Il bordo del letto sfatto e sopra, quella maglietta stropicciata che hai usato per dormire. Stacco. La strada sterrata che hai percorso, e la brina che ci si creava sopra tutte le mattine. Cosa significa entrare a piccoli passi dentro la vita di qualcuno? Non solo guardare il tempo che passa ma accompagnarlo per mano, catturarne le trasformazioni.

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Benedetta ristori
Benedetta Ristori
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ludovica anzaldi
Ludovica Anzaldi

Abbiamo aperto i diari di due giovani fotografe italiane che attraverso figure e luoghi raccontano le loro storie. Come in Human range (2018−) di Ludovica Anzaldi, una ricerca sull’universo femminile, l’identità di genere e i corpi nell’intimità dei loro spazi. Oppure East (2015−2018) e You Don’t Need Soil To Grow (2021-2023) dove Benedetta Ristori riflette sul rapporto tra storia e territorio, raccogliendo le narrazioni silenziose di luoghi, oggetti e persone.

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ludovica anzaldi
Ludovica Anzaldi
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Benedetta ristori
Benedetta Ristori

Ma per voi esattamente come si entra in intimità con qualcuno o qualcosa?

B: «Entrare in intimità con un luogo che non ti appartiene è un atto di apertura da entrambi i lati; ciò che vedo mi trasmette qualcosa ma allo stesso tempo io proietto me stessa e il mio modo di vederlo, anche il semplice atto di sceglierlo rispetto a un altro crea una connessione con quel luogo o quell’oggetto».

L: «Con sincerità. È la via che prediligo in generale. Nuda, cruda e diretta: io sono questa, questa è la mia storia, questo è quello che faccio e che mi interessa. Vuoi farne parte? Se la risposta è sì, sei già dentro la sfera privata di una persona».

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ludovica anzaldi
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Benedetta ristori
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C’è una cosa che cambiereste del vostro lavoro?

B: «Mi piacerebbe una rappresentazione più diversificata nelle opportunità e nei riconoscimenti, e che il lavoro artistico fosse considerato e tutelato alla pari di un lavoro convenzionale».

L: «Sogno più giustizia ed eguali opportunità per tutti, maggiore tutela e opportunità di crescita, indipendenza. Quindi, in una parola: libertà».

E invece una qualità che non vorreste mai perdere?

B: «Le sensazioni che la fotografia mi trasmette e il mondo in cui mi immerge. Perderle significherebbe privarmi di una forma che mi permette di comunicare e di condividere. È per me un vero e proprio linguaggio, una parte essenziale della mia espressione e una connessione con l’esterno».

L: «La curiosità, l’amore e la rabbia. Ciò che mi sprona a non mollare, e da cui attingo o per trovare la forza di andare avanti».

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Benedetta ristori
Benedetta Ristori


Ludovica Anzaldi
e Benedetta Ristori tengono un corso di 10 lezioni dal 5 Marzo 2024 alle Officine Fotografiche Roma incentrato sull’ideazione e sulla realizzazione di un progetto fotografico attraverso gli sguardi di due fotografe documentariste. Due visioni differenti ma complementari che raccontano la fotografia paesaggistica e ritrattistica guidando i partecipanti in un percorso pratico e teorico.