Immaginarlo come un valzer di Strauss, con sottofondo firmato Amelie Lens, sulle note di Lou Reed: la frenesia del lavoro di artisti come Fara Homidi, Karim Rahman o Anthony Turner può essere vissuto a diverse intensità, con differenti playlist che accarezzano i rumori dei backstage, a volte coprendoli, altre esaltandoli. A tratti sembra che le pennellate di rossetto mogano seguano un jazz di velluto, per poi abbandonarsi al punk rock dei Misfits con lacca e volume, phon sempre accesi, hairstylist che sembrano arrampicarsi per arrivare alla chioma coronata di modelle su tacchi sottili come aghi. Per poi scorgere, negli angoli, ragazze scomposte dalle labbra corrucciate che aspettano pazienti la vestizione, leggendo chissà quali libri velati di spray per capelli. Decisamente LCD Soundsystem. Ad ogni modo, qualsiasi sia la canzone scelta per accompagnare la visione dolce e frenetica dei backstage, c'è una e una sola certezza: è qui che si crea la magia, è qui che le cose prendono forma.
I beauty look della sfilata di N21 raccontano la nostalgia del passato. A ispirare Alessandro Dell'Acqua, Creative Director del brand, sono due figure femminili che appartengono agli Anni '60 - «Gli anni della messa in discussione e dell'insoddisfazione provocata dai traguardi sociali raggiunti» - : Monica Vitti e Jeanne Moreau.
«Ma anche quelli della scoperta della sensualità, perfino dell'erotismo», afferma Dell'Acqua. Una visione che attinge ai cliché della femminilità, li identifica e li stravolge per dare vita a qualcosa di nuovo, tanto con cardigan in finta pelliccia e gonne in satin laccato abbinati alla classica camicia maschile a righe, quanto rivisitando alcuni elementi chiave del make-up. Karim Rahman (Head Make-Up Artist per Kiko Milano) crea, infatti, un incarnato fatto di trasparenze. Il compito di perfezionare la pelle, infatti, è lasciato unicamente al correttore, usato senza fondotinta e fissato solo con un velo di cipria. È un gioco di assenze anche quello del trucco occhi. «Abbiamo utilizzato il kajal sulle palpebre e sulla rima interna, ma senza mascara», afferma Karim Rahman.
Il tributo agli Anni '60 e alle icone de La Notte di Antonioni? Due semplici ciuffi di ciglia finte. Un'ispirazione condivisa anche dalle acconciature. Il team artistico di Toni&Guy, sotto la direzione creativa di Anthony Turner, ha rivisitato la sensualità degli Anni'60 con un finishing Undone. Un look che gioca con audacia e passione attraverso l'effetto vedo-non-vedo del ciuffo, evidenziato da una profonda riga laterale e dal volume sulla parte alta della testa.
Contrasti brillanti, glam alternativo, senza dubbio “London Calling” dei Clash. Il backstage di Moschino ci accoglie con una cascata di gioielli pantagruelici e un cartello "be careful, watch your hair" che esorta a prestare attenzione alle acconciature, creste realizzate con extension di veri capelli corvini e fissate sulle chiome intrecciate delle modelle. Che non si immagini un effetto ton sur ton, però, perché lo styling che richiama Camden Town è pensato più come accessorio che come acconciatura, diventando antagonista di chiome burro o rame.
Il richiamo morbido arriva invece dalla manicure, firmata OPI, che prevede unghie laccate di nero grazie allo smalto Lady in Black: «Le unghie sono arrotondate, corte, per una donna che vuole essere più pratica che aggressiva, senza rinunciare a un vezzo di ribellione. Come a voler esprimere una personalità importante, adeguandosi alla gestualità di tutti i giorni» , racconta Massimo Albini, training manager del brand.
Ok, il punk c'è. Alla parte principesca pensa il make-up artist Kabuki che firma, con MAC Cosmetics, il trucco freschissimo delle modelle, con un'attenzione particolare alla skincare preparatoria. «Volevo un make-up non make-up in armonia con un'acconciatura così importante. La base è perfezionata con un mix di crema idratante e primer effetto opalescente più un tocco di blush, gli occhi sono i protagonisti del look grazie a un eyeliner volutamente fluido, non precisissimo, da portare senza mascara».
Destrutturate come le giacche che hanno fatto la storia dei primi Anni '90, dominati da un'estetica decisamente grunge e punk, le acconciature scultoree immaginate da Pier Paolo Lai, direttore creativo della sfilata di ACT N°1 per la collezione autunno inverno 2023/24, e dal team artistico di Wella incontrano il fascino per la Cina della tradizione e per il bon ton delle sete e delle trasparenze.
Il risultato sono strutture imponenti e balckish in cui le due reminiscenze si fondono combinando fiori e gioielli preziosi a creste appuntite come quelle di Travis Barker in "Adam's Song". A queste si aggiungono poi chiome quasi affatto toccate, celebrate nella loro naturalezza e carattere, così da esaltare l'idea di strada e di casualità che Luca Lin, per la prima volta solista, ha deciso di portare in passerella attraverso borchie, stampe cinesi e ruffles di tulle. Teste pastello, corvine e burro si mettono così in fila, in attesa di essere rivelate alla platea di Via Valenza 2, all'angolo tra Porta Genova e il Naviglio Grande.
Anche il trucco, curato da Make-up Forever, riflette l'interesse della casa di moda nell'omaggiare il multiculturalismo, la bellezza inclusiva e la sperimentazione alternando ombretti neri e smudged o eyeliner grafici ed extra large a visi puliti, talvolta adornati da raffinate composizioni floreali che, invece di posarsi sui capelli, incastonano i lineamenti come accessori esclusivi.
A cura di Alice Nardiotti
«Volevo un trucco occhi in cui il mascara apparisse raggrumato, su ciglia definite, abbinato a labbra rosse, come appena baciate». Introduce così l'ispirazione l'head of make-up che, usando MAC Cosmetics, ha sottolineato l'allure dolce, innocente della collezione di Vivetta.
Un beauty look che sottolinea l'incarnato luminoso, ottenuto grazie al fondotinta MAC Studio Radiance face and body, e che vede finalmente protagonista labbra ciliegia, piuttosto assenti nell'autunno inverno 2023-24 che ancora una volta hanno preferito ispirazioni nude look. «Un ponte tra gli Anni '70 e '90», sottolinea Giorgio Parrivecchio, direttore Wella della sfilata, «con una chiara ispirazione, il film "Il giardino delle vergini suicide" di Sofia Coppola. Le texture dei capelli sono lasciate morbide, non si interviene con i ferri ma si valorizza la chioma di ciascuna, utilizzando prodotti come il Pearl Styler e il Perfect Setting di Wella».
Gote rosate, sguardo illuminato da sottili veli di ombretto trasparente, labbra idratate e au naturel, il tutto avvolto da una cremosità estrema, espressione della forza e della delicatezza che caratterizzano la donna Missoni.
Una riconciliazione con le proprie fragilità e insicurezze simboleggiata dalla rosa, leit motiv che ricorre tanto come pattern su abiti nude e bianchi a ricoprire il corpo come tatuaggi-manifesto, che nei beauty look, dando un'allure fresca e leggiadra come una giornata di primavera. Così, sulle note di "La Vie en Rose" che riecheggia nell'aria in un fischiettio lontano, nel backstage i volti delle modelle vengono fatti sbocciare dal team di MAC Cosmetics, guidato dalla Head of Make-up Diane Kendal, affiancata a sua volta da Michele Magnani, Global Senior Artist del brand.
Immaginando una radiosità baciata dal sole, la preparazione della pelle — affidata interamente ai prodotti della linea Hyper Real Skincare — diventa il primo e fondamentale step per la creazione del trucco. «A essere protagoniste sono state poi le ciglia, preparate con piegaciglia e definite con il mascara In Extreme Dimension 3D Black Lash, ma solamente sulla rima cigliare superiore», ci racconta Magnani. Le acconciature, curate da Dyson, completano attraverso pieghe che valorizzano le forme e la texture naturale dei capelli la narrazione della nuova collezione ideata da Filippo Grazioli per l'autunno inverno 2023/24.
A cura di Alice Nardiotti
Scrivo di bellezza, il mio primo grande amore, e di piaceri. Plasmata dagli studi in lingue e pubbliche relazioni, sono a mio agio in mezzo alla gente, in contesti internazionali e sempre diversi. Tra le cose che amo: i trattamenti, il Nord Europa, i festival, l’antropologia culturale e i profumi maschili.