marracash
Agente feat Emis Killa, Jake La Furia
Miez A Via feat Geolier
Huracàn feat Gemitaiz, MadMan
Liberi
Solo feat Lazza, tedua
Madame feat Sfera Ebbasta
Millionaire feat Guè
Assistente Sociale feat Simba La Rue
Serenata Gangstar feat Rocco Hunt
Italiano feat Niko Pandetta
Non mi vedi feat Fabri Fibra, Ernia, Rkomi, Geolier
Venom