Sempre più persone sono alla ricerca di un lavoro che risponda alle proprie aspettative, ma precarietà e retribuzioni poco adeguate la fanno da padroni. Chi ha un lavoro spesso si sente vessato e sottopagato, malcontento e un forte calo motivazionale serpeggiano negli ambienti lavorativi. Senza contare stress e disturbi psicosomatici che affliggono le persone in cerca di un nuovo lavoro. E chi il lavoro lo ha cambiato, dopo aver superato paure e incertezze legate ad un nuovo percorso professionale, spesso non ha trovato i miglioramenti che cercava. Scelta non facile, quella di cambiare lavoro. Da ponderare, prima di procedere. Non prima, però, di aver valorizzato le proprie competenze e abilità con gli strumenti presenti sul mercato. Dalle cause che ci spingono a questo desiderio ai migliori modi per licenziarsi senza drammi, leggi qui le dieci considerazioni da fare prima di scegliere di cambiare lavoro, mollare tutto e svoltare la propria vita.

1 - I motivi per cambiare lavoro: i segnali premonitori

L’attuale precarietà del mercato del lavoro e la difficoltà a trovare lavori ben remunerati spinge un numero crescente di persone a valutare l’idea di cambiare lavoro. Le statistiche, però, indicano che la metà di chi ha scelto di svoltare non ha riscontrato miglioramenti in termini di crescita professionale. Ma quali sono i segnali che spingono a cercare un nuovo lavoro? La svogliatezza mattutina al risveglio o un continuo controllo dell’ora sul posto di lavoro sono certo segnali inequivocabili. Un evidente malcontento con possibili conseguenti disturbi psicosomatici è certamente qualcosa da non trascurare. Ma le motivazioni che spingono a cambiare lavoro possono anche essere altre.

2 - Quando cambiare lavoro? La necessità di sentirsi apprezzati

L’azienda non investe sulla tua crescita? Ecco un valido motivo per cambiare! La mancanza di crescita professionale e uno scarso coinvolgimento nel tessuto aziendale sono il motivo principale di insoddisfazione, assolutamente trasversale a tutte le fasce di età. Non sentirsi apprezzati è senza dubbio un valido motivo per cominciare a guardarsi intorno, ma se il cambiamento spaventa si può optare per una formazione in autonomia. Sono numerosi i corsi gratuiti o a costi contenuti con cui acquisire abilità e competenze che torneranno utili in futuro. O che potrebbero essere un fattore fondamentale per il rilancio della propria figura in azienda.

3 - Ambiente lavorativo pesante = motivo sufficiente per cambiare lavoro?

Scarso apprezzamento da parte dell’ambiente di lavoro, mancanza di armonia con i superiori e/o collaboratori con conseguente carenza di stima e fiducia reciproca. Inevitabile provare poco o nullo interesse per il lavoro da svolgere, anche se ci piace. Si contano i minuti per tornare casa oppure, se in smart working, dedicarsi ad altro. Nervosismo e l’angoscia di tornare al lavoro che assalgono alla vigilia del rientro in azienda: quando non ci si sente più parte dell’azienda si subisce un forte calo motivazionale. Lo stress raggiunge livelli altissimi e la sindrome da burnout è dietro l'angolo.

4 - Cambiare lavoro per una retribuzione maggiore o per una nuova esperienza di vita

Un'inadeguata retribuzione che non valorizza le competenze rende difficilmente tollerabile l’insoddisfazione personale in ambito lavorativo. Sentirsi ricompensati equamente per il proprio lavoro è un diritto oltre ad essere una necessità materiale e psicologica. L’azienda potrebbe voler riconoscere un migliore trattamento retributivo, ma spesso questo fa scaturire le invidie e le gelosie dei colleghi fino ad avvertire la necessità, o semplicemente la voglia, di cambiare aria. Cambiare alla ricerca di un nuovo slancio, per fare un salto di qualità, o per imparare cose nuove in un ambiente di lavoro diverso, non è facile e ci vorrà coraggio.

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5 - Cambiare vita e lavoro: il perché di un salto nel buio

Cambiare risponde a un bisogno naturale, non dimentichiamolo. Fa bene al morale e alla produttività, cambiare mansione dà una bella sterzata al nostro stile di vita abbattendo la routine e regalando nuovo entusiasmo. Conoscere persone nuove, frequentare un ambiente diverso per ritmi ed equilibri, svolgere altre mansioni… sono tutti aspetti che permettono di ritrovare energie e motivazioni perdute. Un toccasana per la vita. Perché restare motivati è fondamentale per sfruttare al meglio ogni situazione.

6- La paura di cambiare lavoro: l’età è un fattore importante

Tante sono le motivazioni che spingono qualcuno a voler cambiare lavoro. Da chi è insoddisfatto del lavoro che svolge, a coloro che cercano una occupazione che consenta di avere maggior tempo da dedicare alle proprie passioni, fino ai precari. Cambiare lavoro è comunque scelta non facile e a condizionare le probabilità di trovare una nuova occupazione è soprattutto l’età. Esistono opportunità che sono infatti precluse a chi ha più di 40 anni. E l’ansia e la paura possono prendere il sopravvento.

7 - Il coraggio di cambiare lavoro o la paura di lasciare ciò che si conosce?

Cambiare lavoro significa abbandonare una zona di comfort, dove tutto è conosciuto, lasciare qualcosa di sicuro per un qualcosa di ignoto. Da qui possono derivare forti timori e la situazione richiedere del tempo per metabolizzare la paura di abbandonare ciò che si conosce. Un nuovo lavoro, infatti, è anche una nuova sfida. Vien da sé che possa suscitare il dubbio di non essere adeguati al nuovo percorso professionale o di andare incontro ad un insuccesso. O di non riuscire a trovare condizioni lavorative migliori rispetto a quelle precedenti.

8 - Cambiare lavoro o no: confrontarsi in azienda prima di decidere

Se la decisione di cambiare lavoro rimane fonte di dubbio e paure è consigliabile un confronto interno all’azienda. Parlare con il proprio superiore o con il responsabile delle risorse umane potrebbe portare ad una ridefinizione dei vostri compiti in azienda, magari collaborando ad un nuovo progetto all’interno di un nuova squadra di lavoro. Sarebbe un bel risultato: oltre a essere una situazione stimolante, ciò non comporterebbe uno stravolgimento delle abitudini e dei ritmi di vita.

9 - Cosa fare per cambiare lavoro

Cambiare lavoro è una decisione da prendere con attenzione, ma se la scelta è stata fatta cosa bisogna fare per non farsi prendere dal panico? Primo passo da compiere è analizzare le proprie motivazioni e abilità per individuare il lavoro che vorremmo fare. Bisogna provare a definire al meglio l’ambito professionale nel quale si vuole operare, magari formandosi ulteriormente nelle competenze e abilità in cui si è più deboli. Mai affrontare questo passo con leggerezza, tutto richiede calma e pazienza. Tanto più che alla base di una scelta che porterà tante novità deve esserci un’adeguata versatilità e voglia di adattarsi al cambiamento.

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10 - Curriculum e social network, le mosse giuste per cambiare lavoro

Se dopo averci riflettuto attentamente e dopo tutte le dovute considerazioni è stata presa la decisione definitiva di cambiare lavoro, allora dovete dedicare un po’ del vostro tempo ad aggiornare curriculum e profili social. Linkedin, per esempio, è la vetrina ideale per accrescere la propria visibilità agli occhi di selezionatori, responsabili delle risorse umane e cacciatori di teste: un social network che permette di aumentare le probabilità di trovare un posto di lavoro migliore e, soprattutto, coerente con le proprie abilità e in linea con il mercato lavorativo corrente. Ma non bisogna dimenticare di lavorare sulle soft skills: il lavoro su se stessi è fondamentale per risultare appetibili a una azienda.

Allora, are you ready per questo passo? Se sì, ti mandiamo un grande in bocca al lupo! ♥