Metti insieme cinque donne che quasi non si conoscono. È incredibile quello che possono fare, quello che riescono a fare. A raccontarmelo è Cristina Begni, Presidente di Viva Vittoria, un'organizzazione di volontariato molto particolare nata nel 2015 a Brescia da uno scopo condiviso: dire il proprio "NO" contro la violenza sulle donne.
Il tema purtroppo è più attuale che mai, perché nel giorno in cui si celebra la Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne - il 25 novembre - si leggono numeri sconcertanti che riguardano i femminicidi in Italia (108 donne uccise dall'inizio del 2021) e su cui la pandemia da Covid-19 ha avuto effetti devastanti. Un quadro che conferma quanto ancora sia importante parlare di una violenza spesso lunga anni e mai denunciata. Come ci ha dichiarato la Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti: «Le donne devono sapere che non solo sole, che c’è una comunità pronta ad accoglierle e che dalla violenza si può sempre uscire. È importante ricordare a tutte che si può chiedere aiuto, chiamando il numero di pubblica utilità 1522».
Questo quadro di attualità, ci conferma la Ministra Bonetti è in cima all'agenda politica:
«La tutela delle donne vittime di violenza è priorità assoluta del governo. Con il nuovo Piano strategico nazionale contro la violenza maschile sulle donne 2021-2 scegliamo la stabilità e la strutturalità delle attività di contrasto e anche dell’investimento dello Stato nel sostenere la rete dei centri antiviolenza, che ogni giorno svolgono un lavoro preziosissimo in prima linea in tutto il Paese. È un investimento che rendiamo strutturale in legge di bilancio con 30 milioni di euro, cui si aggiungono ulteriori e strutturali 5 milioni di euro per l’attuazione del Piano e altrettanti per l’attuazione del Piano strategico per la parità di genere. Un impegno chiaro e incessante contro un fenomeno pervasivo nella nostra società e che chiede azioni sinergiche e trasversali».
Ma le donne non si fermano mai, nemmeno quando i fatti sono scoraggianti, nemmeno quando i numeri sembrano remare contro. Per dare colore a questi dati drammatici sulle donne vittime di violenza e trasformarli in qualcosa di positivo (oltre che in un aiuto concreto) Viva Vittoria ogni anno colora i luoghi simbolo delle città italiane attraverso una coperta creata da chi ha deciso di donare il proprio tempo per contribuire alla lotta contro la violenza sulle donne. «Un vero e proprio gesto di solidarietà in cui si dona tempo e non denaro», mi spiega Cristina di Viva Vittoria anche se naturalmente ogni manufatto può essere acquistato a fronte di una donazione minima di 20 euro che vanno interamente a sostegno delle associazioni locali che si occupano di violenza sulle donne.
L'idea di un'opera condivisa, creata da donne, uomini, ragazzi e ragazze è l'emblema di un modello diverso di forza, una forza positiva e creatrice, una forza tutta femminile che coinvolge, come mi spiega Cristina, tutta la comunità delle città a cui l'organizzazione dona il format di Viva Vittoria (ci saranno 6 eventi di Viva Vittoria nel 2022). Un tema, quello di far sentire chi subisce violenza parte di una comunità che sostiene e supporta, che si sposa perfettamente con il tema della Giornata contro la Violenza sulle Donne 2021 che è Libera puoi. Il senso ultimo è quello di ricordare a ogni donna vittima di violenza che un'alternativa è sempre possibile, una via d'uscita c'è e si trova nel sostegno di chi ci circonda. Anche la Ministra Bonetti ci conferma l'impegno della politica: «Per sostenere le donne a ricominciare una nuova vita abbiamo messo in campo due misure importantissime: il reddito di libertà con 7 milioni di euro, e il microcredito di libertà, con 3 milioni di euro: un aiuto concreto, dall'affitto di una casa all'avvio di una attività imprenditoriale».
Anche la creatività dell'opera di Viva Vittoria simboleggia quasi una nuova vita che si concretizza nei manufatti 50x50 realizzati a maglia, donati da chiunque voglia partecipare che vengono poi cuciti insieme da un filo rosso che rappresenta il no alla violenza, il rifiuto di tacere gesti e comportamenti che non devono più far parte della nostra quotidianità, che non dovremmo più leggere sui giornali o sentire alla tv.
«Una protesta colorata ma silenziosa», mi dice Cristina, a sottolineare la potenza di un rituale vintage come quello di fare a maglia che incrocio dopo incrocio trama dopo trama testimonia l'inesorabile forza della battaglia contro la violenza. Ma se i dati sulla violenza sulle donne che leggiamo oggi ci fanno realizzare che il percorso è ancora lungo, Cristina mi racconta un fatto bellissimo, che spesso non si sottolinea abbastanza: sono sempre di più gli uomini coinvolti nei progetti di Viva Vittoria e soprattutto anche le ragazze e soprattutto i ragazzi a cui viene data la possibilità di creare un manufatto a scuola, sono entusiasti e adorano l'arte del knitting. Questa è la speranza per il futuro, perché la lotta alla violenza sulle donne è una lotta di tutti.
Come segnalare una violenza
Ti ricordiamo qui anche tutti i canali ufficiali per segnalare una violenza:
Il numero di pubblica utilità 1522
Il numero 15 22 e una linea diretta con personale preparato e specializzato che può aiutare le donne a uscire dalla solitudine e dalla paura causate dalla violenza, fornendo aiuto e sostegno. Il servizio è multilingue, attivo 24 ore su 24 e garantisce alle donne totale anonimato.
In alternativa si può scaricare la app del 15 22.
La app Youpol della Polizia di Stato
Attraverso l'app Youpol è possibile segnalare una violenza o un sospetto caso di violenza direttamente alle forze dell'ordine.
Per non dimenticare i nomi di tutte le donne che non ci sono più
Come riporta La27maOra, blog del Corriere della sera, i femminicidi in Italia dal 2012 a oggi sono stati 1079, un dato tristemente approssimato per difetto. Per dare un nome e un volto a ciascuna di queste donne il 25 novembre 2021, i nomi di tutte le donne uccise verranno ricordati attraverso un memoriale sui maxi schermi nelle città di Roma e Milano.
Il progetto nasce da un'idea di Gianluca De Marchi, amministratore delegato di Urban Vision, in collaborazione con il “Gruppo 25 Novembre” costituito dallo stesso AD e da Antonella Centra, Serena Dandini, Michela Di Biase, Giulia Minoli, Chiara Valerio, e con l’associazione Crisi Come Opportunità. Sugli schermi appariranno i nomi delle vittime, la data della loro morte e il modo in cui sono state uccise e si leggeranno citazioni di donne simbolo di lotta e coraggio.