Emporio Armani e la nuova regina degli scacchi

Pensando a una scacchiera, la prima cosa che viene in mente è l'ipnotica distesa di quadrati bianchi e neri che si alternano tra loro, complementari, combacianti, equilibrati. In un perfetto gioco di riferimenti noti e codici estetici rinnovati, al tramonto del 24 febbraio si è svolto l'ultimo show di Emporio Armani. Ospiti d'onore, 400 dipendenti che Re Giorgio ha invitato per lanciare un messaggio di riconoscimento e conforto, riconfermandosi sovrano di quel fondamentale lato umano che troppo spesso, nel settore, viene dimenticato.

Protagonisti dello spettacolo dal fascino senza tempo sono abiti dal carattere sofisticato che sfilano in equilibrio, alle cinque del pomeriggio, tra classico tailoring e abbigliamento sportivo. Ci sono elegantissimi suit di velluto nero, completi grigi dal motivo gessato e powersuit declinati nell'iconico greige chiaro, a cui succedono e si alternano vestiti dai decori pop, blazer abbaglianti e pantaloni dai riflessi smeraldi mentre cappotti lunghi e preziosi cape coat portano l'approccio effortless-sartoriale a un altro livello, dove lucenti mini abiti Made in Italy incontrano un innato stile bon ton. In questo discorso si inseriscono i fiocchi, i foulard, i ricami, i baschi, le mini bag, le calze nere e le rouche, il tutto abbinato ad altissimi stivali equestri realizzati in pelle. Tra i preferiti, il bolero floreale con alamari rossi dalle vibrazioni new romantic e l'intervento di alcuni atletici astronauti avvolti da abiti skiwear e piumini oversize.

Milan Fashion Week, la sfilata autunno inverno 2022/2023 di Emporio Armani

Non mancano certo i trend contemporanei reinterpretati in chiave Emporio Armani. Da vibranti sovrapposizioni Eighties e Y2K nascono mini abiti con dettagli cut out, asimmetrici e romantici; i top si fanno trasparenti, i fiori appariscenti, i pantaloni giocosi, liberi e fluidi. Lo scacco matto, come sempre, è rappresentato dal tempismo e dal significato: perchè tutto, nella speciale collezione autunno inverno, costituisce un invito self-conscious e calibrato a valorizzare il corpo. Per riflettere sulle nuove regole di accettazione e bellezza anche in modo discretamente sensuale e silenziosamente sublime, come quello di Re Giorgio.