Organizzare un viaggio a lungo termine è una delle parti più entusiasmanti e piene di aspettative. Si chiude un capitolo importante della propria vita per andare incontro al sogno ma anche all’ignoto.

I mesi di preparazione sono conditi da sacrifici, ma anche da magnifici sogni ad occhi aperti, fatti di luoghi, situazioni, emozioni ancora tutte da vivere. Ed è bellissimo, romantico e parte dell’esperienza stessa.

Bisogna però fare attenzione ed evitare di cadere completamente nel sogno, con il rischio di creare un “viaggio immaginario” (e perfetto) che in realtà non esiste.
Sto forse insinuando che il viaggio non è un’esperienza meravigliosa? Assolutamente no.

Dopo 7 mesi on the road ho però capito che meno ci si proietta nel futuro e più l’esperienza avrà il sapore della vera scoperta. Ci sono stati dei momenti in cui la realtà del viaggio non era esattamente quella che mi aspettavo. Nonostante avessi evitato le guide, e’ stato comunque inevitabile imbattermi nei racconti e nelle immagini condivise da altri viaggiatori. E crearmi delle aspettative.

Il rimedio? Partire con la consapevolezza che un’immagine su una guida non potrà mai raccontare l’impatto che quel luogo avrà su di noi. Le nostre emozioni, le nostre reazioni.
Potresti trovarti davanti alle piramidi d’Egitto, meta sognata da molti, e non provare assolutamente nulla. Ma è davvero cosi tragico?

Non esattamente: il mind-setting del vero viaggiatore è accettare le emozioni del viaggio, qualunque esse siano, ed essere sempre pronti a stupirci! Il più delle volte, i posti che avevo snobbato durante il pre-viaggio mi hanno invece regalato le emozioni più belle e le sorprese più incredibili.

In questi mesi ho imparato una lezione difficile: Vivere il momento per quello che è, la filosofia del “qui ed ora”. La felicità data dalla consapevolezza di vivere e cogliere l’attimo giorno per giorno, la magia di un momento, di un incontro inaspettato, di un panorama mozzafiato.

E tutto diventa molto più bello e pieno di significato: Il futuro non è ancora arrivato quindi perché’ preoccuparsi? e il passato è dove dovrebbe essere: alle mie spalle.
Poco importa se il viaggio non ha niente a che vedere con l’esperienza di Julia Roberts in Eat Pray Love. Quando mi sono trovata a vivere momenti difficili, ho assorbito la lezione, l’ho fatta mia e ho cercato di creare la mia personalissima storia, senza emulare o invidiare nessuno.

Nell’entusiasmo iniziale è difficile mettere in conto le emozioni negative. Quelle emozioni in realtà saranno la colonna portante dell’ esperienza: gli schiaffi in faccia che ti faranno capire chi sei, i tuoi veri sogni, la tua forza e la determinazione nel creare qualcosa di unico: La tua storia. Il tuo viaggio.

L’avventura Ti mette alla prova, ti costringe a gettare tutte le aspettative dal finestrino del prossimo treno che prenderai, diretto verso una nuova destinazione e verso nuove scoperte. Di luoghi nuovi, certo, ma soprattutto di te stesso.

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