Sesso e stereotipi vanno a braccetto. Sembra che, quando si tratta di sessualità, i miti in materia si sprechino e siano talmente radicati da risultare decisamente difficili da scardinare. Eppure non fanno bene: il più delle volte ci fanno sentire inadeguati, ci riempiono la testa di paranoie e ci bloccano. Motivo per cui contribuire a smantellare qualche luogo comune è sempre cosa buona e giusta: eccone otto (ma la lista sarebbe ben più lunga).

sessualità miti da sfatarepinterest
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Sua maestà la verginità

Non si può che iniziare dal mito dei miti, quello sulla verginità - la verginità femminile, in particolare - su cui si sono rette (e si reggono) intere istituzioni sociali. Se una volta la verginità delle donne era garanzia di un buon matrimonio (significava che il futuro sposo poteva stare tranquillo di non avere figli illegittimi) oggi sappiamo che, beh, la verginità per come la conosciamo non esiste proprio. Avete capito bene: non esiste un modo per accertarsi effettivamente che ci sia stato un primo rapporto penetrativo all'interno di una vagina. Anche l'OMS ha dichiarato nel 2018 che i test di verginità non hanno alcun fondamento, sono inutili. Questo perché l'imene non è, come ci hanno fatto credere, una membrana che chiude del tutto il canale e si spezza al primo rapporto. Si tratta piuttosto di una sorta di "corona" tutto intorno alle pareti vaginali e può venire o meno danneggiato durante il primo rapporto.

Il piacere nell'orgasmo

Avere un orgasmo è bello, nessuno lo mette in dubbio (fa anche bene a livello fisico e mentale), eppure spesso si pensa che il sesso debba essere tutto direzionato al suo raggiungimento. La qualità di un'esperienza sessuale non si basa unicamente sulla quantità o l'intensità degli orgasmi ottenuti e pensarla così è rischioso: si può aumentare l'ansia da prestazione o si può spingere chi fatica a raggiungere l'orgasmo a fingere. Il piacere ha tante sfumature e, anche in questo caso, vale la regola «Il viaggio è la destinazione».

Orgasmo clitorideo e orgasmo vaginale

Dato che stiamo parlando di orgasmi, tanto vale citare un altro mito che, negli anni, ha fatto parecchi danni. Parlo dell'idea che le donne possano avere due tipi di orgasmi: uno clitorideo e uno vaginale. Se esiste questa distinzione dobbiamo ringraziare soprattutto Freud che riteneva che l'orgasmo clitorideo fosse tipico delle ragazze e l’orgasmo vaginale si raggiungesse con la maturità. Una donna che non riuscisse a ottenere l’orgasmo vaginale a suo parere era «incompleta» o addirittura «frigida». Nel 1968 la femminista americana Anne Koedt ha pubblicato un saggio intitolato Il mito dell’orgasmo vaginale, ma l'impostazione freudiana è ancora diffusa. Il punto è che, come confermato oggi dalla scienza, l'orgasmo femminile è sempre clitorideo dato che è la clitoride l'organo deputato al piacere femminile. Semplicemente lo si può stimolare esternamente o internamente tramite la penetrazione. Ah, e per la maggior parte delle persone con una vulva, la stimolazione diretta della clitoride è fondamentale per raggiungere l’orgasmo: secondo uno studio del Journal of Sex and Marital Therapy solo il 18% delle donne riesce a raggiungerlo con la sola penetrazione.

Uomini sempre pronti

Non solo le donne sono colpite dagli stereotipi sul sesso. Gli uomini (assieme alle pressioni sulle dimensioni che speriamo siano ormai qualcosa di superato) vengono, ad esempio, considerati dalla nostra società sempre pronti ad avere un rapporto sessuale, sempre desiderosi, sempre eccitati o eccitabili. Invece, come spesso accade, dipende da uomo a uomo e c'è una vasta gamma di casi che comprende anche uomini asessuali e sex-repulsed. Recenti studi hanno mostrato che non c'è poi così tanta differenza tra uomini e donne per quanto riguarda il desiderio di fare sesso. Nel suo libro Not Always in the Mood: The New Science of Men, Sex, and Relationships, la dottoressa Sarah Hunter-Murray racconta di uno studio che ha preso in esame due gruppi di uomini e donne chiedendo loro di elencare la frequenza delle loro attività sessuali. Solo in uno dei due è stato specificato che le risposte sarebbero state valutate dalla macchina della verità. Effettivamente nel gruppo dove le donne erano libere di mentire, gli uomini hanno riportato livelli molto più alti di attività sessuale, ma il punto è che le differenze sono quasi scomparse nell'altro gruppo.

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Sesso da soli

Sulla masturbazione i miti si sprecano, dall'idea che porti alla cecità a quella che causi direttamente la caduta del membro. Alcuni si spera che siano ormai superati, ma ancora oggi c'è chi pensa che masturbarsi sia sintomo o causa che qualcosa non va nella coppia. Se il nostro partner si masturba vuol dire che non è attratto da noi? Vuol dire che non lo soddisfiamo a livello sessuale? È difficile dare una risposta che valga per tutti i casi, ma è importante tenere a mente che la masturbazione è qualcosa di molto diverso rispetto al rapporto sessuale in coppia. Ha a che vedere con il conoscersi e lo stare a contatto con il proprio corpo, rilassarsi e concedersi un momento per sé. Dedicare tempo alla masturbazione può essere, anzi, un modo per vivere meglio anche i rapporti di coppia.

Sex toys questi sconosciuti

Il tabù sui sex toys si sta lentamente sgretolando, almeno stando ai post sponsorizzati su Instagram che ce li consigliano: sono super tecnologici, hanno colori pastello e mantengono le promesse. Eppure non tutti li vedono di buon occhio: c'è ancora l'idea che, specie se usati in coppia, siano sintomo che qualcosa non va e che serva un elemento "esterno" per rinvigorire il tutto. Certo i sex toys possono portare novità, ma usarli in coppia non significa affatto che i partner non si bastino, vuol dire semplicemente che amano sperimentare, divertirsi e esplorare. Uno studio del 2016 condotto da David Frederick, Ph.D. della Chapman University, ha scoperto che le donne e gli uomini che riferivano di sentirsi soddisfatti della loro intimità con i loro partner avevano, tra le altre cose, maggiori probabilità di riferire di aver usato sex toys insieme.

Sesso il martedì

Ne abbiamo già parlato, ma non fa male ripeterlo. Film e telefilm ci mostrano sempre un sesso spontaneo, nato da una passione irrefrenabile su un aereo o la scrivania di un ufficio. La vita reale, specie nelle relazioni lunghe, è ben diversa. Ci sono gli impegni, il lavoro, le lavatrici da fare e non sempre ci si può affidare solo alla spontaneità. Programmare il sesso non è la morte della passione come ci hanno fatto credere, anzi. Uno studio, pubblicato sul Journal of Sex Research sostiene che i rapporti sessuali nati «dall'impulso del momento» non sono necessariamente più soddisfacenti di quelli decisi in anticipo. «La pianificazione», spiega la psicoterapeuta Kat Kova, autrice dello studio, «ci consente di creare le condizioni e gli ambienti giusti affinché le persone si sentano rilassate e abbiano sufficiente privacy».

Tutti fanno più sesso di me

Anche tu hai la sensazione che tutti facciano più sesso di te? Magari te ne fai pure una colpa? «Questo mito persiste per tutto l'arco della vita», ha detto al New York Times Debby Herbenick, direttrice del Centro per la promozione della salute sessuale presso la School of Public Health dell'Università dell'Indiana. Inizia quando siamo adolescenti e continua quando ci chiediamo quanto spesso le altre coppie abbiano rapporti. Il punto è che la frequenza dipende da tanti fattori: dal periodo, dallo stress, dagli impegni, dalla fase della vita. «È abbastanza tipico scoprire che circa una persona su tre non ha avuto rapporti sessuali di coppia nell'anno precedente», ha detto Herbenick e questo dovrebbe farci smettere di paragonarci agli altri ma non di prenderci cura della nostra vita sessuale.