Il DDL Zan, la tanto attesa legge contro l'omotransfobia, rischia di saltare in Senato? L'allarme è reale, visto che in Senato ha numeri inferiori rispetto alla Camera. Inoltre alcuni partiti politici si preparano a dare guerra con mille emendamenti e proposte di legge nuove (vedi quella segretissima, per ora, del senatore Andrea Ostellari). La soluzione? «Se togliamo il concetto di identità di genere e lo sostituiamo con la dizione "identità sessuale", probabilmente anche i contrari lo voteranno». A parlare è la senatrice del Pd Valeria Valente, Presidente della Commissione Femminicidio del Senato, intervenuta durante una diretta Instagram con Cosmo.

Perché le femministe sono contrarie a (una parte) del DDL Zan

Di che cosa sta parlando la senatrice? Forse non lo sai (sui social se ne parla poco, a differenza di quanto si fa nei canali di informazione più tradizionale tipo Tg o quotidiani), ma moltissime esponenti storiche del pensiero femminista, intellettuali, giornaliste, donne politiche di sinistra (dalla regista Cristina Comencini alla storica Francesca Izzo), sono critiche verso alcuni articoli della legge e chiedono che vada cambiata. La senatrice, che nei giorni scorsi al riguardo aveva rilasciato un'intervista al quotidiano Avvenire parlando dei suoi dubbi, è stata poi travolta sui social da giudizi negativi e commenti offensivi da parte di alcuni esponenti del mondo LGBTQ+, cosa davvero assurda visto che si sta parlando di una legge che va a sanzionare i reati d'odio.

Togliamo l'identità di genere dal DDL Zan?

In particolare la definizione di identità di genere ("Si intende l'identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall'aver concluso un percorso di transizione) contenuta nell'articolo 1 comma d) è quella che lascia perplesse, perché sembra che apra la strada al cosiddetto "self id": nasco biologicamente maschio, mi sento donna e così dichiaro di esserlo.

«Ciò che a molte femministe storiche non va è la spiegazione di identità di genere, perché potrebbe, in futuro, aprire un processo che può portare nel tempo a negare sostanzialmente qualsiasi rilevanza del sesso biologico», dice la senatrice Valente. E poi, in sostanza e per assurdo: se l'identità di genere è solo percepita, allora io non potrò più dire che sono donna in quanto donna biologica? (Mi è successo, più sotto spiego in che occasione). Stupisce che nel disegno di legge inoltre non sia presente la parola transessuale: «Le associazioni la consideravano una parola discriminante», racconta la senatrice. «Invece io dico che vorrei vedere riconosciute tutte le differenze, tutta la fluidità: la società le deve accettare. Ma ognuno deve avere uno spazio suo, uno spazio autonomo. Non è accettabile che vari terreni e vari spazi si intreccino. Per questo propongo che al posto identità di genere si parli di identità sessuale. Questo potrebbe spingere anche i detrattori a votare il DDL Zan».

Noi donne non siamo una minoranza

L'altro punto da cambiare, secondo la senatrice Valeria Valente, è la dizione di sesso sempre presente nell'introduzione, utilizzata per evidenziare le categorie meritevoli di tutela della legge. «Intanto le donne non sono una minoranza, ma siamo metà della popolazione. E poi la violenza contro le donne, lo so perché me ne occupo dalla mattina alla sera, ha una radice diversa rispetto all'omofobia e alla transfobia. Nasce dalla cultura del potere in cui l'uomo si sente in diritto di decidere sulle scelte e le libertà della donna. Metterla qui rischierebbe di creare confusione anche in previsione di fare un unico testo».

Qualche settimana fa, discutendo con una persona transessuale, mi sono sentita dire: «Se tu sei biologicamente donna, io cosa sono: farmacologicamente donna?». Io non so davvero cosa dirle, ma di certo non voglio rinunciare a rivendicare la mia natura biologica di donna. Si tratta di discorsi molto delicati e tematiche che necessitano di una discussione lunga, sia tra i nostri parlamenti che tra noi persone desiderose di una società arcobaleno e libera. Speriamo di poterlo fare in modo sereno.