Una vendetta vichinga da 90 milioni di dollari, così si potrebbe definire The Northman, ma sarebbe riduttivo. Il nuovo film d'azione del regista Robert Eggers, in uscita il 21 aprile, si prospetta come il più spettacolare dell'anno e non solo per le battaglie, i paesaggi scenografici dell'Irlanda (tra mari in tempesta e castelli arroccati, ricoperti di neve) ma anche per il notevole cast. Tre nomi, tanto per cominciare: Alexander Skarsgård nei panni del protagonista, Nicole Kidman e Anya Taylor-Joy, protagonista di La Regina degli Scacchi su Netflix. Ma c'è anche Ethan Hawke che interpreta il padre del protagonista nelle scene iniziali e poi Willem Dafoe e persino Björk.
«È una saga vichinga con magia, spade e misticismo», ha spiegato Eggers, «la gente pensa di conoscere i Vichinghi. Pensano al film di Kirk Douglas Viking, pensano ai ragazzi dei cartoni animati con elmetti di corno o a certi programmi TV in cui i vichinghi si vestono come rockstar di fantascienza. Questo è qualcosa di molto diverso». «I will avenge you, father. I will save you, mother. I will kill you, Fjölnir!» ripete il protagonista, Amleth (Skarsgård) come un mantra fin dal momento in cui suo zio (Claes Bang) uccide il re, suo padre, quando lui è piccolo per impossessarsi del regno (un classico, possiamo dirlo?).
Poi, fast forward di parecchi anni e il principe vichingo è ancora determinato a dare fede alla sua promessa di vendetta, fare ritorno in patria, salvare sua madre (Kidman) e uccidere lo zio. Nel tentativo sarà aiutato da Olga (Taylor-Joy), una donna in grado di incantare le menti degli uomini e dovrà superare battaglie sanguinose e affrontare creature magiche (Björk è stata scelta per interpretare una strega-profetessa).
Possiamo aspettarci anche qualche dettaglio tra l'horror e il disturbante, visti i lavori precedenti del regista come The Witch, del 2015, e The Lighthouse, 2019. Ma ci sarà soprattutto azione. Secondo l'Executive Editor of Film di IndieWire, Kate Erbland, guardando The Northman si passa con regolarità «da "O mio Dio sì" a "O mio dio no"». che poi è esattamente quello che cerchiamo in un film, no?
