“Oltre una vittima di tratta su 3 nel mondo risulta essere minorenne e prevalentemente di genere femminile”, a scriverlo è Save The Children dopo aver stilato il rapporto “Piccoli Schiavi Invisibili - Fuori dall’ombra: le vite sospese dei figli delle vittime di sfruttamento”, realizzato in vista della Giornata Internazionale Contro la Tratta di Esseri Umani. I numeri recuperati per l’analisi riguardano esclusivamente i casi giudiziari accertati e questo fa intendere che la realtà di cui stiamo parlando sia un fenomeno molto più vasto e preoccupante.

Nel 2013, l’assemblea generale delle Nazione Unite ha istituito come giornata mondiale contro la tratta di esseri umani il 30 luglio e oggi, dopo la pubblicazione dei dati raccolti dalla più grande organizzazione internazionale che si dedica a migliorare la vita dei bambini, non possiamo tacere. La pandemia è un fattore che ha determinato un aumento drammatico della tratta di esseri umani: in questo periodo storico complesso le reti criminali e lo sfruttamento sono notevolmente aumentati a causa della maggiore vulnerabilità delle vittime. Basta pensare che quasi 10 milioni di bambini potrebbero non tornare più a scuola, elevando così il rischio di essere facili vittime di sfruttamento.

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Il fenomeno è in continua evoluzione, si sfama delle condizioni socio-politiche e sanitarie del momento e dei governi che non prestano troppa attenzione ai casi. Lo sfruttamento sessuale, ad esempio, si sta trasferendo dalla strada all’indoor dove le vittime sono difficilmente reperibili e il cyber-space sta diventando il luogo perfetto per lo sviluppo di questo fenomeno. “Guardando alle stime più recenti, diffuse dall’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine, la punta dell’iceberg è rappresentata da 50.000 vittime globali, relative ai soli casi giudiziari. Di queste, 1 vittima su 3 è minorenne: negli ultimi 15 anni la componente di bambini e adolescenti coinvolti in forme di sfruttamento è in crescita costantemente”, si trova scritto sul rapporto.

Parliamo del 34% di vittime minorenni in cui la prevalenza è composta da bambine e ragazze. Come detto, nonostante il dato sia relativo solo ai casi giudiziari, mostra che il fenomeno negli ultimi 15 anni si sia triplicato, aumentando, di conseguenza, nei paesi a basso reddito come Africa sub-sahariana e occidentale, Asia meridionale, America centrale e Caraibi. Ma nonostante questo, tra i dati accertati, il maggior numero di minorenni vittime della tratta si registra in Europa occidentale e meridionale.

Il fenomeno tocca anche l’Italia dove, le vittime prese in carico dal sistema nazionale antitratta nel 2020 erano 2.040. Tra queste, per l'81,8% erano donne e ragazze e 105 le vittime minorenni. Il problema tocca ogni parte del mondo e, negli anni, si fa sempre più strada aumentando il suo raggio d’azione. Quando parliamo di persone o bambine e bambini vittime della tratta di esseri umani, indichiamo forme di sfruttamento come quella sessuale, 78,4%, lavorativo, 13,8%, mentre il restante 7,8% ingloba qualsiasi altra forma di sfruttamento. Le persone più a rischio rimangono i figli di donne ex vittime di tratta; per garantire un migliore tenore di vita e la partecipazione attiva alla vita sociale, Save the Children ha avviato il progetto Nuovi Percorsi. Il diritto alla vita è individuale e personale, prendetevi cura di voi stessi e di chi amate e lottiamo, insieme, affinché questo fenomeno, invece che aumentare, diminuisca sempre di più.