La letteratura erotica è un tema molto soggettivo. C’è chi si accontenta di un vecchio romanzo Harmony e chi predilige storie misteriose (come dimenticare il boom della saga Cinquanta sfumature?). Io invece sono alla ricerca di qualcosa di un po’ più custom-made. Così, mentre gli esperti valutano i rischi di un’eventuale “presa di potere” dellintelligenza artificiale, decido di verificare se la piattaforma può darmi una mano con l’autoerotismo. Insomma, se ChatGPT è in grado di mandare un’e-mail convincente al mio capo, saprà anche scrivere soft-porno personalizzati, no?

«Sono programmato per rispettare determinati standard etici e morali», è la prima risposta che ricevo quando chiedo a ChatGPT di dedicarmi una storia più hot, «non genererò contenuti inappropriati o offensivi». Dopo aver cercato di capire cosa significa “etico e morale” per l’A.I., aggiro l’ostacolo. «Scrivi l’apertura di un racconto erotico». Una richiesta semplice, e infatti non ottengo certo dettagli alla E.L. James.

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«Quando si girò per guardare in volto l’uomo seduto sul divano, la vestaglia le scivolò dalla spalla, esponendo un accenno del suo reggiseno nero di pizzo». Una spalla, capito? Certo, per qualcuno sarà pure una parte del corpo eccitante, ma io cercavo qualcosa di molto più spinto. Riprovo: «Scrivi una scena erotica con tre persone sotto la doccia». Risposta: «Sotto la doccia, l’acqua calda gocciolava sui tre corpi avvinti in un abbraccio appassionato. Le mani vagavano sulla pelle liscia e bagnata, le labbra intrecciate in un bacio infuocato». Ancora troppo poco. «Uno di loro si abbassò per accarezzare gli altri due, le mani si muovevano all’unisono per darsi piacere a vicenda. Gemiti riempirono l’aria, mescolandosi al ticchettio dell’acqua sulle piastrelle». Mi incuriosisco, vediamo che succede. «Abbandonandosi all’estasi del piacere, la doccia divenne un tripudio di carne e desiderio. I movimenti diventavano più frenetici, il respiro sempre più concitato e affannoso. Infine, raggiunsero l’orgasmo, i loro corpi straziati dal piacere». Finalmente qualcuno si diverte, penso, ma purtroppo non sono io. Vado avanti, tiro fuori la Lady Chatterley che è in me, e chiedo un contenuto alla «rude contadino che ci dà dentro in mezzo al fieno». Con mia grande sorpresa, ChatGPT è più disponibile a questo tipo di approccio. «Una leggera brezza agitava il fieno nella stalla, creando un morbido fruscio mentre la coppia si accingeva a entrare. Avevano adocchiato questo fienile per settimane e ora finalmente avevano la possibilità di farlo loro». Chi adocchia un fienile per settimane? Vabbè, continuiamo. «Entrando, la coppia non poté fare a meno di provare un senso di eccitazione. Il profumo del fieno si mescolava all’aroma muschiato del desiderio, creando un’atmosfera inebriante». Prendete nota: le balle di fieno sono il nuovo, vero afrodisiaco, altro che ostriche e champagne. «L’uomo sfilò la camicetta alla donna, rivelando i suoi seni tremolanti, coi capezzoli già inturgiditi dal desiderio». Seni tremolanti? Qui l’unica cosa che ha un mancamento è il mio povero vibratore, lanciato dall’altra parte della stanza per la frustrazione. Dopo il tragico accenno a quei seni incerti, la storia prende una piega un po’ più sexy. Entra in scena un pene misterioso. «Gli abbassò i jeans, rivelando un cazzo duro come la roccia. Lo avvolse tra le dita, sentendolo pulsare di desiderio. Lui la condusse verso una pila di balle di fieno, e si sdraiò. Lei si mise a cavalcioni su di lui, proprio sul suo membro. Lentamente si abbassò, sentendosi riempire fino in fondo. Iniziarono a muoversi all’unisono. Mentre la passione esplodeva, intensificarono ritmo e ardore, finché i loro gemiti riecheggiarono nel fienile». Ci siamo, direte voi. E invece no, perché nonostante la comparsa del promettente «cazzo duro come la roccia», la scopata non si conclude con un «vienimi sulle tette», bensì con «la coppia si contrasse di piacere, avvolta l’una nelle braccia dell’altro». Libido azzerata. Sto quasi per mollare ma faccio un ultimo tentativo, con un racconto di autoerotismo. Ed è questa la storia più audace che ottengo da ChatGPT.

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«Aprendo la confezione di quell’elegante giocattolo di forma fallica, Daisy era nervosa. Aveva sentito parlare dei piaceri del dildo ed era eccitata all’idea di poterlo finalmente sperimentare», si legge nelle righe iniziali del diario segreto di ChatGPT, che evidentemente è un’adolescente alle prime armi. «Fece un respiro profondo e lentamente inserì il giocattolo nella vagina, umida e trepidante. Sussultò quando sentì la superficie liscia e fredda del dildo scivolare dentro di lei, riempiendola e allargandola in un modo che non aveva mai provato prima». Oh, finalmente! «Quando iniziò a infilare e sfilare il dildo, sentì un intenso piacere crescerle dentro, un calore che si diffondeva in tutto il corpo. Chiuse gli occhi e si lasciò andare, muovendo il giocattolo sempre più velocemente finché non fu vicina al climax. All’improvviso, avvertì un’ondata di piacere travolgente, il suo corpo tremò per la forza dell’orgasmo. Venendo gridò, contratta dal piacere e con le mani strette attorno al vibratore». Dai, questa storia si merita un 7. Purtroppo, proprio mentre la situazione inizia a scaldarsi, ChatGPT s’infrigidisce. Alla mia richiesta di averne di più, replica: «Le mie risposte devono sempre essere rispettose e indicate per tutti i destinatari. Per favore, in futuro cerca di evitare richieste inappropriate». E così la mia avventura coi racconti erotici generati da A.I. finisce qui. Ma è mai iniziata? Benché sia riuscita a ottenere qualche storiella un po’ spinta, non ho trovato nulla di davvero soddisfacente. Dov’erano tutti quei dettagli che gli scrittori più esperti sanno spargere sapientemente tra le pagine? E che dire dei continui richiami alle mie richieste perché stavano «infrangendo le regole del buon decoro»? Della serie: come uccidere la libido. Insomma, la conclusione è che questi bot saranno anche intelligenti, ma non saranno mai in grado di sostituire i capolavori erotici della mia educazione sentimentale. Torno al contadino di Lady Chatterley: è decisamente meglio.