Il 21 dicembre 2021, un emendamento biennale approvato dal Senato garantiva alle persone affette da disturbi del comportamento alimentare l'assistenza necessaria grazie all'apertura di ambulatori e centri di sostegno distribuiti sul territorio italiano. Nel 2024, però, la Legge di Bilancio per il prossimo biennio ha tagliato il fondo di 25 milioni di euro stanziati per la causa, cancellando con un colpo di spugna le possibilità di sopravvivenza luoghi di accoglienza e aiuto. La data ultima è il 31 ottobre: dopo, senza le modificazioni opportune, gli ambulatori che già operano in Italia, con le oltre 700 persone che sono state assunte per le strutture, saranno chiuse.

Come ha spiegato Laura Della Ragione, direttore della Rete Disturbi Alimentari Usl 1 dell’Umbria al Corriere della Sera, in Italia, al 2023, le strutture che potrebbero essere falciate dalle conseguenze di questa decisione sono 126, di cui 112 pubbliche e 14 private. La densità maggiore si rileva al Nord, quella minore in Centro Italia: grazie ai fondi stanziati nel 2021, regioni come Campania e Puglia hanno potuto aprire per la prima volta dei centri di sostegno per persone con DCA, ambulatori che però, senza il budget necessario per sopravvivere, saranno smantellati per impossibilità di pagare il personale o i costi di mantenimento.

A marzo 2023, un report della Società Italiana di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza confermava che, oggi, ci si ammala di bulimia, anoressia e di altri disturbi dello spettro dei DCA sin dalla pre-adolescenza: si inizia a 12 anni senza differenze di genere, un età che ha portato gli esperti a gridare all'epidemia e all'emergenza collettiva. Nonostante i numeri - 3 milioni di malati in Italia (nel 2000 erano "solo" 200 mila, secondo un confronto di dati del Ministero della Salute diffusi in aprile), 55 milioni nel mondo - quella legata alla proliferazione dei disturbi del comportamento alimentare non è stata ritenuta un'urgenza. Come ha ribadito Laura Della Ragione, in Italia, solo nel 2023, sono morte oltre 3.700 persone (con una media di età di 25 anni) per malattie legate ai DCA, che, a oggi, sono la prima causa di morte tra i ragazzi dopo gli incidenti stradali.

E le grida di allarme non arrivano solo dalle istituzioni, ma anche dai personaggi del mondo dello spettacolo: la modella Paola Turani, in un post Instagram in cui ha raccontato la sua esperienza personale, ha confermato l'importanza degli ambulatori sul territorio per accogliere, ascoltare, in alcuni casi guarire i ragazzi e le persone in difficoltà. Una rete accessibile e capillare che, nell'ultimo biennio, ha fatto la differenza in termini di sensibilizzazione e sostegno di tutte quelle famiglie che non possono permettersi centri privati e percorsi molto costosi. Nello scenario attuale, con gli ambulatori destinati a chiudere, migliaia di ragazzi e persone affette da disturbi del comportamento alimentare - 9 mila circa di utenti, secondo una stima dell'ISS al 2022 - saranno lasciate a loro stesse, sole davanti al mostro di cui sono vittime. L'assistenza verrà bloccata di punto in bianco, senza una spiegazione. L'unica speranza è che il Fondo di Bilancio venga rivisto o che i DCA vengano inseriti nei LEA, ovvero nei Livelli essenziali di assistenza che il Servizio Sanitario Nazionale deve fornire ai cittadini gratuitamente o via ticket, così da raggiungere (e salvare) più persone possibile in modo capillare.