Ripasso di storia

Nasce dall’unione di due parole: “hash” (cancelletto) e “tag” (etichetta). Graficamente è rappresentato dal segno del cancelletto #, seguitoda una o più parole a scelta, senza spazi tra l’una e l’altra. Il primo è comparso su Twitter nel 2007.

Questione d’etichetta

Quando carichi una foto su Instagram o utilizzi Twitter puoi aggiungerlo nel mezzo o alla fine di un upload per raggruppare contenuti simili. Come se fosse l’etichetta di uno schedariovirtuale. È molto usato anche su Pinterest e Google+, e in Rete gira voce che presto sbarcherà anche su Facebook.

La chiave giusta

Cliccando sull’hashtag sarà più facile cercare le immagini e i messaggi con la stessa “etichetta”. E se usi la parola chiave ideale sarà anche più facile farti trovare (e notare) dagli internauti!

Cercale qui

Clicca il sito hashtags.org. È il principale motore di ricerca per scoprire le tag più usate in quel momento sui vari argomenti. Allo stesso tempo, se te ne viene in mente una, puoi verificare se è di tendenza o meno.

Pochi ma buoni

Non esiste un numero massimo di hashtag da usare per ogni upload, ma l’ideale è usarne pochi, brevi ed efficaci. Ricorda che se li cambi spesso disperdi informazioni.

Abbasso le banalità

Per esempio: #odio oppure #love indicano uno stato d’animo dal significato troppo ampio e vago. Per arrivare a molte persone devi essere più originale e creativa.

Da evitare...

Niente sequenze di numeri, segni di punteggiatura e altri simboli particolari come %, &, * e +. Attenta anche a non usare modi di dire tipici della tua città o dellatua regione perché restringono il campo d’azione del tuo hashtag.