Greta Thunberg, un nome e una certezza, 18 anni e una voce che risuona potente: dai suoi profili social la svedese più famosa del mondo ha sempre la cosa giusta da dire al momento giusto. Niente Ttweet distratti e frasi scritte senza impegno, no, Thunberg non perde un colpo e non solo aggiorna costantemente i suoi follower sulla (grave) situazione ambientale, non solo guida la lotta al Global Warming come una vera combattente, ma trova anche il tempo di sensibilizzare su guerre e disuguaglianze sociali perché, si sa, è tutto collegato e dobbiamo mettercelo in testa. Le proteste dei contadini in India? Ne parla e fa sapere il suo sostegno. La pandemia di Covid-19? Dona 100.000 euro all'OMS. La campagna vaccinale? Proprio ieri Thunberg ha postato la foto della sua prima dose e non ha perso l'occasione di parlare di privilegio e disuguaglianze sociali. Che dire: non molla mai!

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A vedere il suo selfie con mascherina (con delle piccole volpi di segnate) e cerotto sul braccio non c'è alcun dubbio: è proprio una di noi. Eppure, diciamoci la verità, quando abbiamo postato la nostra foto #vaccinated non ci abbiamo mica pensato di aggiungere una riflessione sul nostro privilegio e le condizioni dei Paesi più poveri! Al massimo abbiamo cacciato un hashtag #blessed e un sorriso a trentadue denti. Ma Greta è su un altro livello e, come al solito, davanti ai suoi statement non ce n'è per nessuno. "Oggi ho ricevuto la mia prima dose di vaccinazione COVID-19", ha scritto su Twitter, “Sono estremamente grata e privilegiata di poter vivere in una parte del mondo in cui posso già vaccinarmi. La distribuzione dei vaccini nel mondo è estremamente diseguale”. Chiara, precisa, puntuale.

Thunberg ha anche citato una dichiarazione del New York Times secondo la quale a livello globale, “l'84% dei vaccini in tutto il mondo sono stati somministrati in Paesi ad alto e medio reddito. Solo lo 0,3% delle dosi è stato somministrato nei Paesi a basso reddito”. Secondo il NYT, per continente, Europa e Nord America sono leader mondiali nelle dosi di vaccini somministrate pro capite, rispettivamente con 84 e 82 dosi somministrate per 100 persone. Riconoscere il proprio privilegio non è mai una cosa facile: fa sentire fuori posto, ci si rende conto della fortuna data dal semplice fatto di essere nati in un certo lato del mondo, fa percepire l'ingiustizia alla base. Greta però ancora una volta non è qui per bacchettare: "Nessuno è al sicuro finché tutti non sono al sicuro", ha aggiunto infatti, “Ma quando ti viene offerto un vaccino, non esitare. Salva delle vite".