Da studentessa al liceo classico col nome più classico dei licei classici (Platone), ricordo il sollievo che provai quando arrivò in una mia fino ad allora ordinaria mattina di lezioni all’ultimo banco, tra le versioni di greco antico e altre tragedie, l’incontro inatteso con Epicuro: per usare un eufemismo, il più rassicurante dei filosofi, uno che con la pacatezza di cinque semplici parole ti riduce a zero la complessità più inafferrabile; uno che ti convince che la morte non è niente, perché quando c’è lei non ci siamo noi, e allora di che impaurirsi, di cosa preoccuparsi; uno che ti dice: la morte non è niente, e il futuro non esiste perché solo il presente conta, solo il sentire, solo il conoscere. Dunque, in altro non dovremmo impegnarci che nell’”esistere bene”, quel mai banale equilibrio fisico, psichico e sociale che chiamiamo benessere, e a cui Cosmopolitan ha dedicato un’inchiesta social su corpo e salute mentale che ha attirato l’attenzione di oltre cinquemila giovani, con tanti nomi importanti tra loro, da Francesca Michielin ad Alessia Lanza a Jolanda Renga.

a person with the hands on the facepinterest
Cosmopolitan

Vogliate perdonare il volo pop, ma quando Anna, 20 anni oggi che siamo in quel 2024 che sembrava così lontano, dice «i problemi nascono se te li fai» non aprirà nessuno scenario che non sapevamo, o a cui non saremmo potuti arrivare, ma un po’ sì. E così questo numero, a partire da Epicuro e da lei, è un viaggio nella consapevolezza. Che ci dovremo pur salvare dall’ovethinking (dopo averci riso su con Sonno, nelle prossime pagine), imparar qualcosa dalla tunnel vision (parola di baddie), per entrar dentro al senso di domani, e farlo nel solo oggi che esiste. Lo facciamo, anche, portando CosmoIAM alla Design Week di Milano (19-21 aprile), una mostra che allestiamo per il secondo anno consecutivo (questa edizione nei giardini di Casa Emergency di fronte a Sant’Eustorgio) e che coinvolge oltre 20 università e accademie e 250 progetti visivi e testi di talenti che si sono espressi su cosa immaginiamo diventeremo. Lì dove vi aspettiamo è un luogo, fisico e digitale, un po’ permanente, che abbiamo chiamato Materia Futura, con noi la cantautrice Levante che con Futura (il primo che convertì al femminile il termine fu Lucio Dalla nel 1980, immaginando che dall’amore tra due ragazzi uno della Berlino Est l’altro della Berlino Ovest nascesse una bambina di nome Futura) ci ha creato un disco e un tour, Opera Futura, e una figlia, Alma Futura. E i versi di una canzone che dischiude un piccolo segreto: «Ovunque andrai, abbi cura di te. Segui la parte sinistra, il battito lento, l’istinto che sia. Segui le orme dorate, i cieli d’argento, non perderti via».