Leah Kate scrive canzoni da quando ha undici anni ma non avrebbe mai immaginato di diventare una cantante. Eppure è bastata una canzone diventata virale su Tik Tok per cambiarle la vita. Da “10 things I Hate About You” all'album Super Over, la cantautrice dall’anima pop rock si è fatta conoscere in tutto il mondo e ora torna in Italia il 6 maggio per un concerto in Santeria Toscana 31 a Milano mettendo in scena il racconto di se stessa. Tra rotture da superare, sicurezza in se stessi, girl power e tanta energia, la cantautrice di Los Angeles ha imparato a superare l'ansia, guardando sempre il lato positivo. Le abbiamo parlato in occasione del tour che sta portando in giro per l'Europa.

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Pronta a suonare a Milano?

«Assolutamente sì, sono emozionata. Ho suonato nel vostro paese solo una volta un paio di anni fa ed è stato speciale. Sono sincera, voglio suonare da voi perché così posso prendermi qualche giorno per visitare il vostro paese. Mi piace passare il tempo qui».

Che show vedremo?

«Sarà divertente e ricco di storie, urla, energia, buone vibrazioni».

Hai raccontato di aver sofferto in passato di ansia da palcoscenico, come va ora?

«Ho sempre ansia prima di salire sul palco, ho sofferto d’ansia fin da piccola, a scuola mi paralizzavo, andavo dal dottore per farmi esonerare dalle interrogazioni. Ero spaventata e insicura dei miei pensieri, non riuscivo neanche a parlare in classe. È incredibile che io ora riesco a farlo davanti a così tante persone»

Com’è possibile diventare una popstar, partendo da un’insicurezza così grande?

«Non ne ho idea. Ma so che il mio amore per la musica è stato più forte di qualsiasi altra cosa. Ho sempre amato scrivere, cantare, mettevo le mie canzoni online ma non ci pensavo proprio a cantarle dal vivo. Non ho mai pensato di poter far parte dell’industria musicale proprio per questo motivo. E invece ho scoperto che è proprio la mia parte preferita. Mi piace stare in tour, mi piace lo show. Sento l’ansia, ma la supero».

Di ansia si sente tanto parlare in questi ultimi anni, anche tra i più giovani. Secondo te perché?

«Credo sia colpa dei social media che ti mettono a confronto costante con le altre persone. Ti sembra di non stare facendo abbastanza rispetto agli altri, ti sembra che gli altri abbiano più successo, ma è tutto finto. La mia generazione è cresciuta così. Nonostante questo ci sono anche lati positivi».

Canti di relazioni che finiscono. È difficile stare bene dopo una rottura?

«La mia filosofia è che quando si chiude una porta si apre un portone. Tutto succede per una ragione e a volte non si capisce subito quale sia ma cerco di tenerne conto. Di solito la porta che si apre è migliore, cerco di vedere sempre tutto in chiave positiva. Per quanto possa essere doloroso, bisogna cercare di ricordarsi che le cose andranno meglio. Super Over è questo».

Per te è più difficile lasciarsi o stare “Super Over”, superare la rottura?

«Non è facile superare la rottura, ho cercato di esorcizzarlo pensando che è qualcosa che viviamo tutti e che insieme si possa stare meno male».

Trovare l’amore è difficile secondo te?

«Non so se è facile o difficile ma è sicuramente difficile stare con qualcuno, sempre per il confronto che si vive sui social. Si guardano gli altri, che sembrano sempre più felici, che sembrano sempre avere di più. Ci si confronta con gli altri dimenticandosi che non esistono relazioni perfette. Anzi, non è facile trovare l’amore ma è ok così, è lì il divertimento ed è quello che mi porta a scrivere canzoni»

Hai iniziato a 11 anni, scrivendo con tuo fratello. Ti ricordi di cosa parlava la tua prima canzone?

«Certo, si chiamava “The Party is over” e mi ricordo di aver subito pensato che era quello che volevo fare nella vita, mettermi davanti a un microfono. L’abbiamo scritta in freestyle ed è stato molto divertente. Mi è piaciuto subito ma mai avrei pensato di poterne fare davvero una carriera, non conoscevo nessuno, non sapevo come funzionasse il mondo della musica. È incredibile come sia cambiata la mia vita».

La tua famiglia cosa dice?

«Sono orgogliosi. All’inizio mi dicevano di trovarmi un vero lavoro, io ci ho provato, ma mi licenziavano subito».

Oggi cosa diresti a chi vive il tuo stesso sogno?

«Non ascoltate nessuno, fate quello che amate. Cadrete milioni di volte, sarà difficile, ma se è quello che sognate non preoccupatevi del giudizio degli altri e non fermatevi davanti a nessun no».