Capelli blu, sguardo diretto di chi non ha paura di dire quello che pensa. Rose Villain è uno dei (pochi) nomi della scena rap femminile, spaziando tra urban e pop, che canzone dopo canzone si è imposta nelle classifiche streaming e arriva per la prima volta a Sanremo con tanta voglia di mostrare le sue due anime a tutti. Quella forte, insieme al suo lato più fragile, come il suo nome dove convivono entrambe le anime.

Lo dimostra nella musica anche in “Click Boom!”, il brano con cui si presenta sul palco dell’Ariston nella settantaquattresima edizione del Festival di Sanremo in onda dal 6 al 10 febbraio, tra una melodia da ballata che si trasforma in pura energia per raccontare la tossicità dell’amore. Rosa Luini, classe 1989, è diventata Rose Villain e da Milano se ne è andata a New York dove ha studiato musica, ha firmato con la Republic Records («Ma non hanno capito il mio progetto), ha conosciuto quello che è poi diventato suo marito, il produttore Sixpm, e con lui è tornata in Italia per ricominciare da capo pubblicando il suo primo album Radio Gotham, ricco di ombre e dolore. L’8 marzo uscirà il secondo, Radio Sakura (Warner Music Italy), proseguimento naturale che richiama nel titolo la fioritura giapponese: «La connessione umana ricevuta mi ha fatto sbocciare. È la musica migliore che io abbia mai fatto». L’abbiamo incontrata.

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Che amore canti a Sanremo?

«Vivo una relazione da tanti anni, ho voluto esplorare l’amore totalizzante e luminoso, cercando di vederne il lato più oscuro. Quando l’amore è così importante porta un po’ ad annullarsi, ad esserne dipendente. Non si parla abbastanza di questo aspetto. Voglio mettere luce sulle relazioni solide, anche se a volte fanno male»

Annullarsi, essere dipendente, parli di te?

«Scrivo sempre di cose mie. Nelle mie canzoni è tutto molto vero e autentico. C’è tanto cinema, tanta costruzione per rendere una canzone artistica, ma io sto insieme a mio marito da nove anni, abbiamo una relazione meravigliosa, questa canzone l’abbiamo fatta insieme, ci amiamo da morire… Eppure a volte, anche se sono una donna forte, quando mi innamoro perdo l’equilibrio. Sono gelosa. Mi annullo. La frase che racchiude l’essenza della canzone è “Se non ti importa di me non mi importa di me”. Il senso è qui».

Non hai paura che non sia un buon messaggio, in un momento in cui si parla di quanto sia importante non annullarsi per l’altro?

«Credo serva accettare questo tipo di amore. Io non sono in una relazione tossica nel senso di violenza, ma c’è della tossicità in ogni relazione d’amore e questo per me va sdoganato. Dobbiamo esserne coscienti e accogliere che l’amore è imperfetto, per poi potersi migliore, costruirsi, capire come non fare male all’altra persona, come non soffrire noi per primi. Mi ha ispirato anche quello che sta succedendo in Italia e nel mondo nell’ultimo periodo».

E se arriveranno critiche?

«Consapevole che le potrei prendere. Io mi espongo sempre per i diritti delle donne, mi professo femminista. Ma per me ci deve essere spazio per una donna femminista che possa essere passiva in una relazione e non in linea con quello che vorrebbe essere. Ci deve essere spazio per la donna non perfetta. Io sono anche vegana, ho un ideale ambientalista, vorrei che il mondo fosse migliore, però sono imperfetta nell’esserlo e non sempre tutto rispecchia quello che voglio. Per me è così anche nel rapporto uomo donna».

Lavorare con tuo marito com’è?

«Lavorare con il proprio partner vuol dire condividere gioie e dolori. È meraviglioso poter festeggiare ogni piccola vittoria con lui. Avere le ansie in due ci salva. In studio è molto duro con me e io sono molto dura con lui. Sappiamo quanto valiamo, ci sproniamo finche non diamo il massimo. Quando poi lui esce dallo studio cancella tutto ed è un meraviglioso marito, a me capita di tenergli il muso».

Lui scrive anche per altri, non sei gelosa?

«Lui lavora tantissimo con altri artisti, ha fatto tante cose pop, con Marco Mengoni, Jovanotti, Elisa… Sono la sua fan numero uno. Più fa produzioni più porta soldi a casa. Sono contenta che lavori con i ragazzi più giovani come Sangiovanni. Mi sento parte dei suoi progetti perché sono la sua musa ispiratrice».

"Click Boom!" sembra unire due canzoni diverse.

«Da quando ho iniziato a sentirmi artista ho sentito due anime, lo dice anche il mio nome, c’è il lato dolce e romantico, quello cazzuto e confident. Ho un piede nel pop e voglia di essere urban e rap. Non voglio rinunciare a nessuna delle due parti. Voglio essere me stessa».

Da Sanremo cosa ti aspetti?

«Non vedo l’ora di far vedere quello che so fare a un pubblico più ampio. Non sono preoccupata dei giudizi, non bado alle critiche. Sono entusiasta della mia musica. So che non può arrivare a tutti, ma quale canzone o film lo fa? Spero che qualcuno, anche pochi, si innamorino del mio progetto. Un artista ha bisogno di connessioni forti».

Per la cover si dice che porterai sul palco Claudio Santamaria.

«Non posso dire niente della cover, ma voglio fare qualcosa di dirompente, che lasci il segno. La recitazione e la canzone sono un po’ lo stesso mondo».

Sul palco come sarai?

«Esteticamente la gente si aspetta di più di quello che in realtà farò. Voglio che sia protagonista la canzone più del mio aspetto fisico e degli orpelli fashion. Avrò bei vestiti ma voglio che accompagnino la performance».

Ansia?

«In realtà sono abbastanza zen, me la sto prendendo con calma. Il problema sono quelli attorno a me, tutti agitati! Sto studiando bene il pezzo, bevo tutte le mattine beveroni di broccoli liquidi, sono tranquilla e poi il palco lo vivo bene»

Un podio femminile riesci a immaginarlo?

«Dopo dieci anni vorrei vincesse una donna, ma non credo che il podio sarà femminile. Ci sono tante artiste forti e non devono essere penalizzate dal gender, sarebbe bello, ma alcuni artisti sono troppo forti. Deve vincere la musica. Io tifo per me».