Centonove sono le donne morte di femminicidio nel 2021. 89 sono le donne che ogni giorno in Italia subiscono una qualche forma di violenza di genere. E 8 (8 su 630) sono i parlamentari presenti in aula mentre la ministra Bonetti, ieri, parlava del problema della violenza sulle donne. È un'immagine piuttosto emblematica, specie alla vigilia della Giornata internazionale per la lotta alla violenza contro le donne e infatti sui social sta circolando molto. «Questo Parlamento è trasversalmente e profondamente impegnato nel promuovere azioni strategiche per ripudiare qualsiasi forma di violenza contro le donne», ha detto la ministra presentando le «misure strategiche, sistematiche e strutturali messe in campo dal governo». Ma la sensazione è che siano ancora una volta solo parole, pronunciate in un'aula vuota.

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Dobbiamo dirlo: non è esattamente come sembra. Come ha fatto notare su Instagram la deputata del PD Giuditta Pini, c'è un motivo per cui l'aula della Camera era vuota e non ha a che fare necessariamente con una mancanza di interesse sul tema. «Il ruolo del parlamentare non è solo quello di stare in Aula: la maggior parte del lavoro legislativo si fa in commissione e un'altra buona parte del lavoro si fa sul territorio con incontri con le associazioni, in prefettura, con i sindaci e le sindache, con ispezioni, riunioni e così via. Il lunedì è il giorno preposto a questo tipo di attività», ha spiegato in un post: «Ecco perché il lunedì l’Aula è vuota, che si parli di violenza o di tasse». Resta, però, il fatto che una maggiore presenza alla vigilia di una ricorrenza così importante (forse qualche impegno si poteva rimandare?) avrebbe mandato un messaggio diverso. La foto, infatti, simboleggia piuttosto chiaramente l'assenza delle istituzioni davanti al problema della violenza di genere.

I dati sono sconfortanti: i femminicidi rappresentano il 40% di tutti gli omicidi commessi nel Paese e dall'anno scorso c'è stato un aumento dell' 8% nel numero delle vittime. Le donne in Italia sono giornalmente vittime di abusi di vario tipo: secondo i dati di D.i.Re, la principale rete di centri antiviolenza in Italia, le survivor riportano principalmente violenze psicologiche (77,3%), fisiche (60% circa dei casi), violenza economica (33,4%), violenza sessuale (15,3%) e lo stalking. Spesso, poi, le donne che denunciano non vengono ascoltate: come riporta Repubblica, una donna su sette segnala alla polizia il suo aguzzino senza ottenere interventi rapidi. La situazione è critica, la pandemia ha peggiorato le cose e nel frattempo è dallo scorso dicembre che il piano nazionale contro la violenza non viene rinnovato. È stata presentata solo una bozza e i centri antiviolenza sono sempre più in difficoltà per la mancanza di fondi e di supporto da parte delle istituzioni. Ci saranno delle buone ragioni per cui l'aula lunedì era vuota, ma la foto della ministra Bonetti dovrebbe fungere da monito: non possiamo più accettare belle parole che cadono nel vuoto inascoltate, la lotta alla violenza di genere non è una questione di nicchia, dovrebbe essere una priorità per tutto il Paese.